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Salvatore sta venendo da questa parte, mi alzo di scatto pronta a scappare di nuovo. Ma come ha fatto a trovarmi, o corso così tanto e così velocemente che sono quasi al limite della città.
Salvatore vedendo la mia reazione, mette le mani avanti e si ferma.
Surry:" aspetta Fra, non voglio farti male. Non sono qui per costringerti a tornare là, volevo solo vedere se stavi bene"
Ho le spalle e le gambe rigide, sono stremata non penso che riuscirei a correre più di Salvatore. Ma se servirà correrò ancora, correrò fino a che non mi scoppieranno i polmoni.
Surry:" capisco. Non ti fidi neanche più di Anna, perché dovresti fidarti di me. Però ti prego non scappare ancora, siamo tutti preoccupati. Non vogliamo costringerti ad andare il quel posto, ma volgiamo aiutarti. Lasciati aiutare"
Non posso trascinarli giù con me. Mi giro e d'inizio a correre, lasciando un Tudor confuso e spaesato.
Sento che Salvatore mi sta correndo dietro, lo percepisco. Lui è più magro e con le gambe più lunghe. So che mi potrebbe afferrare da un momento all'altro, ma io spingo al massimo le gambe, mi stanno facendo malissimo. La caviglia inizia a cedere, ma non mi importa devo andarmene, ormai siamo fuori città nella parte campagnola.
Salvatore mi è ancora dietro, è stanco e io ancora di più, ma non posso farmi prendere spero che si arrenda. Sto ancora correndo ma tra poco dovrò mollare, e anche Salvatore sto per fare l'ultimo sprint quello che mi toglierà tutte le forze. Quando una buca rovina i miei piani, la prendo in pieno e cado rovinosamente a terra, procurandomi diversi lividi e graffi non piccolissimi visto la velocità a cui correvo. Sento un dolore lancinante alla caviglia, provo ad alzarmi ma ricado a terra. Arriva Salvatore, e mi guarda è stremato si vede, ha la fronte sudata e il fiatone, gli tremano le gambe per lo sforzo e si è piegato in avanti, tenendo le mani sulle ginocchia.

Sono stremata, messa peggio persino di lui, non c'è la faccio più. Quindi mi giro e inizio a vomitare. Mi fa male tutto, ho gli occhi pieni di lacrime, mi brucia lo stomaco e i polmoni mi sembrano esplodere. Il cuore batte ancora come se stessi correndo al massimo e non si ferma, tremo da capo a piedi e la caviglia mi fa malissimo.
Guardo Salvatore, sono stremata non c'è la faccio più ad andare avanti, e questo dolore è tremendo.
Io:" m-m-mi ...dddisp-iac-c-e"
Non riesco più a tenermi nemmeno sulle braccia, quindi rotolo di lato sull'asfalto verso Salvatore lontano dal mio vomito e svengo.
Non sento nulla per diverso tempo. Non sogno, non provo nulla, semplicemente c'è il buio e ci sono io.
Non so che ore siano, non so dove sono. So solo che sono sdraiata sopra qualcosa di morbido, e sono abbracciata a qualcuno.
Apro gli occhi, ma non vedo nulla la stanza è immersa nel buio, tranne per una luce fioca proveniente da una finestra. Riconosco il posto, sono nella stanza di Pietro. Questo vuol dire che sono a casa sua, e che lui mi sta stringendo a se. Dalla porta arriva uno spiraglio minimo di luce, e delle voci attirano la mia attenzione, non capisco cosa si stiano dicendo o chi siano. Le voci provengono dal piano inferiore, mi alzo stando attenta a non svegliare Pietro che dorme profondamente, ma appena poggio il peso sulla caviglia sento un dolore lancinante. Riesco a trattenere un urlo per miracolo, mi aggrappo alla parete e alle cose ed esco dalla stanza e la luce del corridoio è accesa, vedo che non sono più vestita come prima. Indosso una lunga felpa nera con scritto #AKAB in bianco. Iniziò a scendere le scale, stando attenta a non mettere il peso sulla caviglia peccato che sia quasi impossibile, dopo due gradini decido di fare le scale seduta strisciando con il culo e mettendo il peso sulle braccia, mi fa troppo male la caviglia per farle normalmente. Arrivo al penultimo gradino, e le voci in salotto si sentono meglio.
Giuse:" non ci posso credere"
Surry:" mi spiace ma è così "
Ste:" non è vero, non può essere così"
Marco:" non ci posso fare nulla, dovrà solo lasciarsi curare"
Anna:" non lo farà mai, scapperà appena possibile fregandosene di tutti noi"
Sofia:" ma cosa stai dicendo, non è vero"
Anna:" si invece, fattene una ragione! Lei non è più la nostra Francesca. E appena sveglia scapperà via fregandosene dei possibili danni alla caviglia"
Ste:" smettila! Smettila di dire stronzate, lei è ancora qui, e ancora lei"
Lore:" Ste, forse dovremmo chiamarli finché dorme"
Ste:" no! Così ci odierà per sempre, in non te lo lascerò fare..."
Sabrina:" smettetela, non è così che sarete d'aiuto"
Sascha:" dobbiamo starle vicino tutti"
Marco:" non so fate quel che volete, ma la mia opinione da medico resta la stessa"
Ste:" hai detto bene, faremo quello che vogliamo. E a te non conviene intrometterti"
Marco:" come ti pare, ma se poi va a finire male, non dire che non già avevo avvertito"
Ste:" finire male! FINIRE MALE!! Ma chi cazzo ti credi di essere, ma io ti spacco la faccia"
Giuse:" no Stefano"
Un gran fracasso e rumori di cose che si rompono.
Giuse:" ora Basta!"
Sento che torna la calma, credo che Stefano abbia fatto a botte con quel medico.
Giuse:" Marco, per favore vai su a fasciarle la caviglia e a controllare come sta, noi finiamo di parlare, Lore accompagnalo"
Oh oh, sono nei guai, prima di poter fare qualsiasi cosa, i due girano l'angolo e mi vedono.
Lore:" Fra che cosa ci fai qui"
Giuse:" Lore che cosa hai detto?"
Giuseppe gira l'angolo e anche lui mi vede.
Giuse:" da quanto sei qui ?"
Abbasso lo sguardo colpevole, sento Giuseppe sospirare, si passa una mano sulla faccia stanca.
Giuse:" dai vieni di là "
Provo ad alzarmi, ma appena Poggio un minimo di peso sulla caviglia, questa cede e io cado rovinosamente a terra.
Lore:" Fra tutto bene?"
Ho battuto lo zigomo che male, ma faccio comunque segno di sì con la testa.
Vedo Giuseppe avvicinarsi, si piega e mi prende in braccio, portandomi in salotto.
Appena gli altri mi vedono...

Salvami da me stessa 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora