t h è p u ─ h e r.

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Il dolce profumo intenso della cannella si dipingeva tra le strade di Seoul. Alberi verdognoli decorati con addobbi, lucine e fili d'argento segnavano l'agitazione e il tintinnio della città, attribuendone l'aria natalizia ancora prossima.
Tra pochi giorni ci sarebbe stata la vigilia, per questo passanti e pendolari, incuranti dei veicoli, frugavano da una parte all'altra affrettandosi nell'azzuffare gli ultimi regali rimasti. Le insegne in led riflettevano insistenti sul volto, dipingendone il profilo in una morsa quasi piacevole. Tutto aveva un calore ipnotico, simile all'odore di casa.

Jimin mi aveva da poco chiamato. Diceva di incontrarci al solito locale accanto alla stazione, un bar abituale dove i proprietari non facevano neanche domande sugli ordini, ormai abituati alle nostre scelte. Così, mi ero inoltrato tra le vie del piccolo paesino in cui vivevo, sotto molteplici e radiose stelle scintillanti, e quindi eccomi qui, a contemplare le vetrine dei negozi e le bancarelle di bejoux artigianali.

I fiocchi di neve continuavano a cadere imperterriti sulle nostre teste, senza dare particolarmente fastidio. Il vento era stabile, così come la temperatura. Nonostante ciò, la mia pelle risentiva subito il gelo, facendomi rabbrividire ogni qualvolta un soffione d'aria si scontrava contro di noi, e per questo mi toccò indossare cappotto, guanti e sciarpa. Ma era okay, alla fine potevo dire di stare abbastanza bene.

Mi concessi del tempo per osservare un po' gli ornamenti, così vagai distratto tra la gente indaffarata; bambini che giocavano col ghiaccio, mamme terrorizzate che li rimproveravano e gli schiamazzi dei ragazzini di sottofondo. Era talmente blanda quella sensazione di essere accolto e partecipe, che senza alcun preavviso, i miei occhi si chiusero seguendo il ritmo del leggero chiacchiericcio. Mi sentivo davvero bene, in quel momento. Nessun pensiero alleggiava la mia testa; ero libero da ogni preoccupazione.

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"Ciao, Jungkook-ah." Respirai il dolce tepore del caffè, dedicando un piccolo sorriso a Jimin.

Puntigliò il gomito sul tavolto, appoggiando il mento sul palmo della mano. Poi, i suoi occhi si ridussero ad una linea stretta, a forma crescente di una luna, e ghignò sghembo.

"Quindi? Devi dirmi qualcosa?"

Giusto. Forse avevo evitato troppo l'argomento? Oppure avrei dovuto dirglielo subito o in alternativa, stuzzicarlo ancora un po'?

Scrollai le spalle, sfilandomi i guanti, "Di che stai parlando?"

Lui rilasciò uno sbuffo, i suoi occhi che ruotavano all'indietro, "Ah no, hai giocato fin'ora. Adesso basta, Jungkook. Dimmi com'è andata." sbottò, con il suo dito che puntava contro il mio petto. Sorrisi.

"Mmh, mah.. è andata."

"Cosa sarebbe a dire 'è andata'? Dai, Jungkook, sei davvero un rompimento di palle!" grugnò indispettito, infine si alzò allegramente dalla poltroncina, afferrandomi le guance a mo' di coppa.

"Il mio piccolo Kookie ha un nuovo lavoro! Sono così felice per te! Sul serio, sentilo. Il mio cuore sta palpitando alla velocità della luce, perché tu, brutto stronzo, mi hai fatto letteralmente restare in ansia per tutti questi giorni."

Ridacchai spensierato, e di rimando, il mio cuore si sciolse. Jimin era davvero rimasto con l'agitazione che gli scorreva dentro, eppure mi ha lasciato spazio per poter respirare e digerire la grande notizia che mi era stata riferita tramite una lettera d'approvazione; direttamente dalla prestigiosa azienda HitBig.
Senza quel lavoro sarei rimasto letteralmente perso, in balia delle spese d'affitto e la cura personale, senza contare anche le bollette. Fui così scioccato da quella carta imbrattata d'inchiostro, che per l'euforia, picchiai il mignolo del dito contro l'asta di metallo appartenente alla posta. Ora indossavo delle garze a coprirmi l'enorme livido bluastro, i quali ammantellavano tutto il dito, ma non m'importava più di tanto.

Le ordinazioni arrivarono dopo cinque minuti. Questa volta i proprietari vollero servirci dei thè, e una red velvet all'apparenza quasi finta. Sembrava fatta di polistirolo per quanto fosse reale. E beh, era reale.

"Hey hyung, hai mai assaggiato un thè simile? Il filtro non sembra essere comune." domandai, perplesso. Il colore era nero, totalmente, e il retrogusto del profumo sembrava essere quello di qualche spezia.

Jimin controllò l'etichetta, poi disse: "The pu-her, estratto dalla Cina." fece una pausa in cui lesse gli ingredienti e continuò, "Sembra interessante. L'odore mi piace."

Mi limitai a guardarlo assaggiare il liquido bollente, in una minima quantità e con lo sguardo curioso cercavo di capire com'era. "Stai bene? È buono?"

Lui annuì giocosamente. "Molto. Mi piace un sacco, penso che dopo chiederò alla signora Sunji di regalarmi qualche bustina, e mi informerò su dove trovarlo."

Racchiusi la tazza tra le mie mani, soffiando sul bordo per raffreddare un po' il contenuto, infine cambiai discorso. Non avevo sentito Jimin per sei giorni, e vederlo accanto a me, mi fece uno strano effetto, come se avessi nostalgia di qualcosa. Avrei voluto alzarmi e stringerlo tra le mie braccia, solo per ricevere ancora quel torpido ardore d'affetto che mi vellutata l'anima di una strana consapevolezza, forse chiamata amicizia. Non so come fossi arrivato a tanto, ma non avrei vissuto sicuramente senza Jimin accanto a me; conosceva ogni mio lato, ogni mio pregio e difetto, amandomi per quello che ero. È questo quello che mi spaventava delle persone, ma lui non mi deluse. Rimase comunque al mio fianco.

"Come va con Yoongi hyung?"

I suoi occhi si illuminarono, e una rapida scintilla li attraversò. "Grazie per averlo chiesto. Sta procedendo alla grande, Kookie. Lo amo davvero tanto, spero che questa relazione possa durare, non so cosa potrei fare se un giorno dovesse terminare di punto in bianco." ammise incupendosi, magari pensando ad un futuro rotto, e che non sarebbe mai esistito. Così, gli presi la mano, e la intrecciai con la mia.

"Non succederà, hyung.  E sai perché? Perché Yoongi ti ama quanto fai tu, o anzi, forse di più. Quando a volte gli capita, anche solo per sbaglio di nominarti, un invisibile sorriso gli increspa le labbra, facendogli tradire il tono di voce. È pazzo per te, e ne sei consapevole tu stesso." lo rassicurai, accarezzogli il dorso. Lui sorrise teneramente, annuendo.

"Oh, sai che non gli ho preso ancora il regalo? Dio, Jungkook, dopodomani tutti i negozi chiuderanno e io non so cosa prendergli. È di questo che volevo parlarti. Che devo fare? Sono così impanicato. E se non trovassi niente entro quel giorno? Sono morto." piagnucolò.

"Quanto è stupido, santo cielo." pensai, scuotendo impercettibilmente la testa.

Finii il thè ─il quale alla fine si verificò essere eccellente, e mi rimisi i guanti, tirando assieme anche Jimin, che nel frattempo continuava a disperarsi per il regalo che doveva ancora fare, "Dai, idiota, andiamo a cercargli qualcosa di costoso."

Lui ansimò. "Costoso? Yah, vacci piano, non sono ancora un modello di Saint Laurent!" e con ulteriori imprecazioni e borbottii, uscimmo dal locale.

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heilà! vi prego sempre di
motivarmi a scrivere, soprattutto in questo periodo in cui sono letteralmente in pausa. (sapete che sono in hiatus solo per questo motivo e mi dispiace..)

comunque, la presenza di Taehyung comparirà di sicuro prossimamente.
non ho intenzione di appaltarlo in qualche capitolo, rendendo la storia senza senso. quinsi vi prego di pazientare.

grazie tantissimo per essere sempre rimaste qui, ve ne sono grata. (:

❝ Saudade ❞  ━ SEQUEL VKOOK. [HIATUS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora