Capitolo 5: -La Sua Identità-

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Amo Tumblr, però adoro anche Instagram.

Di solito i social, a mio parere, sono dannosi nell'ambito psicologico della persona, ma ad oggi senza social e impossibile viverci.
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Tra una foto e un'altra vedo la foto di Richard, la persona più meschina e prepotente al mondo.
Andavamo alle medie insieme, l'ho sempre odiato, si crede "sono potente e tu no". All'inizio della prima media abbiamo sfiorato la rissa, già.

In questa foto scura, colpa dell'effetto, si intravede lui e il tizio dello scontro..

"ASPETTA C O S A, si conoscono?!"
Dico tra me e me, frullando il mio cervello avvolto da mille punti interrogativi.

Ora posso capire il perché è così prepotente e si crede chissà chi, uguali.

Apro il suo profilo, e come da sempre, la maggior parte dei profili sono privati, il suo ne fa parte, da come si intuisce dal suo nome, si chiama Jammy

"Figurati se io Manny Oblivion, mi metto a mandare la richiesta a una persona del genere."
Mi affermo, cercando di cambiare subito profilo.

Manco il tempo di cambiare profilo e mi chiama Oppa.

"Ehy Manny, allora ci sei questa sera?"

"Probabilmente, Oppa."

"Se vieni ci vediamo al parcheggio dietro il municipio."

"Va bene"

Attacco la telefonata e mi precipito nell'armadio per vedere cosa posso mettere, felpa nera, jeans strappati, scarpe nere in pelle, abbigliamento perfetto.

Inizio a controllare l'ora. È presto.

Vado sul mio lettore musicale del cellulare e ascolto un paio di canzoni adatte al momento.
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"Io scendo."

"Ok Manny non fare tardi."
Mi ordine Mamma Rosalìa prima di accendere il fuoco, come d'abitudine ogni sera.

Il viale numero ventisette, scritto sull'insegna posta alla destra della strada.

Il percorso che attraversa il viale porta lungo una fermata post-pullman che mi porterà in centro.
Intorno è pieno di alberi abbastanza alti, scuri.
La stradina è ormai leggermente distrutta a causa delle macchine che la vi si attraversano ogni istante.
L'aria che parcheggia lungo il viale è fresca e leggermente gelida.

Arrivato alla fermata trovo lì un adulto, sicuramente straniero, quel che vedono i miei occhi.
Strano sotto i miei punti di vista.

Un clacson si sente da lontano, il pullman che arriva, a quest'ora di tardo pomeriggio è il solito a fare tardi, stranamente oggi è arrivato molto in anticipo.

L'adulto poco affianco a me, è molto pallido a con se un orologio porso non in torno al polso ma bensi sulla mano.
Tendo ad accavallare lo sguardo su quell'orologio.
Quelle lancette mi mettono un po' d'ansia, teoricamente parlando.

Provo a testare una cosa, giusto per vedere la sua reazione.

Mi avvicino allo sconosciuto adulto alla mia sinistra e gli rivolgo tutta la mia direzione.

"Mi può dire l'ora?"
Gli chiedo sfacciato.

"Certo, sono le 19:05"

"Grazie."
Per ringraziarlo anche se mi fa male farlo faccio un sorriso non troppo grande.

La sua reazione è stata normale, la stessa reazione di qualunque sconosciuto che si conosce alla fermata del pullman.

Il pullman è qui, apre le magiche porte e come mio solito salgo di dietro, lo sconosciuto non sale, e ogni due secondi che passano si gira e guarda alla sua direzione opposta.

Mai vista persona più strana, aspetta forse si. Me stesso.
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Scendo alla fermata davanti il municipio e scavalco i cespugli per andare al parcheggio.

Amo quel parcheggio. E sapete il perché?
Di fronte ci sta un tabacchificio abbandonato da ben cinquant'anni.

Sono andato in quel tabacchificio minimo dieci volte, quando non ho niente da fare vado lì e rifletto.

Guardo attorno le auto per cercare di intravedere Oppa.
Ma niente da fare.

Sento una forza perlustrante che cammina soppiatto dietro di me.
Mi giro è Oppa, intenda a farmi spaventare, missione fallita ragazza.

"Tu far spaventare me?"
Le pongo facendo una guardata ammaliante.

"Sono una stupida, già"
Dice lei abbattendosi, scuotendo la testa.

"Almeno c'hai provato."
Le dico cercando di farla risalire su.

"Giusto. Andiamo in centro? Per il festival?."

"Va bene Oppa."
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A passo lento e sereno camminiamo sulla strada ricca di pietre minute.

"Ah Oppa, girando su IG ho trovato il tizio dello scontro. (ormai battezzato da me con questo nome)"

"Davvero? Seguilo"
Stupita dice Oppa.

"Ma sei pazza, io non seguo gente della prima categoria, assolutamente no."
Dico io facendo gesti 'No' con le braccia.

"Che ne dici andiamo a mangiare qualcosa?"
Mi chiede Oppa, con lo stomaco che brontola

"Per me è Ok."
Dico io Facendo una faccia da indifferente.

Arriviamo al nostro Bar preferito del comune e prendiamo d'asporto.

Prendiamo due porzioni di patatine e ci sediamo poco più lontano, di fronte una banca.

Tra le parole che ci scambiavo e tra l'orientamento che mi cresce. I soliti tossici nella nostra direzione lontani nell'ambito di metri.

Intravedo il tizio dello scontro o meglio Jammy che ci osserva e se la ride sotto.

Faccio uno sguardo ad Oppa e lei all'istante mi capisce subito.

"Manny vuoi che andiamo?"
Mi chiede Oppa poggiandomi una mano sulla spalla.

"No, perché dovremmo?"
Le dico io rivolgendomi con una faccia dubbiosa.

Non volendo farci caso noto di nuovo Jammy che ride ed è lì che perdo il controllo e parto.

"NO MANNY FERMO, NON FARE CASINI, ALMENO PER QUESTA SERA, SAI CHE MINIMA COSA POI NE PARLA TUTTO IL COMUNE."

Le parole di Oppa al momento mi entrano e escono dalle orecchie.
Prendo il mio cibo lo butto nella spazzatura di fronte al marciapiede.

Vado nella sua fottuta direzione, e lui vedendomi fa altrettanto con le mani nella sua felpa Thrasher.

Ci incrociamo a distanza di manco un metro, ci lanciamo sguardi satanici, Oppa mi raggiunge e si sposta alla mia destra poco distante da me.

E inizio a cacciare le prime parole che mi vengono.

"Cosa diavolo vuoi da me?."

Tutto si ferma.


Song: Complicated.
Artista: Avril Lavigne.

Ed ecco a voi la canzone di fine quinto capitolo (ascoltatela mentre leggete il capitolo, rende la lettura più realistica)

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