Capitolo 1: benvenuti all'inferno

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Mi sveglio. Guardo l'orologio. Sono in ritardo. Mi lavo. Mi metto la divisa scolastica. Sono in ritardo. Faccio colazione. Sono molto in ritardo.
Mi chiamo Aurora Andrix,teoricamente dovrei avere un nome inglese secondo il regime, ma il mio nome originale è accettato in Inghilterra quindi mi hanno permesso di tenerlo,come se tenere il nome che hai dovesse essere un privilegio. Studio al liceo di educazione sociale e politica, e non mi definisco una bella ragazza visto che sono molto magra e il mio viso non è così bello, ma sono comunque carina. Della bellezza comunque non mi interessa, preferisco la mia intelligenza, grazie alla quale sono una delle migliori della classe. Ormai essere in ritardo è la normalità per me, ma oggi sono più in ritardo del solito. In macchina mia madre va velocissima per non arrivare tardi. Purtroppo ho ancora 17 anni e non posso guidare, e da quando le moto sono state abolite dal regime sono costretta ad andare in macchina con mia madre a scuola. Arrivo appena in tempo, un attimo prima che suoni la campanella, anche se quando entro la prof mi guarda male. Mi siedo al mio posto accanto a Meredith, la mia migliore amica.
"Hai sentito di Julia?" Mi chiede subito
"No. Che ha fatto?" Chiedo
"Signorine se volete parlare potete uscire." Ci riprende subito la prof. Allora ci mettiamo sedute composte e zitte
"Purtroppo ieri una delle nostre studentesse, Julia Manning, ha fatto un grosso errore. Si è permessa di non venire a scuola con la divisa e ha persino osato controbattere il suo professore quando l'ha intimata ad uscire.
Come ben sapete la divisa vi rappresenta. Rappresenta voi e la vostra scuola"
'Certo perché essere vestiti tutti uguali rappresenta ognuno di noi ovviamente' penso tra me e me.
"Se non rispettate le regole sarete spediti nel campo di riabilitazione perenne. Chiamato anche CRP. Ricordate che una volta entrati nel CRP non potrete più uscire. Detto questo possiamo iniziare la nostra lezione..."
La prof iniziò a spiegare ma io ero troppo occupata a pensare. Che mondo è questo? Un mondo in cui se ti dimentichi la divisa la tua vita è rovinata. Ho sentito vagamente parlare del CRP. Pochi riescono ad uscire, e quei pochi che ci riescono sono costretti a cambiare identità e a non dire nulla secondo alcuni, secondo altri diventano cavie da laboratorio o soldati; l'unica certezza è che le condizioni di vita lì dentro sono disumane: chiudono le persone in delle celle sporche senza alcun contatto umano se non il prigioniero nella gabbia di fronte, ma spesso i rapporti con l'altro non sono amichevoli. Tutto questo può sembrare pazzo e malsano, ed in effetti lo è, ma secondo il regime il CRP è un obbligo per tenere il paese sicuro. Ho molta paura di finire in Un CRP, ma non posso non dimostrarmi disgustata difronte a tutto questo. Il resto della giornata trascorre monotono e tranquillo tra i pettegolezzi della scuola, i miei amici dicono che Julia si è rifiutata di uscire quando il prof ha provato a cacciarla dalla classe,per questo è stata mandata in un CRP, ma essendo minorenne e non avendo compiuto un gesto molto grave si dice che resterà li solo qualche anno, poi diventerà una di quelle che io chiamo "persone fantasma". Finisce la giornata è mia madre mi riaccompana a casa, per poi ripartire subito lasciandomi a casa da sola. Mi preparo da mangiare e ascolto il telegiornale, sento una notizia che mi sconvolge:
"È morto il famoso cantante john blunt dei Blood heart. Il cantante è stato ucciso dal regime perché ritenevano che le sue canzoni fossero incitanti alla rivolta. Il resto del gruppo è stato rinchiuso in un CRP"
appena sento questa notizia mi cade la forchetta dalla mano. Non ci posso credere...il mio cantante preferito...la mia vita...ucciso. Corro in camera con una lacrima che mi riga il volto. Che razza di mondo è questo? Un mondo dove una ragazza non può avere un idolo senza la paura che possa essere ucciso? Dove non ci si può dimenticare una tuta? Dove se potessero ti impedirebbero pure di pensare alla libertà?...Non può andare avanti così...non possono farlo... io non lo permetterò. Qualcuno deve cambiare il corso degli eventi.
Il giorno dopo quando entro a scuola sono in orario. E il mio lavoro è in bella mostra, Scritto enorme con la vernice nera. La notte ho preso il mio vecchio motorino e sono andata alla scuola, il luogo dove ti impediscono di avere idee e viene premiato chi si sottomette. Ci ho messo tutta la notte e ho rischiato di cadere dalla scala 3 o 4 volte. Ma il lavoro è venuto davvero bene
"Uccidiamo le leggende e viviamo nel terrore per il volere di chi ci comanda"
Scritto a caratteri cubitali sua facciata della scuola. Devo ammettere che è soddisfacente vedere le persone sbigottite osservando il tuo lavoro...
Non scopriranno chi è stato. Anche se so che faranno di tutto per scoprirlo...ma non è finita...

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