Black Coat

Capitolo 3: -Sguardi Nel Vuoto-

Dal capitolo precedente

A volte tende a girarsi nella nostra posizione, io faccio finta di niente, conversando con Lucy.

I suoi sguardi trasmettono paura, dicono molto.

Mi perdo, non mi riconosco.

Continuazione

Vale arriva e con lei porta tra le mani per poi poggiare alla bocca una sigaretta mezza finita.

"Ragazzini, cosa ci fate tutti soli qui?"
Momento d'ironia

"Niente Vale, e solo che, c'annoiamo"
Momento di noia per me

"Lì c'è gente, vado a chiedere qualche sigaretta"
Valentina la scroccona

"Come vuoi."
Dico io

"Voi finitevi questa, ci fate giusto due, tre tiri"
Dice Valentina facendo la sapientona

"Ma noi non fumiamo"
Risponde Lucy

"Vabbè c'è sempre una prima volta"
Prendo la pietra vicino la mia scarpa destra

"Tipo questa."
La lancio contro la statua in ferro al centro del parco

La pietra ci mette circa un momento ad arrivare in cima, alla punta della testa della statua, i giochi di parole.

La botta fa girare tutti, ed io mi nascondo in figura di Lucy

"Vabbè io vado a scroccare le sigarette"

"Vai Lucy prima tu."

"Perchè prima io?"

"Perchè sai com'è, prima le donne."

"Uff, vabbè, tanto sono più coraggiosa di te, sono certa che non lo fai."

Convinta, eh?

"Ok, ora dammi."

Prendo la sigarette tra le dite di Lucy e la porto al labbro inferiore, tiro, cercando di portare il fumo ai polmoni, sento una breve fiamma, nata alla gola, che mi porta a tossire.

"MANNY SMETTILA DI TOSSIRE, TI GUARDANO TUTTI LÌ."

"C-ome fa-ccio"

Dopo un minuto circa, riesco a fermarmi e noto che il tizio dello scontro, mi fissa, ridendo sotto i baffi, Lucy lo nota e mi trattiene.

"Aspetta, Aspetta."
Lucy cerca di calmarmi e mettersi davanti.

"Ma che sta succedendo"
Arriva Vale, sorpresa

"Ti spiego dopo, portiamo Manny via da qui."
Le dice Lucy guardando il mio stare nervoso.

Mi portano al pattinodromo dove ci sono gli altri, e Vale, mi chiede cosa sia successo mentre lei era impegnata a chiedere le sigarette.

Chiamo lei e Lucy a disparte e gli spiego tutto, da quel giorno alla fermata del pullman.

"Ehm, non saprei proprio, forse ti ha preso di mira, boh"
Lucy che cerca di dare aiuti che non servono.

"Non lo conosco, purtroppo. Non l'ho mai visto per il comune."
Annegata nei suoi pensieri, dice Vale

"Lasciate stare, era solo per spiegarvi come mai ce l'avevo tanto con lui, tutto qui, almeno non mi credete pazzo."
Riferisco ridendo.

"Vado a farmi un giro con i pattini."
Prende e va e mettersi i pattini, Vale ha sempre avuto una passione per queste cose.
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Ritorno a casa, e mi incammino per il maestoso viale ricco di pini alti e scuri, il cielo anche questa sera è stupendo, un celeste profondo che mi porta brividi lungo il petto.

Ed ecco casa mia, già immagino le cazziate che dovrò subire.

"Come mai così tardi?"
Chiede Mamma Rosalìa, incazzata.

"Sono passato da Oppa per una questione di scuola."
Le dico guardando le mattonelle che coprivo con i miei piedi.

"Non voglio più ritardi."
Esige Mamma Rosalìa.

"Ok, posso andare in camera, ora?"
Le chiedo spingendo un sorriso forzato.

"Vai pure, ricorda la sveglia per domani."

"È automatica, non c'è bisogno di aggiornarla."
Cerco di trattenere le risate.

"Ah questa tecnologia, più avanti si va, e più male ci troviamo, non avremo più a che fare con la mente."

"Già."
Mi appresto ad andare in camera con la voglia di ascoltare un po di musica, ne ho bisogno.

Quella finestra, si proprio quella finistra, è la mia, proprio la mia, quella che sta nella mia camera, fantastica in tutto, mi permette di vedere il tempo e ciò che trasmette, nei momenti di bisogno, mi aiuta, mi salva, mi consiglia, mi fa riflettere. Formata da due divisioni in legno lucido, e una sbarra che copre la parte esterna a forma di linee in diagonale con una spaccatura centrale. La adoro.

"Tutto è finito, tutto si sente, nulla si odora e nulla si fa"
-senza un motivo per cui pensarti qui.

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Domanda dall'autore

Vi rivedete in Manny?