AMO IL DISASTRO CHE SIAMO
"La condizione naturale
è una serie di ostacoli
insormontabili sulla via
dell'imminente disastro."
- Dal film Shakespeare in love
Elena
<<Amo il disastro che siamo insieme. Amo te e solo te, non hai bisogno di essere geloso>> mormoro. Per quanto testardo e orgoglioso possa essere, per quanto testarda ed orgogliosa possa essere io alla fine ci ritroviamo ed è questo che conta. Se non fossimo un disastro non saremmo noi, ed io amo il disastro che siamo. Certamente è esasperante questa situazione, sono più le volte che sono incazzata o triste che le volte che sono felice. Ma quando succede, quando sento quella felicità insinuarsi nel mio cuore, nel mio sangue, in ogni mia cellula...beh, tutto il resto scompare, perché quello che mi fa provare supera il dolore. Non sopporto il suo essere geloso, non perché si comporti da maniaco del controllo, ma perché so cosa significa sentirsi inferiori, non sentirsi all'altezza. Per anni mi sono sentita così per colpa sua... "Sei la luna della mia vita" ribatte facendomi capire che quelle parole non erano solo dette al vento ma che avevano un significato più profondo, lo stesso significato che gli davo io. Gli soffio parole d'amore sulle labbra per poi unire le nostre lingue. Il suo sapore non mi basta mai, è come una droga: la mia qualità preferita di eroina. Se ripenso a che poco fa ci stavamo urlando contro mi viene quasi da ridere. Questa giornata è stata composta da alti e bassi. Cosa avevo detto? Con lui è come stare sulle montagne russe: Un attimo prima ti senti il re del mondo, un attimo dopo precipiti nel vuoto. Ma la salita sino ad adesso ne è sempre valsa la pena. Ora spero solo che la caduta non arrivi troppo presto.
Il bacio inizia a farsi più intenso e le sue mani stringo forte i mie fianchi. Lo sento sollevarmi per poi sdraiarmi sotto di lui. <<Cazzo>> impreca quando non so come va a sbattere contro il tavolino. Una risatina mi sfugge dalla bocca. <<La cosa ti fa ridere?>> mi rimprovera. Mi sfida con lo sguardo. Quel suo sguardo... Non so spiegarlo bene, è un mix di espressioni. Mi guarda con desiderio e allo stesso tempo con distacco, sembra arrabbiato ma allo stesso tempo divertito, mi ammonisce ma mi sfida a rifarlo. Gioca con me e a me questo gioco piace maledettamente. Porto una mano dietro la sua nuca e lo avvicino al mio volto. <<Hai finito di parlare?>> lo provoco. Prendo il lobo del suo orecchio ed inizio a mordicchiarlo. Gli esce un verso roco per poi stringere la presa su di me. Cerca di riprendere il controllo bloccandomi i polsi sopra la testa. <<Se non vuoi parlare allora cosa vuoi fare?>> chiede in tono malizioso. I suoi occhi luccicano sotto la tenue luce dalla lampada. Non mi ero nemmeno accorta che si fosse fatto buio. Gli sorrido e alzo il bacino per far scontrare i nostri sessi. Chiude gli occhi mordendosi il labbro inferiore. Il mio cellulare sopra il tavolino inizia a squillare. Ci voltiamo in contemporanea verso quel maledetto apparecchio. Fa per alzarsi da me ma lo trattengo cingendogli la vita con le gambe. <<Chiunque sia può aspettare>> dico sicura. Mi guarda ed il suo sguardo si addolcisce. <<E se fosse Simone>> si prende gioco di me. Gli lancio un'occhiata di rimprovero. <<Se fosse lui aspetterà come chiunque altro>> ribatto. Cerca di trattenere un sorriso ma non ci riesce. Avvolgo anche le braccia al suo collo. Ora non può scappare. <<Abbiamo parlato, gli ho detto che gli voglio bene ma...>> lo sento irrigidirsi e distoglie lo sguardo dal mio. <<Andreas...>> sospiro. <<Gli vorrò sempre bene, malgrado quello che mi ha fatto. È stato una parte fondamentale della mia vita...è stato il mio ragazzo...>> <<è stata la tua prima volta, il tuo primo amore...>> ringhia interrompendomi. Poso una mano sulla sua guancia e lo costringo a guardarmi. <<È STATO>> sottolineo. <<E poi...poi lo consideravo il mio primo amore solo perché pensavo che quello che provassi per te fosse solo un'infatuazione...>> ora è più interessato alle mie parole. <<Provavi qualcosa per me?>> chiede inarcando un sopracciglio. <<Sono masochista lo so>> dico divertita. <<Ma se ora provo quello che provo è perché evidentemente non ero solo una stupida ragazzina infatuata del cattivo ragazzo...>>. <<Tu non sei mai stata una stupida ragazzina>> ribatte con voce roca. Ora sono io a distogliere lo sguardo. <<Guardami>> mi ordina. Lo guardo. I suoi occhi puntano dritti verso i miei. <<Mi dispiace per tutto quello che è successo>> continua. Lo so, lo vedo nel suo sguardo che è sincero. <<Non pensiamo più...non serve a niente vivere nel passato. Ricominciamo>> ribatto con un dolce sorriso. <<Ricominciamo>> soffia sulla mia bocca.
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2. I FELL IN LOVE : Mi sono innamorata di uno stronzo (da revisionare)
ChickLitVOLUME II Elena é una ragazza di 19 anni timida ed insicura. Sempre stata presa di mira da stupidi ragazzini per qualche chilo di troppo, ora é giunta alla fine del suo inferno personale. Con dieci chili in meno ma con due amiche in più é riuscita a...