1 Sfortunato

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Starscream era nel laboratorio all'interno di una navicella abbandonata, divenuta da poco tempo casa sua.
Era piccolo e non c'era molto spazio per muoversi, ma per un singolo robot bastava e avanzava.
Era scuro e illuminato da una luce soffusa, difficile da captare.
Starscream non poteva dirsi di certo fortunato: aveva nemici che lo spiavano in ogni angolo, sia Autobot che Decepticon e senza il suo amato T-Kog - l'organo che permette ai robot di trasformarsi, rubato da quelli della MECH - non poteva né scappare né combattere.
Fremeva dalla rabbia non appena ripensava a quel ricordo; era stato uno stupido alleandosi con Silas quando avrebbe dovuto starsene per i fatti propri e arrangiarsi.
Non riusciva ancora a capire perché fosse entrato in società con quell'umano; lui era Starscream,  comandante in seconda dei Decepticon e non poteva permettersi di abbassarsi al livello dei terrestri.
Il filo dei pensieri si spezzò non appena udì un sonoro bip.
Ritornò alla realtà, osservando lo schermo del computer che gli era davanti; un radiofaro a trenta chilometri da lì indicava la presenza di una fruttuosa miniera di Energon.
Starscream sorrise con un ghigno, ma quel sorriso evaporò non appena vide in avvicinamento all'origine del radiofaro sette segnali Decepticon.
"Devo sbrigarmi", disse tra sé e sé.
Impostò le coordinate del segnale sul ponte terrestre e prima di partire,
prese appoggiato a una parete un
gigantesco martello di ferro da minatore, molto simile a quello che aveva avuto Breakdawn, prima di passare a miglior vita.
Poi prese da sopra a un tavolo vicino
un coltello laser, simile a quello che i Vehicon minatori utilizzavano per tagliere in blocchi i cristalli di Energon.
Per concludere prese il telecomando del ponte terrestre e premette un pulsante, attivando il portale con tutta la sua magnificenza.
Starscream lo attraversò con passi lenti ed eleganti, scomparendo nel nulla.

Si ritrovò davanti a una parete rocciosa, a un passo dal confine di una foresta.
In cielo c'era un sole abbagliante con in giro neanche una nuvola.
Secondo rilevatore di Energon, il giacimento si trovava di fronte a sé, quindi estrasse il martello e cominciò a colpire ripetutamente la parete, disintegrando la roccia.
Dopo una lunga serie di colpi, trovò l'oro: un enorme cristallo grezzo di Energon di un azzurro acceso e pulsante, grande quanto il suo tronco.
Attivò il laser e cominciò a tagliare il cristallo, ma un grosso pezzo irregolare gli cadde sul piede destro.
Starscream urlò di dolore, calciando il blocco con rabbia.
"Che cosa ci fai qui traditore?", chiese una voce metallica.
Il robot si voltò, trovandosi di fronte Dreadwing accompagnato da sei Vehicon.
"Quale buon vento ti porta qui?", chiese il robot, rialzandosi in piedi.
"Non sono affari che ti riguardano".
"Sì invece, dopotutto sono il vice comandante dei Decepticon".
"Piuttosto l'ex vice".
Starscream sbarrò gli occhi, allibito e confuso.
"Come sarebbe a dire? Quello era il mio posto!".
"Ora non più".
In quel momento puntò verso il robot la sua affezionata mitragliatrice, assieme ai Vehicon puntandogli però sei canne di fucili pronti a sparare.
Starscream alzò leggermente le braccia, in segno di resa.
Maledizione, pensò con rabbia.

Stella UrlanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora