La mattina fu alquanto movimentata per Alexis.
Mentre Starscream rimase al rifugio per sistemare il magazzino di Energon, la ragazza girò nelle varie fabbriche della città in tutto il nord America, utilizzando ovviamente il ponte terrestre.
Ritornò al rifugio nel pomeriggio tramite il ponte, in groppa a un carrello elevatore giallo e nero.
"Sei in ritardo", disse il robot, non appena la ragazza entrò nel laboratorio.
"Non è così semplice rubare un carrello elevatore", disse, scendendo dal macchinario.
"Ti hanno scoperto?".
"No ovviamente. In qualsiasi luogo mi trova sono come un camaleonte".
Starscream la guardò interrogativo.
"Intendo dire che so mimetizzarmi in qualsiasi posto in cui mi trovi", disse, intuendo la confusione del socio.
Con un balzo salì sul tavolo, trovandoci tutto il necessario per eseguire un'operazione medica.
"Non sarà uguale a quello che utilizzano i dottori, ma è sempre meglio di niente", disse Starscream.
"Puoi dirlo forte", rispose lei, sorridendo.
Si sedette, aprendo le braccia per controllare i proiettili.
"Come ti sei procurata quei bracci meccanici?", chiese il robot, incuriosito.
Alexis alzò lo sguardo, richiudendo i fucili.
"In un incidente stradale".
"E quindi?".
"Sono sopravvissuta, ma hanno dovuto amputarmi le braccia, sostituendole con queste di ferro".
"Le avevi costruite tu?".
"Mio padre. È stato lui a tramandarmi la passione per la meccanica".
Senza dire oltre si congedò, andando nella propria stanza, lasciando Starscream solo con i suoi pensieri.
Dopo quelle rivelazioni, il robot cominciò ad intuire il motivo per cui lei desiderava andare dagli Autobot.Verso sera Starscream reimpostò le coordinate della posizione della base della MECH, permettendo a Alexis di andare, in groppa al carrello elevatore.
"Cerca di non farti scoprire".
"Cos'è? Ti preoccupi di me adesso?", chiese con un sorriso indagatore.
"Falla finita, stupida spaccona"
Alexis rise mentre attraversava il ponte, scomparendo nel nulla.Si ritrovò nel capannone, vuoto e privo di anima viva. La ragazza andò verso l'angolo più remoto, trovando il T-Kog dove lo avevano lasciato.
Fu più difficile del previsto mettere il biomeccanismo sul carrello elevatore; dovette spingere la sfera con tutte le forze che aveva, sudando sette camicie. Alla fine ci riuscì.
Fece per chiamare Starscream quando un sonoro bip l'attiro' verso una porta semi aperta.
Ci si avvicinò con passi furtivi attivando i cannoni, visto che quella porta non l'aveva vista la sera prima.
La spalancò completamente, traumatizzadosi.
C'era un uomo sdraiato su un letto d'ospedale, collegato a un flebo, con molte delle parti del corpo fasciate.
Silas."Ci hai messo troppo", disse Starscream, non appena Alexis fece ritorno al rifugio.
"Il tuo prezioso T-Kog non pesa qualche grammo, sappilo".
Scese dal carrello elevatore, mostrando il biomeccanismo.
Il robot lo prese in mano e lo appoggiò sul tavolo dietro di sé.
"Cosa c'è?", chiese la ragazza.
"Ho capito il motivo per cui ci hai messo tanto".
"Te l'ho già detto. Ho avuto delle difficoltà a mettere il T-Kog sul carrello".
"Sei sicura? Non è che riguarda Silas?".
Alexis si bloccò immediatamente, non appena Starscream pronunciò quel nome, sorridendo con un ghigno.
"Visto? Questo è anche il motivo per cui vuoi andare nella base Autobot".
"E quale sarebbe?".
"Prime ha mandato in coma Silas e tu ti vuoi vendicare. L'unica cosa che non capisco è il motivo di così tanto interessamento per quell'umano".
Alexis, che aveva repressa tutta la rabbia fino a quel momento, la lasciò uscire, sfogandosi come non aveva mai fatto prima.
"Vuoi sapere il motivo? Eccolo!
Silas era mio padre e io l'amavo prima che quel maledetto di Prime lo mandasse in coma!".
Starscream si stupì della cosa.
Non avrebbe mai immaginato che una ragazza di quel carattere poteva essere la figlia di un uomo crudele come Silas, anche se i due avevano alcune cose in comune.
Respirando affannosamente, Alexis uscì dal laboratorio con passi pesanti, dirigendosi alla sua stanza.
Poco dopo, Starscream andò in camera della ragazza, trovandola sdraiata a dormire a pancia in su, su una brandina a misura robot.
Il Decepticon attivò l'indice affilato e mirò il petto; caricò il colpo e fece per colpire, ma si fermò a un niente dal corpo di Alexis.
Stava esitando.
"Oh no...", mormorò.
Afferrò le tempie con entrambe le mani. Era come temeva. Si era affezionato a quella ragazzina.
Non mi sono affezionato. Io sono Starscream, comandante in seconda dei Decepticon e di certo non mi posso permettere di abbassare il grado della mia dignità affezionandomi a una terrestre. Gli umani sono deboli.
Mi serve ancora, si disse, cercando di giustificare quell'esitazione.
Ma quando vide Alexis dormire beata, capì che stava mentendo a sé stesso.
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Stella Urlante
FanfictionPrimo capitolo della quadrilogia "Stella" Starscream è uno dei Decepticon più crudeli, più malvagi e più stronzi che ci possano essere. E se così non fosse? Se la sua scintilla potesse essere plagiata da qualcuno? "Aspetta!". Starscream si girò vers...