Capitolo 3°

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Ipotizzai che la donna che fosse Madame: Indossava un lungo ed elegante abito blu, ricamato con una fantasia a fiori, il vestito consisteva di una sobria gonna stretta e lunga e in un corpetto stretto con dei laccetti che in parte coprivano l'accennata spaccatura a V; la guardai meglio in volto: aveva dei grandi occhi caleidoscopici che cambiavano dal verde all'azzurro ogni tanto che si stagliavano austeri sopra un naso alla francese e delle labbra carnose di un rosso acceso infine i lunghi capelli le cadevano sulle spalle, slegati e liberi, di un bel colore castano; si sistemo i capelli e poi disse: <<Charlie, puoi tornare nella tua stanza, devo parlare urgentemente con Fabian...>> Charlie disse <<Certamente Madame>> si addentrò nella "casa" e salì su una rampa di scale poco distante dall' ingresso, dopo di che Madame mi prese per il polso e mi trascinò dentro la casa, chiudendo la porta.
L'edificio sembrava abbastanza datato ma ben tenuto: appena si entrava si vedeva la grande sala da pranzo con un tavolo di media lunghezza, dietro l'ultima sedia del tavolo c'era un sofà di pelle, abbastanza grande da permettere di essere occupato da circa quindici persone, difronte al sofà c'era un camino acceso e ai lati di questo erano poste due grandi librerie, piene di libri di ogni tipo e scritti in molte lingue diverse il resto della villa, perché tale era, si sviluppava in altre stanze sia al piano superiore che al pianto terra; Madame oltrepassò il lungo tavolo da pranzo e aprì una porta: un grande studio, abbastanza vuoto, una scrivania in legno era coperta da un enorme centrino di pizzo, sul quale erano appoggiati un portapenne, un paio di fotografie e un enorme quaderno, sulle pareti della stanza erano appesi quadri di ogni tipo e sui lati, anche qui, si ergevano imponenti due librerie, in po' meno piene di libri e più piene di oggettini vari dalla dubbia utilità, dietro la scrivania stava una comunissima sedia e dietro a quest'ultima c'era una finestra, la cui vista era oscurata da una grande tenda bianca e l'ultimo oggetto della stanza era una sedia che era stata messa sul pavimento di legno; Madame mi invitò ad accomodarmi mentre lei prendeva posto dietro la scrivania, accese un piccolo lume sulla scrivania e iniziò a parlare: <<Sei il figlio di Monica...giusto?>> io annui <<Grande donna tua madre...una persona d'oro, come il marito>> sospirò <<Sei scappato ai CCM?>> annui un'altra volta <<Beh, tua madre mi avvisò quando venne 5 giorni fa, disse che tu avevi un carattere combattivo e non ti saresti lasciato sottomettere>> avrei voluto controbattere ma decisi di non farlo <<Ma cambiamo discorso>> sorrise <<Starai qui con noi fino a che...beh...non hai limite di tempo, ma sappi che fin quando starai qui dovrai contribuire alla cura della casa e dovrai fare delle commissioni; abbiamo elettricità e acqua corrente pressoché infinti quindi non ti preoccupare, per quanto riguarda la tua sistemazione invece, starai in stanza con Charlie e Jules, abbiamo camere condivise sia perché servono stanze libere, sia per una questione di compagnia>> mi guardo e notò le bende sulla spalla <<Oh cielo!>> si alzo e prese dei medicinali da un cassetto <<E' stato un agente?>> annui <<Maledizione>> levo le bende e osservò la ferita <<Questa ferita ha quasi una settimana...ma sembra che non sia grave>> prese una bottiglina e disse <<Potrebbe fare male>> versò un liquido sulla ferita e in effetti lo fece.
Quando la donna mi fece uscire dallo studio io tirai un sospiro di sollievo perché ero salvo; poter pensare quella cosa mi faceva sentire sollevato, stetti fermo sul posto per qualche secondo a pensare e quando mi ripresi guardai la lunga scala che mi avrebbe portato al piano di sopra, che , molto probabilmente, mi avrebbe fatto iniziare una nuova vita e che mi avrebbe fatto dimenticare tutto.
Mi avviai verso la scala: i gradini di pietra erano coperti da un tappeto rosso un po'sgualcito e un elegante corrimano di metallo correva lungo i lati della scala; salì e mi ritrovai davanti circa una trentina di porta con lontane l'una dall'altra circa 2-3 metri, su circa una decina di queste erano appesi dei cartellini con su scritti dei nomi come: Corinne, Flore, Frank etc.; cercai Jules e Charlie sulle porte finché non li trovai appesi sull'ultima porta dell' corridoio: bussai, sentii dei passi e la porta si aprì, davanti a me c'era un ragazzo molto basso, con dei capelli castani non troppo corti e dei vispi occhi verdi, indossava una larga felpa bordeaux e un paio di jeans un tantino stretti: <<Tu sei?>> chiese sbadigliando <<Fabian>> mi sentì chiamare da una voce familiare, alzai la testa e vidi Charlie che sorrideva salutandomi <<Ohhh...>> il ragazzino basso disse ridacchiando <<Charlie mi ha parlato a lungo di te>> io feci una faccia strana <<Non sai quanto sia logorroico>> disse quello basso ignorando Charlie che lo stava rimproverando <<Fabian accomodati>> disse Charlie <<C'è un letto lì>> indicò un letto in perfetto ordine un po' nascosto; io entrai : la stanza era semplice composta da 4 letti, con 4 comodini affianco a ogni letto e 4 armadi rispettivamente messi sulla parete difronte ai letti; "Tutto molto simmetrico" osservai le pareti spoglie e sentii il pavimento di legno scricchiolare sotto i miei piedi: <<Fabian devi cambiarti?>> mi chiese Charlie seduto sul suo letto <<Sì>> dissi <<Bene>> prese il ragazzino più basso e lo girò dal lato opposto al mio, come fece anche lui <<Allora vai...fa' in fretta>> mi cambiai velocemente e riposi i vestiti nell'armadio difronte al mio letto <<Fatto>> dissi stendendomi sull'ultimo <<Ottimo>> Charlie si girò e disse <<Fabian, lui è Jules>> indicò il ragazzino intento a giocare con una ciocca di capelli <<E' il più grande nella stanza... non farti illudere da...beh...tutto>> <<Già!>> disse Jules che scomparve per un attimo, io chiesi sorpreso <<Può diventare invisibile?>> il basso annui <<Posso anche vedere al buio>> indicò gli occhi che sembrarono luccicare per qualche istante, <<Charlie, invece tu cosa sai fare?>> chiesi <<Nulla di così importante>> disse visibilmente imbarazzato <<Parliamone domani mattina, okay?>> mentre si copriva con una coperta nel letto affianco a me <<Tu invece...>> Jules mi stava parlando <<Cosa sai fare?>> chiese curioso <<Domani mattina ne parliamo, okay?>> dissi anch'io abbastanza stanco <<Uff.. va bene... notte!>> con una mossa si coprì con la coperta e inizio a dormire.
Io feci lo stesso e mentre stavo per essere accolto tra le braccia di Morfeo, Charlie disse: <<Buonanotte>> ed io ricambiai prima di cadere in un pesante sonno.

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