Sei la mia vita

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   Non so se avete notato che dopo la delusione  dell'Italia non mi sono fatta viva, è stato un colpo basso.

Eccomi qui ragazze. Con tante novità sulla prossima storia e su altre storie!

Questo ragazze è l'ultimo capitolo, quindi manca solo l'epilogo. Ci vediamo giù <3 Ci sono due pagine di spazio autrice importantissime. 


15


Torino, Inizio campionato.



Non ero mai stata così felice come quel giorno.

Il mio fidanzato stava giocando per la prima volta con la maglia numero 10 e aveva appena fatto un goal.

La fierezza ero io in persona.

Questo per lui significava tutto, significava ricominciare e ad avere di nuovo fiducia in quello che faceva. Rientrare non era stato semplice, seppure mio padre lo avesse preparato bene, era comunque difficile tornare ai ritmi di un calciatore di seria a. Per di più non era stato facile essere di nuovo il beniamino dei tifosi, quando si perde il trono è difficile tornare in cima. Anche il gruppo aveva bisogno di fidarsi di nuovo di lui, c'erano stati problemi e molti aveva ancora pregiudizi di quel Paulo che dopo una partita, se non in campo stesso, dava di matto.

Ma il gioiello non aveva mai brillato così tanto come lo stava facendo adesso.

La mia famiglia aveva lasciato HampTown, dopo un mese dalla mia partenza, mio padre si ero convinto che la scelta migliore per tutti fosse stare uniti. Mia sorella Audrey aveva preso ruolo in uno studio pediatrico, dopo sette anni di studio matto, Ashton aveva perso qualche kilo e arrivato alla forma che mio padre voleva e poi mio padre aveva ricompensato i suoi sacrifici scrivendolo al conservatorio. Agnes aveva scelto ingegneria meccanica ed il suo primo giorno sarà proprio domani. Sono più emozionata di lei.

Circa me, inizierò l'università di Management delle Imprese e ho molti sogni da realizzare.

Anche se Paulo era sogno più grande per me, avevo molte ambizioni, volevo una carriera e delle soddisfazioni lavorative. Poi chissà, tra qualche anno, il matrimonio ed dei bambini.

A mio padre era stato chiesto di allenare il Torino, ma ha rifiutato. Per tutta la sua vita è stato sempre sotto i riflettori, sempre quello severo, duro che comandava, e per fino io lo definivo così fino a quando non mi ha sorpreso quella sera nel bosco.

Bisogna dare un'altra occasione a tutti. E' vero, mio padre né avute molte e sprecate molte, ma non dargliela anche questa volta sarebbe stato contro producente per noi, non per lui. Lui avrebbe incassato il colpo, perché sapeva quello che aveva fatto in passato, ma noi? Noi avremmo vissuto con il dubbio per sempre.

Ma non è stato tanto il rifiuto come allenatore ad averci sconvolto, più che altro ha deciso di entrare a far parte del team work della Juve, aiutando i ragazzi negli allenamenti e tutte quelle cose lì.

Impressionante.

Mio padre aveva rifiuto sempre tutti i team work possibili, lui odiava il gioco di squadra. Ma credo che Paulo gli abbia fatto cambiare idea, perché si era reso conto di quando il gioiello si fosse spento dopo aver allontanato tutti e lui si era rivisto in tutto quello che era capitato a Paulo.

Break - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora