Capitolo V

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Le ore di lezione passarono abbastanza in fretta, Lauren da ieri non mi aveva più rivolto la parola, non mi aveva neanche aspettata per la colazione. A pranzo avevo raccontato alle ragazze che quel pomeriggio avrei preso un caffè con Normani e avevo aggiunto con soddisfazione che Lauren non ne era entusiasta.
"MA CHE CAMILA SEI IMPAZZITA???" "Dinah, cazzo, abbassa la voce, ci stanno guardando tutti!" La bionda abbassò solo di un po' la voce.
"Noi ti diciamo di starle lontano e tu la fai incazzare?" Borbottai qualcosa che non era una vera risposta.
"E dai DJ, non esagerare, Camila in fondo non sta facendo niente di male" provò a intervenire Ally in mia difesa.
"No, Dinah ha ragione." Il tono di Demi era fermo, serio e deciso, metteva paura.
"Lo sai benissimo cosa potrebbe fare, l'ha già fatto una volta, niente le impedisce di farlo di nuovo."
"Non abbiamo prove Demi..."
"E dai Ally! Che altro potrebbe essere successo?"
"Magari quello che lei ha detto che è successo."
"Non essere ingenua! Sappiamo benissimo tutti quello che è successo!"
A quel punto non potendo perdere l'occasione intervenni.
"Io no, me lo spiegate?"
"Camila, se hai un minimo di cervello scusati con Lauren, anche senza motivo e non andare a quel fottuto appuntamento con Normani!" Detto questo Demi si alzò e se ne andò senza aggiungere una parola.

Ovviamente non la ascoltai e qualche ora dopo ero seduta in caffetteria ad aspettare Normani anche se in realtà un po' mi sentivo in colpa. Non ci pensai troppo però, perché in quel momento arrivò Normani.
"Hey Camila! Sei qua da tanto? Scusa se sono in ritardo!" Quella ragazza era sempre sorridente, continuavo a chiedermi come facesse ad essere amica di Lauren.
"No tranquilla, sono appena arrivata." Le sorrisi anch'io di rimando. Prendemmo il caffè e iniziammo a parlare del più e del meno, mentre cercavo di trovare il momento più opportuno per inserire l'argomento 'Lauren'. Stavamo ridendo per una cosa che le avevo raccontato, quando Normani disse la frase che aspettavo.
"AHAHAHAH perché non posso avere una coinquilina come te? La mia è una noia mortale!"
"Oh, beh Lauren farebbe volentieri cambio, mi odia."
"No, ma che dici, non ti odia! Solo che ultimamente cerca di fare la fredda con le persone, ma in realtà penso che tu le stia piuttosto simpatica!"
"Ma per favore... Probabilmente ti avrà supplicato di non venire qua."
"Beh... in effetti sì. Ma secondo me è perché aveva paura che le potessi fregare la compagna di stanza."
"Guarda che è esattamente il contrario, aveva paura che la sua schifosa compagna di stanza invadente gli rubasse la migliore amica." Dicendo questa frase mi si incrinò un po' la voce, speravo solo che Normani non se ne fosse accorto. Normani non diceva niente, sentivo il suo sguardo addosso, ma io avevo un improvviso interesse nei confronti del mio caffè, stavo anche stritolando la tazza.
"Lei non è come pensi." Trovai finalmente il coraggio di alzare gli occhi dalla tazza. Mi stava fissando con uno sguardo... Non sapevo neanche come definirlo, sembrava quasi dispiaciuta.
"Ah no?" Fu l'unica cosa che fui in grado di chiedere.
"No... Lei fino a due anni fa era sempre allegra e spensierata, coinvolgeva tutti con le sue battute e i suoi scherzi. Era la più popolare della scuola, tutti l'adoravano, tutte volevano essere sue amiche. Dopo successe..." Aspettai ansiosa, vidi la sua faccia farsi sofferente. Prese un profondo respiro prima di continuare.
"Stalle accanto ok? Non posso essere la sua unica amica, non è sano per lei." Mi fissava, aspettava una mia risposta, ma non sapevo bene cosa dire così mi limitai ad annuire. Sembrò sollevata da quel gesto e mi sorrise. "Scusa ora devo andare, domani ho il test di psicologia. Ci sentiamo!" Pagò lei i caffè e uscì. Non avevo scoperto molto, Halsey si era fermata proprio nel bel mezzo della frase. Però mi risuonavano ancora nella testa le sue ultime parole. 'Stalle accanto.' Forse aveva ragione, avrei dovuto starle vicino, non farmi odiare da lei più di quanto non facesse già, perché sì, avevo preso il caffè con Halsey per scoprire cose in più su Lauren, ma l'avevo fatto soprattutto per farla irritare. Ero persa nei miei pensieri così mi stupii quando, entrando nella mia stanza, due mani mi afferrarono la maglietta e mi ritrovai sbattuta contro il muro con i piedi sollevati da terra. Lauren mi guardava con occhi minacciosi. "Stai lontano da lei! Ho aspettato fino ad adesso, sperando che una delle due non si presentasse all'appuntamento, ma a quanto pare vi siete divertite molto!" Mi schiacciava contro il muro, il suo naso a un centimetro dal mio, il viso contratto in un'espressione di rabbia.
"Lauren, non potresti mettermi giù, così ne parliamo con calma?" Tutto quello che ottenni fu una spinta più forte contro il muro. "No cazzo! Devi stare lontana da lei, hai capito?"
"Hai ragione, scusa. Il fatto è che c'ero rimasta un po' male per quello che mi avevi detto e volevo in qualche modo vendicarmi, ma è stata una cosa molto molto molto stupida che non si ripeterà, mi dispiace!" Odiavo mostrarmi debole, ma quei suoi occhi dannatamente verdi così vicini ai miei mi confondevano e mi spingevano a confessare la verità. Quegli stessi occhi che dopo la mia risposta si erano un po' addolciti. Ora mi stava lasciando andare e i miei piedi toccarono terra. Sì andò a sedere sul suo letto. Io la osservai in attesa di una qualche reazione, ma lei se ne stava zitto. Così mi sdraiai sul letto e andai su Twitter a cazzeggiare un po'. Ero presa a leggere qualche tweet quando sentii "Ho esagerato."
"Cosa?" Non mi stava guardando, fissava il pavimento e se non avessi sentito la sua voce avrei giurato che non fosse stata lei a parlare. "Ho detto che ho esagerato." Penso sia la cosa più vicina a delle scuse che potessi pretendere da lei, stavo già per sorridere quando aggiunse "Ma questo non cambia niente fra noi due."

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