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Strani rumori mi circondano, le palpebre sono pesanti come sassi. Mi pulsa la testa, e questo rumore, non fa altro che amplificare il dolore.
Apro piano gli occhi, una luce accecante mi abbaglia, costringendomi a socchiuderli. Sento qualcosa di strano nella mano destra. Abbasso lo sguardo, e scopro che la cosa strana, in realtà è Pietro. Ma dove Sono? Che succede? Non ricordo nulla.
Mi guardo in torno, sono in una stanza d'ospedale, ma che ci faccio qui.
Punto di nuovo lo sguardo su Pietro. Sta dormendo beatamente, mi tiene la mano nella sua, che a confronto la sua è gigantesca, e in parte, tiene poggiata la testa sul mio letto. In quella posizione gli verrà mal di schiena. Sfilò la mano dalla sua, e con la punta delle dita, percorro la mascella. Ha la faccia rilassata, segno che sta dormendo tranquillo. Sul mento, e lungo la mascella. Si sente il ruvido, di un accenno di barba. Chissà da quanto è qui. Risalgo con la punta delle dita, tutta la mascella, poi sfiorò l'orecchio. Lo sento rabbrividire a quel tocco. Infine gli accarezzò la testa, prendendo tra le dita, uno di quei ricciolini perennemente in disordine. Lo tirò leggermente, in modo che si stenda, per poi lasciarlo. Lo vedo riarrotolarsi, e tornare al proprio posto. Lo sento spostarsi e sospirare. Rimetto la mia mano della sua. Per poi richiudere gli occhi.
Dopo poco, qualcuno entra nella stanza, sento i passi, ma non apro gli occhi.
Una voce chiama Pietro, ma è Lorenzo.
Lore:" Pietro, Pietro svegliati, su forza"
Pietro:" mmmm Lore che c'è"
Lore:" è tardi, sei qui da tre giorni, non so quanto ancora le infermiere ti lasceranno stare"
Pietro:" tranquillo, in caso ci parlerò io con loro"
Lore:" sì ma Pietro, come dire, dovresti lasciarla. Anche solo per un ora, forza. Vieni a casa, fatti una doccia, fatti la barba è una bella dormita. Ma ti prego torna a casa"
Pietro:" non posso lasciarla qui da sola, e se si svegliasse. Si preoccuperebbe, sarebbe disorientata. Potrebbe strapparsi la flebo senza accorgersene, no no no, non posso lasciarla"
Lore:" Pietro, lo so che hai paura di lasciarla sola, ma... Non possiamo fare nulla lo sai, potrebbe svegliarsi oggi, come tra un mese"
Pietro:" devo essere qui quando si sveglierà"
Lore:" ti prego Pietro, non c'è la faccio a vederti così, stai qui ventiquattr'ore su ventiquattro. Non fai avvicinare quasi nessuno, se non Anna, Sofia, me e alcuni dei ragazzi. Fatti dare il cambio, può stare un po' Stefano qui"
Pietro:" NO! Non c'è lo lascerò mai qui da solo con lei"
Lore:" Pietro ti prego ragiona. Stiamo cercando di convincerlo a lasciarti un momento, ma non so per quanto resisterà. Stai giocando a un gioco pericoloso Pietro. Lo sai che non è tua"
Pietro:" non sarà mia, ma io non l'avrebbe lasciata da sola, mai, e non avrei permesso che si allontanasse da noi. È stato egoista e stupido, ed è solo colpa sua se lei è qui"
La sua voce è dura, e non ammette repliche. Pietro, quanto ti sbagli, tu mi hai già lasciata sola, mi hai già abbandonata. Non ricordi.
Lore:" lo sai anche tu che non è vero, non avrebbe potuto prevedere una cosa così. Pietro, lei non sta bene. È mesi che cerchiamo di dirtelo. Ma tu sei ceco e sordo. Comunque, abbiamo già chiamato un medico specializzato. Quando si sveglierà, verrà seguita da uno specialista"
Pietro:" NO! Non ne ha bisogno, ha solo bisogno di qualcuno che le stia accanto. E voi invece chiamate un pazzo, che probabilmente la vorrà internare da qualche parte"
Lore:" Pietro, per favore. Non ho intenzione di discutere su questa cosa, quindi ora alzati. Alzati da questa sedia, e vieni a casa. Rimarrà qui Anna"
Non sento nessun rumore per un po'. Poi sento la sedia strisciare per terra, un sospiro rassegnato, ma Pietro non mi molla ancora la mano. Sento un leggero spostamento d'aria, e non capisco se è la porta o cosa.
Poi sento due calde e morbide labbra sulla fronte. Il suo fiato caldo si sposta vicino al mio orecchio, e sento parole dolci sussurrate.
Pietro:" tornerò tra poco piccola, ti prego aspettami, e non fare stronzate"
Torna presto. Ecco l'unico pensiero che si forma nella mia mente, ma lo scaccio in fretta. Alla fine sento la sua mano scivolare via dalla mia, i suoi passe che si allontanano. E in fine la porta chiudersi. Sono di nuovo sola, e non so cosa fare, come comportarmi, cosa devo fare?
Decido di aspettare ancora un po', senza aprire gli occhi. Sento la porta aprirsi, e dei passi. Penso che sia Anna, finché una voce, anzi due non mi colgono alla sprovvista.
Sono due infermiere presumo, e stanno ridacchiando e discutendo tra loro, mentre entrano, che cosa devono fare ?
Infermiera 1:" certo che essere così giovani, e tentare il suicidio. Che brutta cosa"
Infermiera 2:" già, sarebbe bastato un po' di trucco, e sarebbe stata una bella ragazza"

Un pugno mi si chiude con rabbia. Queste galline parlano della mia vita, senza sapere chi io sia, o con cosa devo lottare ogni cristo santo di giorno.

Infermiera 1:" sai chi è lei"
Infermiera 2 :" no perché dovrei? Cioè è una paziente "
Infermiera 1:" no scema, lei è la bambina sopravvissuta all'incidente. L'unica che si è salvata dall'incidente d'auto. Sai dicono che suo padre fosse un ubriacone, e la madre una pazza squinternata. Per non dire di quella peste del figlio minore. Dicono tutti che lei era la più normale. E soprattuto che fosse un miracolo si fosse salvata solo lei. Ma forse come i genitori, anche lei non ci sta con la testa"

Basta non ho intenzione di sentire per un minuto di più, le loro stronzate. Non sanno un cazzo su quella notte, e pretendono di parlare. Chi sono loro? Nessuno. E non dovrebbero azzardarsi a mettere bocca su roba che non le riguarda, e sopratutto. Dovrebbero solo starsene zitte visto che non sanno nulla. Nessuno lo sa! Solo io! Sono l'unica che sa cos'è successo quella notte. E non permetterò a nessuno di inventare sciocchezze sull'accaduto.

Salvami da me stessa 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora