Una caccia singolare

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Qualche anno dopo, un diciottenne Lancelot sedeva sul trono di Camelot e teneva Excalibur al fianco come il padre. Il suo nome era diventato sinonimo di speranza per il regno e tutti i sudditi riponevano in lui tutta la loro fiducia per continuare l'ottimo lavoro di Artù. Ma il ragazzo pareva sempre malinconico e triste e nessuno spiegarsi il perché, solo Merlino riusciva a capirci qualcosa: Lancelot era un giovane vivace, e stare tutto il giorno seduto a ricevere sudditi lo fiaccava, così il saggio mago organizzò una battuta di caccia a cui sarebbe seguito un torneo chiamando a raccolta tutti i migliori cavalieri d'Inghilterra per sostenere la prova. All'alba del giorno dopo, il grande cortile di Camelot, una volta inondato dalla tenue luce solare, si rivelò un continuo scintillio di armature, scudi e spade di cavalieri i cui innumerevoli vessilli sventolavano solenni e i contendenti attendevano fieri l'arrivo del re. Non appena il giovane Pendragon si affacciò al balcone della sua camera, i cavalieri gridarono ad una voce il nome di Lancelot per tre volte e il monarca li salutò con un ampio gesto del braccio. Dopo che il re fu sceso ed ebbe salutato i prodi paladini, si diede inizio alla battuta di caccia e subito il re e il suo seguito scoprirono le tracce di un grosso cinghiale ed iniziarono a seguirle, giungendo fino ad una radura con una pozza di fango nella quale l'animale stava sguazzando tranquillamente. Il re ed i cavalieri lo uccisero e tornarono verso il castello trasportando la carcassa, che sarebbe stata cucinata la sera stessa, su un carro. Dopo che si furono riposati e lavati i contendenti si schierarono per il torneo e sul palco d'onore Lancelot vide una giovane che oscurò tutto intorno a lei e tappò le orecchie del re, almeno così parve al giovane sovrano.
Ella era Gwynevere, figlia del potente re Celeborn, ed era giunta fino a Camelot per assistere al torneo e magari per trovare un futuro marito, visto che dall'anno successivo sarebbe entrata in età da matrimonio. Il monarca si avvicinò alla tribuna d'onore e rese omaggio alla giovane con un giglio ma si accorse che la ragazza aveva già in mano un fiore, donatole da Galahad, uno dei migliori cavalieri della Britannia, figlio del famoso Lancillotto del Lago. Il re non riuscì a reggere e, proprio quando il torneo sembrava finito, sfidò Galahad. I due si prepararono abbassando cimieri e lance e partirono. Lo scontro fu violento. Entrambi furono disarcionati e passarono alle spade. Dopo un'accanita lotta Lancelot ebbe la meglio, ma voltandosi verso la tribuna d'onore vide che Gwynevere se n'era andata. Fu un duro colpo per il re, che si chiuse nella sua stanza e rifiutò qualsiasi contatto umano. Compreso quello di Merlino.

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