Capitolo 2

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Rimasi sbalordita quando notai che avevano catturato l'attenzione di tutti. Come potevano essere così stupidi? Maschi, sempre i soliti. Si muovevano danzando, agitando i pompon e ripetendo in coro che ci sarebbe stata una festa nella palestra del college, sabato sera. Sbuffai nel vedere che molti ragazzi avevano già gli occhi lucidi, il sorriso a sessantadue denti e le scommesse che iniziavano a volare tra di loro e gli amici. Approfittai dell'attenzione rivolta alle papere per entrare al college senza che nessuno mi notasse. Salii nella mia stanza, gettando borsa e libri dove capitava. Mi buttai di schiena sul letto, respirando profondamente, le mani sul viso. "Ce la farai anche oggi, vedrai. Sii forte, alzati e sorridi." Mi dissi tra me e me.

«Hey, sei arrivata?»

Vidi sbucare Jess dalla porta del bagno. Il cuore iniziò a martellarmi forte in petto per la paura che avesse ascoltato ciò che avevo appena detto. Mi tirai su dal letto, mettendomi a sedere con le gambe incrociate, cercando di essere più naturale possibile.

«Jess ehm...si, sono appena arrivata.»

«Stai bene? Ti vedo strana.»

«Sto meglio di quanto tu creda, non preoccuparti.»

«Sicura?»

«Sicurissima.»

«Mmh, va bene. Hai visto lo spettacolo che stanno facendo là fuori?»

«Sì, ho visto. Ma da quanto stanno laggiù a mettersi in mostra?»

«Saranno circa dieci minuti, forse qualcosa in più.»

«Wow.» La mia faccia fu epica. La bocca si spalancò mentre gli occhi si sgranavano sempre più. «E tutti stanno ancora a guardarle?»

«A quanto pare.»

«Che schifo.»

«Già. Ma comunque...dobbiamo andarci a quella festa di cui parlano?»

«Non lo so Jess, sai che non mi trovo molto bene a questo genere di feste.»

«Starò io con te. Non ti lascio sola, promesso. Dai, andiamoci.»

«Ci penserò, okay?»

«Ok.»

«Io vado in classe, tra un po' iniziano le lezioni. Ripasso fisica e vado interrogata.»

«Vorrei avere anch'io questo spirito di volontà come te, ti invidio.»

«Non esagerare.» mi misi a ridere.

«Ci vediamo in classe.» mi sorrise.

«A dopo.» ricambiai.

****
Sfogliavo il libro di fisica, ripetendo correttamente pagina per pagina. Intanto, la classe iniziava a riempirsi. Come al solito, gli studenti entravano in aula senza nemmeno notarmi. E meno male. Un buongiorno usciva dalle loro bocche, che veniva ricambiato educatamente dal mio. La leader della classe entrò insieme alle sue pecore da compagnia, aggredendo una ragazza che si era seduta al suo posto. La fece guizzare dalla sedia, ottenendo così la postazione. Ovviamente quella ragazza era umiliata, anche se gli elementi presenti in classe erano ancora pochi. Quanto la capivo. Odiavo Leila. Non ho mai negato che fosse bella, ma è troppo vanitosa ed esibizionista. Credeva di essere la principessa Kate, moglie del principe William? Pff, su questo si sbagliava di grosso. Ovviamente era un'altra bionda, come le altre. Quella mattina indossava una mini gonna viola, con le frange bianche sotto. Una T-shirt a canottiera dello stesso colore, con il numero 15 stampato al centro. Le intravedevo l'intimo, sia della parte A che B, era assurdo. Naturalmente, le altre erano vestite come lei. Si girò verso di me, lanciandomi uno sguardo truce e fulminante, ed io, come una stupida, mi rannicchiai tra me e me, temendola immediatamente. Per tutto il tempo non avevo fiatato, se non per ripetere la lezione. Ma smisi anche di far quello, iniziando a ripeterla mentalmente. Provavo vergogna nel ripeterla con la consapevolezza che lei mi stesse guardando o ascoltando. Avevo paura che avrebbe potuto umiliarmi davanti a tutti o ridere di me, facendomi sentire non molto bene. Dovevo scacciare quella paura, tanto avrei comunque dovuto parlare dopo, col professore, davanti a tutti. Che vergogna. "Basta pensare, ripeti.", diceva la mia vocina. Così continuai, arrivando all'ultima pagina, all'ultimo rigo, frase e parola. La sapevo. Avevo imparato alla perfezione quaranta pagine, mi sentivo realizzata. Ero preparata, mi sentivo sicura, almeno dal punto di vista scolastico. Qualche secondo dopo, vidi arrivare Jess, intenta a leggere la lezione sul suo libro di fisica. Alzò la testa, dando il buongiorno e ricevendone pochi in cambio. Leila e il suo branco la guardarono male. Ti pareva. Chi non guardavano male quelle tipe?

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