"Rivoglio il mio T-Kog!", urlò Starscream.
"Lo riavrai. Stai tranquillo".
Erano ancora lì, davanti alla parete rocciosa dove vi era la miniera di Energon; il sole aveva cominciato a scendere con le prime deboli stelle già in cielo.
"Perché dobbiamo partire domani quando possiamo partire adesso e fare a pezzi quelli della MECH?".
Alexis perse definitamente la pazienza.
"Ascoltami", si voltò verso il robot, nervosa "andare direttamente lì sarebbe come un suicidio visto che non puoi difenderti senza il T-Kog".
"E allora? Sono umani. Li posso schiacciare come moscerini".
"Sì, ma trasportando questi blocchi di Energon ci metteremo trent'anni solo per portarli a casa mia, per non parlare che Dreadwing avrà già informato Megatron dell'accaduto e solo allora ci ritroveremo accerchiati da chissà quanti Vehicon".
Starscream sbuffo', impazientito.
"Allora li porteremo nella mia base e andremmo a prendere il T-Kog domani. Sei contenta adesso?".
Alexis annuì.
Il robot tirò fuori il telecomando del ponte terrestre e, una volta impostate le coordinate della navicella, attivò il portale e lo attraversò assieme all'umana.
L'Energon venne depositato in un magazzino a un passo dalla camera da letto mentre Starscream e Alexis andarono nel laboratorio.
Il robot rimase in piedi per un tempo indeterminato mentre l'umana utilizzò il PC che teneva nello zaino.
"Ma quanto ci metti?", gli urlò Starscream, ormai con la pazienza quasi del tutto esaurita.
"Sto cercando di fare il più veloce possibile".
"Me lo hai detto un ora fa ma non sembra che sia cambiato di molto".
"Vuoi aspettare sì o no?!", gli urlò Alexis, anche lei senza pazienza.
Il robot si zittì, mentre l'umana continuava con il suo lavoro.
"Et voilà", esclamò all'improvviso.
"Cosa c'è?".
La terrestre girò lo schermo del PC, mostrando la piantina di un edificio.
"La base della MECH", mormorò Starscream.
Alexis annuì, rigirando il computer verso di sé.
"Come sei riuscita ad ottenere la piantina della loro base?".
"Ce l'avevo già".
"Mi domando il motivo".
La ragazza gli puntò addosso uno sguardo indagatore, fulminandolo.
"Allora?", insistette Starscream.
"Non sono affari che ti riguardano".
"Siamo soci, e i soci condividono le informazioni".
"Siamo alleati. Punto e basta".
Sospirò, esausta.
"Domani mattina sapremmo dové il magazzino che detiene il T-Kog. Vado a dormire".
Spense il PC e lo mise dentro allo zaino, poi con un balzo scese dal tavolo al centro del laboratorio e si diresse verso la sua nuova camera da letto, a un passo da quella di Starscream.
Era una stanza enorme, troppo grande per un essere umano, ma Alexis se la fece bastare.
Starscream rimase solo nel laboratorio; contrasse la mascella non appena non udì più i passi della terrestre.
Quella presuntuosa... pensò con rabbia.
Quella ragazzina stava cominciando ad essere insopportabile; non desiderava altro che schiacciarla col piede o anche solo spararle, ma c'era sempre qualcosa nel suo io che gli impediva di ucciderla.
Sa dové il mio T-Kog.
Eccolo. Il motivo che gli proibiva di far fuori quell'umana; a differenza di lui, conosceva bene la MECH e solo lei poteva procurargli il suo amato biomeccanismo.
Batté il pugno sul tavolo con rabbia, con sul viso un ghigno.
"La ucciderò non appena riavro' il mio T-Kog", mormorò.
Alexis udì tutto.
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Stella Urlante
Fiksi PenggemarPrimo capitolo della quadrilogia "Stella" Starscream è uno dei Decepticon più crudeli, più malvagi e più stronzi che ci possano essere. E se così non fosse? Se la sua scintilla potesse essere plagiata da qualcuno? "Aspetta!". Starscream si girò vers...