VII) Luglio - I tuoi riflessi stanno peggiorando

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Criminal AU

"Dovremo rimandare questa piacevole discussione a dopo, Namjoon-ah mi aspetta per la missione."

Rialzandosi dal tappetino posto sul pavimento della palestra, Yoongi tese la propria mano verso quello che poteva chiamare un allievo. Agente segreto ormai da anni, era stato incaricato di istruire nuove reclute, tra le quali il giovane davanti a sè.

Perfetto in ogni ambito, Jungkook stupiva il proprio maestro, passando a pieni voti ogni test. L'unico suo difetto fu il combattimento corpo a corpo, nel quale Yoongi lo metteva alla prova ogni settimana. Sapeva bene che avrebbe superato anche quella difficoltà e sarebbe diventato un buon agente, ma a Yoongi piaceva stuzzicarlo.

"Salvare il mondo dalla droga?"

Accettando l'aiuto ed alzandosi, Jungkook si aggiustò la felpa e chiese curioso l'obiettivo della missione di Yoongi.

"Più un 'salvarvi il culo da un assassino'. Tu continua ad esercitarti, i tuoi riflessi stanno peggiorando. Se vai avanti così potresti non ricevere mai una missione."

Allontanandosi per il ritardo, Yoongi salutò il giovane con un semplice cenno della mano, al quale Jungkook rispose: "Fossi in te non mi preoccuperei del mio di lavoro, hyung."

"Dicono indossi una maschera. Non abbiamo prove certe ma una vittima l'ha riferito poco prima di morire." Namjoon entrò nell'edificio disabitato prima di Yoongi, riferendogli le informazioni base: un criminale aveva da settimane assassinato diverse spie della loro stessa agenzia, il loro compito era controllare un indirizzo sospetto vicino al luogo dell'ultimo omicidio.

"Yoongi-hyung?"

Cadendo dalle nuvole, l'agente si rese conto delle parole del collega, che si era girato per assicurarsi della sua presenza, fisica e psicologica. "Scusa, ci sono."

"Sovrappensiero?"

I due iniziarono a salire cautamente le scale.

"Forse."

"A causa di un giovane apprendista con due occhi innocenti che pende dalle tue labbra?"
Oltre che un collega, Kim Namjoon era amico di Yoongi da tempo per non notare un certo suo interesse verso il ragazzo. E sarebbe stato un cieco se non avesse notato anche gli occhi a cuore di Jungkook quando assisteva alle loro prove di combattimento. "Oh, hyung. Quel ragazzo ti adora, sei il suo modello di riferimento. E penso anche qualcosa di più.."

L'insinuazione aveva solide basi. Oltre ad apprezzarsi fisicamente, i due avevano passato molto tempo insieme a discutere e parlare di diversi argomenti. Quelli principali solitamente erano l'ingiustizia e la corruzione presenti nella loro agenzia, ma da lí il discorso sfociava sempre su altro e Yoongi apprezzava molto il modo di pensare del giovane. Che Jungkook provasse lo stesso non sarebbe mai stato sicuro al 100%, ma c'erano buone possibilità che lo fosse.

Nonostante ciò, Yoongi prediligeva il lavoro alle relazioni, e con un "Non importa ora, finiamo questo sopralluogo velocemente e torniamocene a casa." invitò Namjoon a controllare la parte destra dell'edificio mentre lui stesso si sarebbe avventurato in quella sinistra.

Sinistra era anche il tipo di atmosfera in mezzo alla quale Yoongi si ritrovò: buio, sporco e vuoto, l'edificio non sembrava presentare segni di vita recenti, eccetto per una rosa rossa, per terra, ai suoi piedi.

Sentii degli scricchiolii, causati forse da movimenti veloci su pezzi di carta abbandonata per terra, e capí di non essere solo.

"So che sei quì."

A qualche secondo di silenzio seguí un rumore sempre più vicino e senza accorgersene, improvvisamente, Yoongi si ritrovò contro ad un muro, con un coltello puntato alla gola. Il suo aggressore portava una maschera raffigurante un coniglio, stilizzato ma d'effetto, con gli occhi rossi e un sorriso inquietante.

Quando questo allentò la presa sul coltello, Yoongi avrebbe dovuto contrattaccare e girare la situazione a suo favore. Eppure ne fu incapace: l'aggressore tagliò con il coltello il nastro che teneva la maschera attaccata al viso, facendola cadere a terra e mostrando cosí il suo vero volto.

"Dicono che i miei riflessi siano peggiorati. Lei cosa ne pensa, agente?"

Jungkook.

Molte sicurezze furono spazzate via di colpo: l'innocenza e la fiducia erano solo due di queste. Yoongi si sentí prima di tutto ferito. Dopodiché cercò di comprendere, capire la ragione per cui un ragazzo come lui avrebbe agito in quel modo, ma soprattutto si chiese chi fosse veramente.

"Jung-?"

Jungkook sorrise, non più dolcemente. In quel momento l'apprezzamento della bellezza del ragazzo fu amaro. "Su, non essere così deluso. Dopotutto non sono poi così scarso come spia, vero?"

"Da quanto?" Da quanto tempo mi hai mentito? avrebbe voluto chiedere Yoongi, ma la questione non riguardava solo lui. Dovevano esistere ragioni maggiori per cui Jungkook fosse entrato nell'agenzia come recluta: avrebbe potuto uccidere senza rischiare la copertura.

"Da sempre. Puoi decidere se spiattellare tutto oppure mentire e aiutarmi a distruggere dall'interno questa organizzazione che odi tanto. A te la scelta."

Improvvisamente tutte le domande curiose del giovane riguardo le sue opinioni ebbero senso. Quasi Yoongi aveva creduto fossero per puro interesse. Eppure continuava a non capire il motivo per cui Jungkook avesse fatto ciò che aveva fatto. Aveva controllato i registri: le spie assassinate erano in realtà agenti corrotti o colleghi che possedevano giri di droga e armi illeciti. Stava trovando un modo per non biasimarlo, ma non comprendeva il perché del suo ingresso in agenzia.

"Perchè? Ti stai esponendo, rischiando tutto. Per cosa?"

Jungkook si chinò.
Yoongi pensò volesse riprendersi la maschera e scappare, magari ucciderlo, ormai sapeva troppo. In realtà il giovane prese in mano la rosa rossa e l'appoggiò sulle labbra, si alzò e la porse a Yoongi, guardandolo in modo serio.

"Per te. Ti voglio al mio fianco."

Jungkook non fece in tempo a sentire la risposta, sparendo poco dopo, quando i passi di Namjoon iniziarono a farsi vicini e il criminale decise di perdersi nell'oscurità.

Notando un biglietto attaccato allo stelo del fiore, Yoongi lesse le poche righe a lui dedicate e la promessa finale del giovane. Avrebbe voluto fargli molte domande, eppure ormai Jungkook era scomparso.

Lo lasciò solo, con una rosa in mano e molti dubbi in testa. Con un cuore palpitante e un senso del dovere incerto.

Con un collega preoccupato sulla soglia della porta e un fiore nascosto dietro la schiena.

Con un collega preoccupato sulla soglia della porta e un fiore nascosto dietro la schiena

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a year of (yoonkook) fanfictions  | baby's bdayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora