Capitolo 3

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Pov's Mary
Stavo iniziando a sentirmi troppo osservata. Ad un certo punto Taehyung si alza venendo verso di me con aria preoccupata.
T: è successo qualcosa?
M: no Tae, tranquillo.
T: ok.
Mi accarezza una guancia con il pollice e guarda verso Jungkook.
T: sei sicuro?
Gli chiese il ragazzo dai capelli biondini, Kookie annuì e Tae andò in cucina.
J: ehi tu! Ragazzino! Non toccare la mia sorellina, ok?!
Sbottò Jin diverto, riferendosi a Jungkook.
Il quale annuì sorridendo alle parole del più grande.
JK: certo hyung.
Si andò a sedere seguito da me.
J: chuje, vieni con me.
Mi disse Jin alzandosi dal suo posto facendomi segno di fare lo stesso.
Mi alzai e mi limitai a seguirlo.

M: perché mi hai chiesto di-
Lo hyung dai capelli neri mi interruppe.
J: per la torta, e poi devo aiutarti a riordinare la cucina.
M: non ti preoccupare, hai già fatto molto tranquillo.
J: non importa, abbiamo cucinato insieme e ora è giusto che ti dia una mano.
M: ma non c'è ne bisogno, sta tranquillo.
J: chuje non insistere. Voglio aiutarti e ti aiuterò.
Mi disse dirigendosi in cucina, stavamo per entrare ma Jin mi blocca con un braccio facendomi indietreggiare.
M: cosa-
J: ssh!
Mi disse portandomi una mano davanti alla bocca impedendomi di parlare, subito dopo la toglie e mi indica l'intero della stanza.
J: guarda
Disse il ragazzo sussurrando.
Mi sporgo, e vedo Taehyung intenzionato a mangiare dei biscotti. Jin entra in cucina e inizia a rimproverare Tae.
J: ehi, che stai facendo?!
Chiese il nero in attesa di una risposta.
T: io.. niente...
Disse il biondino evidentemente imbarazzato.
Entro anch'io e Tae mi fissa, appoggio una mano sulla spalla di Jin sorridendo mentre mi guarda confuso.
M: non avevi detto che dovevi controllare la torta?
Dissi spostando lo sguardo da Jin a Tae i due sorrisero insieme a me.
J: già, vero.. me lo ero dimenticato.
Disse Jin, gli tolsi la mano dalla spalla e si abbassò per vedere a che punto era la torta. Mi avvicinai a Tae e gli sussurrai all'orecchio "dovresti ringraziarmi se non fosse stato per me avrebbe continuato a urlarti contro."
Lui mi guardò negli occhi, lo stesso feci anch'io. Sorrise, e sorrisi anch'io.
Mi abbracciò tirandomi a se stampandomi un bacio sulla testa, essendo più alto di me.
Jin si alza e guarda Tae.

J: la prossima volta se propio devi mangiare qualcosa, almeno condividila.
Disse il ragazzo ridendo.
T: ok, la prossima volta ci penserò.
J: buon per te, ragazzino. Comunque la torta è perfetta, tra dieci minuti si potrà uscire.
J: ho impostato il timer a dieci minuti, per favore quando suona chiamatemi ok?
Disse il più grande guardando prima Tae e poi me, io e il biondino annuimmo perfettamente sincronizzati.
Io salii in camera mia e chiusi la porta, tutti gli altri erano giù a guardare la TV.
In meno di dieci secondi mi addormento.

Improvvisamente sento una voce che mi chiama.
"Ehi, bell'addormentata svegliati"
Apro gli occhi per vedere chi è, e noto che è Yoongi, il solito rompipalle.
S: era ora!
Esclamò il ragazzo dai capelli color menta, sta per uscire ma lo fermo in tempo.
M: aspetta Suga, vieni qui.
Il ragazzo al suono delle mie parole si gira.
S: dimmi.
M: mi porti un bicchiere d'acqua?
Il pallido ragazzo mi guardò con uno sguardo tenero, si abbassò e mi diede un bacio sulla fronte. Si avvicina alla porta e scende giù.
Sento bussare e rispondo con un semplice avanti, la porta si apre e viene fuori Suga con il bicchiere in mano. Ci ha messo tantissimo solo per un po' d'acqua.

M: come mai ci hai messo così tanto?
Chiesi al pallido ragazzo che mi guardava mentre mi porgeva il bicchiere.
S: accontentati che l'abbia portata. La prossima volta alzati e vattela a prendere da sola.
Sbottò acido Yoongi, io lo guardai stupita e un po' delusa.
M: grazie.
Mi limitai a dire, ancora delusa dalle sue parole, io e lui litighiamo spesso, anche per cose stupide come questa. Ma ogni volta che litighiamo mi sento male.
S: chuje..
Mi chiamò lui, alzai lo sguardo incrociandolo con il suo.
M: mh?
Il ragazzo si sedette accanto a me, girai la testa e intravidi uno sguardo di dispiacere nei suoi occhi.
S: mi dispiace, non volevo essere scortese..
Guardò in basso con aria triste, non aveva capito l'avevo già perdonato.
Mi alzai e mi sedetti sul pavimento, davanti a lui, costringendolo a guardarmi negli occhi, e così fece.
M: non serve che ti scusi, ti ho già perdonato.
Gli dissi sorridendo.
Mi sorrise speranzoso, con gli occhi che brillavano.
S: davvero..?
Mi chiese, annuii e mi alzai.
Oggi è stata una giornata pesante con quello che è successo, con l'arrivo dei ragazzi e i problemi di lavoro. Ho deciso di prendermi un po' di tempo per me.

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