Aveva sbagliato ad andare lì. Fu il suo primo pensiero, quando arrivò di fronte alla fontana. Restò per qualche minuto a contemplare l'acqua limpida che scorreva. Era un bel giorno soleggiato per essere Novembre, ed era domenica mattina. Jimin si sentì incredibilmente stupido ad essere andato lì con la speranza di poterlo incontrare. Cosa avrebbe fatto poi? Lo avrebbe fissato, così da farlo scappare?
Si sedette su una panchina guardandosi intorno, con una postura composta. Avrebbe voluto dire al suo amico, che sarebbe andato da lui quel pomeriggio, di aver passato solo cinque minuti lì ad aspettarlo, ma avrebbe mentito.
«DUE ORE?!» Jin si portò una mano sulla fronte scuotendo la testa.
Jimin coprì il viso, pieno di imbarazzo e quasi gli vennero le lacrime agli occhi, per essersi illuso facendosi castelli in aria. L'amico sorrise con dolcezza, aprendo le braccia per permettere al più piccolo di potersi rifugiare in esse. Si aggrappò alle grandi spalle del moro e singhiozzò lentamente, bagnando la maglietta bianca di Jin, che lo strinse più forte poggiando la guancia sui folti capelli arancioni di Jimin.
«Vorrei poter riuscire a salutarlo» digitò sul telefono prima di scoppiare di nuovo a piangere e correre nel bagno.-
Fu più forte di lui: tornò in quel parco il giorno dopo, più o meno nello stesso orario di quando lo vide per la prima volta. Stringeva le braccia al petto saltellando dal freddo. Il cielo era già scuro, e la strada era illuminata solo dalla debole luce giallastra di un lampione. Un fischio.
Sorrise fino alle lacrime, sentendo male perfino alla mascella quando si ricordò la melodia che stava fischiando. Era seduto su di una panchina, e leggeva.
Aveva un cappellino di lana ed era bellissimo. Il sorriso di Jimin si spense, quando lo sconosciuto alzò la testa e si accorse di lui. Il più piccolo fece finta di niente, arrossendo vistosamente. Diede le spalle a quel ragazzo, quando il fischio si arrestò, e sentì dei passi sulla ghiaia.
«Potresti salutarmi, qualche volta»
La sua voce.
Era bassa e dolce, e Jimin la trovava perfetta per lui. In verità trovava perfetto lui. Restò immobile mentre si voltava incontrando il suo viso. Sentì le ginocchia molli e restò a fissarlo con la bocca aperta.
«Tutto okay?»
No cazzo, non lo è. Si sistemò i capelli arancioni e annuì, quando il ragazzo dai capelli color menta gli porse la mano.
«Min Yoongi, piacere»
Il più piccolo ricambiò la stretta rimanendo immobile. Aveva la bocca serrata, come se il solo aprirla avesse simboleggiato un grande peccato.
«Vabbe me lo dirai un'altra volta» disse, mostrando un sorriso allegro.
Come può sorridere davanti ad un ragazzo che non risponde alle sue domande? Perché non lo sta prendendo per pazzo? Perché non sta scappando?
«Ti ho visto spesso passare per di qui. Non devi essere timido, non ti mangio se vuoi salutarmi»
Jimin sprofondò nella vergogna e lottò contro se stesso per non correre via. Si era accorto di lui, e di come lo guardava ogni volta? Sorrise anche se avrebbe solo voluto piangere. Voleva così tanto rispondere ad ogni sua singola domanda, iniziare una conversazione, conoscerlo, farsi conoscere. Ma era tutto uno schifo.
Si accorse di star effettivamente piangendo quando la lacrima che precorreva la sua guancia raggiunse il collo, e il ragazzo davanti a lui si incupì.
«Va tutto bene? Ho detto qualcosa di sbagliato?»
Scosse energicamente la testa e si asciugò la guancia, sentendosi uno straccio. Stava facendo una figuraccia, e aveva così tanto bisogno di abbracciare Jin.
«Non vuoi parlare, okay, però vuoi uhm, sederti? Ti faccio compagnia. Giuro non ti parlo. Sto zitto. Se ti dà fastidio smetto anche adesso. Scusa, ora sto zitto. Questa è l'ultima frase che dico giuro»
Jimin rise e si fece afferrare per il polso dal più grande, che si sedette su una panchina facendo posto anche a lui. Poggiò inavvertitamente la testa sulla spalla del minore e sospirò. Ma ciò non lo fece star meglio. Un grande dolore gli divorava il petto, costringendolo a porsi una domanda: avrebbe dovuto dirgli del fatto che non avrebbe mai potuto sentire il suono della sua voce?
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whistle [myg,,pjm]
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ ❝dove jimin, a causa di un grave incidente, perde quel grande dono che è la voce: a cambiare il suo umore, che dopo l'accaduto è triste e grigio, è min yoongi, che porterà un po' di verde menta nella sua vita❞ 【yoonmin】