Capitolo 2: -Il Ragazzo Dello Scontro-

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Ogni giorno sempre uguale, lunedì, martedì, mercoledì, come il resto, poi domenica e di nuovo lunedì.

Ormai si sa, la vita di un adolescente è così schifosa, che nemmeno un bagno pubblico riuscirebbe a batterla.

"Ascoltatemi tutti, oggi non esigo persone impreparate all'interrogazione."
Con un aria cattiva e severa, disse la professoressa nordigno.

"E anche oggi prenderò due"
Affermo in testa.

Con perfidia inizia a vederci in viso, facendo la solita sensitiva di sapere chi ha studiato e chi non ha studiato.

"Oblivion, hai studiato?"
Sorride con malizia e cattiveria.

Merda sono fottuto. Ripongo il quaderno preso, e le do una semplice risposta.

"No, avevo da fare, ieri."

"È la seconda volta che la trovo impreparato, sarò costretta a chiamare un tuo genitore."
Soddisfatta la prof.

"Beh, faccia pure, però chiami mia madre, mio padre è morto."
Prendo ed esco fuori innervosito.

"Per me."
Apro la porta, esco e la sbatto in un modo che anche chi sta al primo piano senta.

All'improvviso esce Oppa e mi raggiunge di scatto.

"Manny, cosa ti è preso?"
Mi chiede paralizzata.

"Niente, solo un piccolo esaurimento mentale, dedicato, anche se non lo capiranno mai, a tutte quelle persone che voglio vedere bruciare e morire in una piscina di lava."

Stanco mi poggio al termosifone e faccio un paio di respiri profondi

"Manny, per il due, la prof alla fine non te lo ha messo, però ha detto "che sia l'ultima volta", che ti presenti impreparato con lei."

"Ok, ora però non rientro, aspetto che la campanella suoni."

"Non preoccuparti, la prof te lo permette di restare, almeno credo."

"Almeno credo?"
Scherzandoci su

"Si, infondo lei è l'unica che capisce le nostre situazioni in classe."
Facendo gesti con la mano tipo uno che approfondisce un argomento di filosofia

"Mi farai compagnia, vero?"
Implorandola

"Vabbene, se qualcuno che sia un professore o che sia un bidello diciamo che non ti senti molto bene."
Inventando idee, la tipica brava ragazza

"Hai mai preso un rapporto?"

"No mai."
Mi sbarra gli occhi.

"Chiedevo solo eh."

Ad un tratto suona la campanella, vedo uscire un ragazzo da una classe forse terzo superiore, e si dirige verso la nostra posizione.

Mentre parlo con Oppa, qualcuno mi colpisce la spalla, tipo come succede tra passanti in una solita via pedonale di New York.

La persona in questione è il ragazzo che ho intravisto prima di sfuggita.

"Ehy, attento."
Dico io appena poco dietro la mia schiena.

"Ma che vuoi?"
Tipico pagliaccio di passaggio.

"Devi stare più attento, alle persone che passano, non puoi avere un corridoio tutto per te."
Confermando la mia tesi con Oppa.

"Io faccio quello che voglio."

Un Boss di sto cazzo, già.

Oppa mi prende per il braccio destro e mi trascina in classe.

"Manny, ti ricordi di quello?"

"No, chi lo conosce."

"Non ricordi un ragazzo alla fermata?"

"Chi? Perché? Cosa?"
Le solite domande da porre, a un amico che ti chiede un evento passato, che non ricordi.

"Quel ragazzo che fissava la nostra direzione, e che fissava te."

"Ah, aspetta ora ho capito, il tizio che mi fissava tre, quattro volte in un totale di 2 secondi, e 4 secondi di pause?"
Viva il non capire

"Detto anche così vabbene."
Ridendo sul non capire.
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"Forza svelti a salire."
Calmo autista eh

Uno per due, due passi, scaletta del pullman, il mio posto infondo che mi aspetta, sempre pulito e ben ordinato, ma come ogni pomeriggio trovo ai posti vicini Rayel e Benjamin.

"Tutto bene?"
Mi chiede Benjamin

"Ehm, normale, solito schifo."
Scocciato nel dirlo.

"Non c'è un giorno che ami i colori o la vita, eh?"
Basita, Rayel, della risposta.

"Ma Rayel, non sono affari tuoi, questi."
Contrabatto, avviando una discussione.

"Vabbè inutile discutere con te."
Rayel mi da sui nervi.

Prendo lo zaino e scendo alla mia fermata, come sempre isolata, ma forse stavolta qualcuno ci sta.

Come mio solito lunedì prendo e vado al parchetto abbandonato dove mi siedo tra le panche in marmo e guardo le foglie di ciliegio ormai secche cadere, ed è in quel momento che la loro vita finisce.

Qualcuno disturba il mio vedere, una gang di ragazzi sui quindici anni che portano con loro la cassa portabile.

Mi rifugio nella torre per non farmi vedere e aspetto che i soldati cattivi passino tra le panche in marmo, silenziose come me in questo preciso istante.
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L'aria oggi è decisamente fresca e perfetta, perfetta per uscire.
I compiti aspetteranno, ho voglia di scendere.

"Lucy oggi scendi?"
Dico sperando in una risposta positiva

"Si, a che ora?"

"Tipo ora."

"Ok, ci vediamo alle scuole."

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Dieci minuti alla fine, tipo i film sul ferma tempo

Vedo Lucy, vestita in nero, stima profonda per la ragazza

"Hi, Manny"

"Hi, Lucy"

"Dove andiamo?"
Chiedo io

"Parco Del Governo?"

"Ok."

Il cielo è decisamente fantastico, il sole che scompare, e il sù che prende un color simile alla sabbia delle coste del Cile.

Gira lì, gira là ed eccoci qua.
Parco isolato, c'è solo della gentaglia in fondo, tipico del pomeriggio.

In fondo, è la zona più tranquilla.

"Sediamoci qui."
Dice Lucy

"Scende qualcuno dopo?"
Chiedo sfacciatamente

"Si, penso Vale."

La gentaglia seduta poco dopo di noi, sono tutti Boss di sto cazzo, quando la gente così scomparirà?

Difficilmente non conoscere alcuni di loro, tra cui ci sono i più conosciuti del comune, Evan, Brett, Kyle.

Tra loro, noto il tizio dello scontro, il primo che ucciderei, se potessi.
D'altronde non sapevo fosse di qui.

A volte tende a girarsi nella nostra posizione, io faccio finta di niente, conversando con Lucy.

I suoi sguardi mi suscitano qualcosa di inspiegabile, qualcosa di indescrivibile.

Mi perdo, non mi riconosco.

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Domanda dall'Autore

La vostra canzone preferita?

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Ogni 5 capitoli indroduco una canzone alla fine, per la conclusione di ciò che è accaduto fino a quel punto =)

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