8 Aiuto dal nemico

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Alexis era disperata e non sapeva cosa fare. Starscream aveva perso i sensi da poco tempo e si stava dissanguando molto velocemente.
Anche se conosceva bene l'anatomia robotica, non avrebbe potuto comunque aiutarlo visto che le sue mani erano troppo piccole.
Scandaglio' la mente in cerca di qualche ricordo che potesse aiutarla.
Prima di rapire Knockout, Starscream gli aveva detto che conosceva due medici bravi di cui uno era un Decepticon.
In quel caso si stava riferendo a Knockout, ma allora chi era il secondo dottore?
Capì che era una domanda retorica.
Chiedere aiuto a loro era un disonore per sé stessa, ma se voleva salvare il suo amico doveva mettere la sua dignità da parte.

Il computer ricevette un radiofaro che attirò l'attenzione di tutta la squadra.
"Optimus, sto ricevendo una richiesta d'aiuto di origine non identificata", disse Rachet.
"Da chi?", chiese Bulcked.
Il medico controllò chi fosse il mittente.
"Non indovinerete mai chi è", disse,
voltandosi verso il team.
E sarebbe?, chiese Bumblebee con i soliti versi da radio.
"Starscream".
Tutti i presenti rimasero a bocca aperta.
C'era chi sbuffo', chi mandò quel Decepticon a farsi benedire.
"Che se ne vada al diavolo", disse Arcee.
Ma perché chiede sempre aiuto a noi? Non può arrangiarsi?, esclamò Bumblebee con i versi della radio.
"Non lo so Bumblebee", s'intromise Optimus "ma se è un'emergenza dev'essere importate. Rachet, avvia la chiamata".
Nonostante non fosse d'accordo, il medico obbedì, visualizzando sullo schermo l'immagine di Starscream.
"Era ora finalmente!", esclamò una voce.
Non era la solita voce metallica e stridula di Starscream, ma piuttosto una voce acuta e femminile.
"Con chi sto parlando?", chiese Rachet.
"Con un'umana, Alexis. Starscream sta morendo e voi Autobot siete gli unici che possono aiutarlo".
"Cosa ti fa pensare che ti aiuteremo?", chiese Bulcked.
"Sono disposta a barattare alcune informazioni top secret sulla MECH affinché possiate curare Starscream. Vi mando le coordinate della mia posizione".
La chiamata si concluse con un bip.
"Ma che ci fa un'umana con i Decepticon?", chiese Arcee.
"Forse si è alleata con loro", disse Bulcked.
"Non credo. La chiamata ha origine sconosciuta, quindi è impossibile che sia stata lanciata dalla Nemesis".
"Concordo Rachet", disse Optimus "avvia il ponte terrestre. Andiamo a recuperare Starscream".
Tutti i membri della squadra si voltarono verso il leader con in volto degli sguardi stupiti e confusi.
"Ma sei impazzito? Starscream ci ha tradito in passato", gli disse Arcee.
"È vero" disse Optimus "però si è dimostrato molto utile alla nostra causa, nonostante lo abbia fatto per i suoi interessi personali.
E poi, Alexis ci ha promesso delle informazioni segrete sulla MECH".
Rachet sbuffo', mettendosi una mano sulla fronte.
"Avvio il ponte. Voi intanto preparate la sala operatoria".
Di malavoglia, impostò le coordinate mandategli da Alexis sul ponte terrestre e lo avviò, oltrepassandolo.
Ricomparve di fronte a una navicella abbandonata con il sole appena sorto.
Starscream era sdraiato di fronte a lui con la testa appoggiata a un albero, incosciente.
Gli era accanto una ragazzina circa sui sedici anni; aveva lunghi capelli lisci e castani, legati con una coda di cavallo e gli occhi neri.
Indossava una canottiera bianca e un paio di shorts cortissimi assieme a un paio di scarponi marroni.
Sulle gambe aveva una sorta di vortici metallici che giungevano a metà coscia e anche sotto le suole dei scarponi.
In spalla aveva uno zaino nero con in vita una cintura di cuoio con su ogni fianco una pistola e un coltello.
"Sei tu Alexis?", chiese Rachet.
L'umana annuì.
Il robot prese di peso Starscream e si voltò verso il portale ancora attivo.
"Non vieni?", chiese il medico.
La ragazza lo seguì.

Appena venne portato nella base degli Autobot, Starscream venne sottoposto a una serie di urgenti cure mediche mentre Alexis rimase nell'area di gioco assieme a Miko, Jack e Raph, appena arrivati alla base.
"Dimmi Alexis", cominciò Optimus "quali sono le informazioni di cui parlavi?", chiese, calmo e pacato.
La ragazza, nonostante desiderasse rimanere da sola, accontentò il robot, raccontandogli di quel che aveva visto e sentito nella base della MECH.
"Sono disumani", commentò Bulcked.
"Sì, però che ci facevi assieme a Starscream?", chiese Raph.
"Avevamo fatto un accordo. Io l'avrei aiutato a riprendersi il T-Kog, ma lui mi avrebbe portato nella vostra base".
"Perché volevi venire qui?", chiese Jack.
"Per parlare a quattrocchi con Optimus Prime".
I robot si voltarono verso il leader, non capendo.
"Di cosa volevi parlare?", chiese Optimus.
"Hai mandato in coma mio padre. Mentre combattevi con il tuo clone, l'hai spedito nella base della MECH, rischiando di uccidere mio padre".
"Chi è tuo padre?", chiese Arcee.
"Silas".
Tutti i presenti rimasero a bocca aperta, sbalorditi.
In quel momento intervenne Rachet, mentre aiutava Starscream a sedersi su una cassa, riprendendosi dalla stasi da pochi minuti.
"Stai bene?", chiese Alexis avvicinandosi al robot, preoccupata.
Questo annuì di malavoglia.
"Perché ci tieni a lui?", chiese Miko alla ragazza.
"Lui è mio amico".
"È un Decepticon", disse Arcee.
"Lo era. Adesso è neutrale".
"Non farti ingannare da lui.
Se dovessi premiare tutti i voltagabbana che conosco, lui vincerebbe la medaglia d'oro.", commentò Bulcked.
In quel momento Rachet avviò il ponte terrestre per Starscream; con un po' di difficoltà, si alzò in piedi e si diresse verso il portale.
Alexis tentò di seguirlo, ma venne bloccata da Jack, stringendole il braccio sinistro.
"È un Decepticon", gli disse.
La ragazza vide l'amico oltrepassare il ponte, quindi non perse tempo; si divincolo', liberandosi e corse verso il portale che si stava chiudendo.
Gli altri robot tentarono di fermarla ma niente le impedì di oltrepassare il ponte, scomparendo nel nulla.

"Cosa vuoi ancora? Io ho avuto il
T-Kog e tu hai parlato con Optimus. Siamo pari", disse Starscream, accorgendosi della presenza di Alexis.
"Vengo con te".
"Era un accordo. Io l'ho rispettato e anche tu. Puoi andartene".
"Io non me ne vado".
Gli si mise davanti, bloccando il passaggio al robot.
"Noi siamo amici. Non è così?".
Starscream strinse con rabbia i pugni, perdendo definitivamente la pazienza.
"Non siamo mai stati amici! Sei stata così stupida da non renderti conto che ti ho usata per riavere il T-Kog".
Per Alexis, quelle parole furono peggio di una pugnalata al cuore e un proiettile alla testa messi insieme.
"Se è così che stanno le cose, perché non mi hai ucciso quando avevi l'occasione?".
"Mi servivi ancora".
"E nella prateria?".
"Ero ferito a morte. Ti avevo lasciato vivere affinché tu potessi chiamare aiuto".
Alexis si irrigidì mentre Starscream, che si era inginocchiato, si rialzò in piedi.
"Se vuoi scusarmi, devo tornare dal mio signore lord Megatron".
Si voltò, intento a trasformarsi.
"Aspetta!".
Starscream si girò verso l'umana.
"Cosa vuoi ancora?", chiese, di malavoglia.
"Avvicinati".
Nonostante non capisse, il robot s'inginocchiò e abbassò la testa, obbedendo alla richiesta della ragazza.
Alexis si alzò in punta di piedi e gli diede un bacino veloce sul suo mento freddo e affilato.
Starscream divenne magenta in volto.
Si alzò di scatto imbarazzato e si trasformò, volando il più lontano possibile.
"Addio", mormorò Alexis, mentre le prime lacrime avevano cominciato a scendere lungo i contorni del suo viso.

Stella UrlanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora