Mi svegliai e capii subito dalla luce troppo forte che era tardi. Uno sguardo alla sveglia confermò la mia ipotesi; avevo già perso la colazione e da lì a dieci minuti sarebbe iniziata la prima ora di lezione. Non avevo alcuna voglia di alzarmi, soprattutto quel giorno. Sorrisi guardando Lauren che era ancora stretta fra le mie braccia, raggomitolata contro il mio petto. Il suo braccio destro cingeva il mio fianco, i capelli gli ricadevano un po' in avanti e venivano spostati leggermente dal suo respiro regolare. Aveva un'aria dolce mentre dormiva, era serena e sembrava molto più giovane.
"È davvero bellissima" mi ritrovai a pensare. Ed era vero. Avevo sempre apprezzato me stessa e il mio corpo, sapevo di essere bella. Me lo diceva lo specchio, me lo dicevano i miei amici, me lo dicevano i centinaia di ragazzi che non mi avevano mai rifiutato. Eppure in quell'istante, di fianco a quella ragazza, mi sentii insignificante. Non sarei mai stata bella come lei, non avrei mai avuto i suoi lineamenti delicati, le sue labbra carnose, il suo sorriso stupendo, i suoi occhi verdi, ora chiusi, che sapevano incantarti al primo sguardo e farti perdere la ragione e i suoi capelli che sembravano così morbidi. Improvvisamente mi venne voglia di toccarli così avvicinai lentamente la mia mano alla sua testa. La vedevo tremare, ma non mi fermai, ero come ipnotizzata. Le mie dita accarezzarono i suo capelli una, due, tre volte. Erano anche più morbidi di quello che sembravano. Ero molto nervosa, ma allo stesso quel movimento mi tranquillizzava. All'improvviso la vidi strizzare gli occhi e sbatterli un paio di volte. Il mio cuore perse qualche battito, probabilmente era la paura visto che la mia mano era ancora sui suoi capelli o forse erano i suoi occhi così verdi, un po' umidi dal momento che si era appena svegliata, che mi confondevano. No, no, no, no ma che stavo dicendo? Non era possibile, doveva essere la paura.
"Camila?" mormorò lei con un filo di voce impastata dal sonno.
"Ehmm... sì?"
"Che stai facendo?"
Mi accorsi che non avevo ancora tolto la mano, così cercai di mentire con nonchalance. "Niente, avevi un po' di segatura sui capelli." Mossi la mano facendo finta di togliere la segatura inesistente, poi mi affrettai a toglierla e a rimetterla sul letto.
"E che cazzo ci fa la segatura sui miei capelli?"
"Che ne so io, sarà caduta dal soffitto!" Segatura eh? Cazzo, non potevo trovarmi una scusa migliore? Improvvisamente Lauren si accorse che la sua mano era ancora sul mio fianco e la ritrasse di scatto, come se fosse stata scottata. Mentre lo faceva lo sguardo gli cadde sull'orologio e si accorse che era tardi. "Porca troia ma sono già e mezza! Non posso entrare a metà lezione! Perché diavolo non mi hai svegliato?"
"Hey, guarda che mi sono svegliata anch'io da poco e poi dormivi così bene..."
"Senti Cabello, non mi interessa, non siamo tutte come te! Forse io ci vado alle lezioni!" Era tornata come prima, se non peggio. Ora mi urlava contro.
"Lauren..." La mia voce era quasi un sussurro. "CHE VUOI?"
"Perché devi comportarti in questo modo? Perché devi essere così fredda? Tu non sei così... e lo sai."
Mi guardò e per un attimo sembrò lottare con se stessa, poi vidi le sue spalle rilassarsi e i suoi occhi smeraldo sciogliersi. Si avvicinò a me, prima un passo poi un altro. Era ancora molto rigida però e se devo essere sincera avevo paura che mi tirasse un ceffone. All'improvviso si buttò fra le mie braccia, cingendomi il collo. Dopo un attimo di esitazione e shock ricambiai l'abbraccio, facendo scorrere le mie mani su e giù per la schiena di Lauren.
"Scusa Camila, è che non sono abituata. Non sono abituata a essere gentile e a non trattare le persone male, in realtà non me ne frega assolutamente niente della lezione, anzi probabilmente l'avrei saltata di mio!"
La strinsi ancora più forte, dopotutto la capivo.
"Comunque su una cosa ti sbagli Camila... Io sono proprio così e non penso che riuscirò mai a tornare la ragazza che ero una volta." "Io invece sono sicura che ce la farai."
Si strinse ancora un po' a me, poi si allontanò e mi sorrise. Senza dire una parola ci cambiammo e ci preparammo per la scuola. Uscimmo dalla stanza quando la campanella suonò e i corridoi furono sommersi da gente che usciva dalle aule. Prima di separarci mi prese per un braccio e mi chiese:
"Ehm... Camila, stasera ti va di cenare al mio tavolo?"
La guardai per un attimo con gli occhi sbarrati, poi annui impercettibilmente. Lei sembrava come indecisa.
"Mmm.... Ok allora vado, ciao Camila.""Oh Camila ci sei?"
"Uh, ehm, sì"
Provai a rispondere a Dinah che mi sventolava la mano davanti.
"A me non sembra" affermò sicura Demi. Poi ovviamente intervenne una Ally preoccupata. "C'è qualcosa che ti preoccupa Camila? È dall'inizio del pranzo che sembri nervosa e non hai ancora mangiato niente."
Dire che ero nervosa era dire poco. Sì è vero, avevo già mangiato al tavolo di Lauren, ma tutta la scuola era praticamente assente. Farlo adesso, sotto gli occhi di tutti mi sembrava... Strano, ecco! E mi terrorizzava e eccitava allo stesso tempo. Come quando fai una cosa che non devi fare e l'adrenalina sale alle stelle. Ecco, io mi sentivo così. Non avevo ancora trovato il coraggio di dirlo alle ragazze di fronte a me, temevo la loro reazione, soprattutto quella di Demi.
"Camila?" chiese Dinah dubbiosa. Mi ero persa di nuovo nei pensieri. A quel punto mi alzai di scatto.
Sto bene ragazze, sono solo un po' stanca! Ci vediamo."
Le ragazze mi guardarono in modo strano mentre uscivo dalla mensa. Ero arrivata alla porta e non potei fare a meno di lanciare un'occhiata al tavolo di Lauren. Mi stava guardando anche lei, forse avevo fatto un po' troppo casino prima. Così come i suoi occhi avevano incontrato i miei, tornarono a fissare il bicchiere di Sprite che stava bevendo."Camila!" Mi sorrise Dinah dal tavolo. Okay era arrivato il momento, non potevo più tirarmi indietro. Spiaccicai sulla mia faccia il mio sorriso migliore e andai verso di lei.
"Hey DJ! Ragazze!"
"Che fai non ti siedi?" chiese Ally spostando la sedia.
"Ehm... veramente no, ho promesso a una persona che avrei mangiato con lei."
"Ah... E chi è questa persona?"
Una gocciolina di sudore mi solcò la fronte e io deglutii.
"Lauren."
Le reazioni furono istantanee. Ally era sorpresa, Dinah spaventata, ma Demi... Erano i suoi occhi che non riuscivo a ignorare nonostante la testa china.
"Che cazzo hai detto Camila?"
I suoi occhi mi perforavano da parte a parte, incenerendomi. Non risposi.
"Te lo ripeto Camila, che cazzo stai dicendo?" "È solo per questa volta Demi! Me l'ha chiesto, non potevo mica rifiutare!"
"Sì che invece potevi, porca puttana!"
Sbatté il pugno sul tavolo. Quelli dei tavoli vicini si girarono, ma per il resto la mensa era troppo confusionaria per accorgersene. "Scusa, è solo per una volta, mica muoio!" Mi morsi la lingua. Forse quelle parole non avrei dovuto dirle, infatti nei suoi occhi colmi di rabbia si dipinse una sfumatura di tristezza. Fortunatamente ci pensò Ally a salvare la situazione.
"Dai lasciala andare questa volta, non è mica per sempre e non è giusto che gli impediamo di fare amicizia con altre persone!"
Lanciai a Ally uno sguardo riconoscente. "Che faccia quello che vuole, basta che dopo non torni a piangere da me!"
La guardai dritto negli occhi per un secondo. "Scusa Demi."
Mi girai e andai al tavolo di Lauren. Mi divertii con lei e Normani, anche se sentivo tre paia di occhi perforarmi la schiena. Anche qualche altro curioso non poté fare a meno di guardarci. Era uno spettacolo insolito, se non assurdo, che Lauren facesse sedere qualcuno al suo tavolo. Per di più ci scherzavo anche. Fra gli occhi che mi guardavano ne scorsi molti nei quali si celava lo stesso terrore di Dinah, ma a me non importava. Mi fidavo di Lauren, sapevo che non l'aveva fatto apposta e che era pentita.
"Oh, che mangiata! Andiamo in camera Camila?"
Le sorrisi sincera.
"Certo!"
Prima di seguirlo Normani mi trattenne per un braccio.
"Grazie Camila, grazie per non aver mollato con lei."
Mi diede un abbraccio veloce e poi raggiunsi Lauren saltellando.
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Stanza 258 |Camren|
Fanfic"Cabello... Camila Cabello" Guardai il segretario cercare il mio nome nel lungo elenco di fogli che aveva. "Cabello, Cabello, Cabello... Ah eccola! Stanza 258, sei in camera con una certa Lauren Jauregui!" Presi le chiavi che mi offriva e le rivolsi...