Capitolo 6

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Uscita dal college mi dirigevo verso casa insieme a Jess. Me ne stavo sulle mie, guardando la strada, pensierosa.

«Non hai detto una parola per tutto il giorno. Ho visto anch'io cos'è successo.»

«Mi dava sui nervi.»

«Ma perché? Sembra un ragazzo così dolce.»

«Non lo so, mi fissava.»

«Embè? Logico, ti parlava e non rispondevi.»

«Mi vergognavo.»

«Non ne hai motivo. Mi ha fatto tenerezza, potevi benissimo dirgli qualcosa.»

«Gli ho detto che non volevo non parlare con lui.»

«Sì, e tutto il resto, che non è stato molto gradevole, sai?»

«Pff.» sbuffai, alzando gli occhi al cielo. «Almeno ho parlato.»

Continuammo la nostra strada senza dire una parola, quando da lontano sentii una voce.

«Hey, aspetta!»
Mi girai per scoprire chi fosse, quando vidi avvicinarsi a me la figura di Liam.

«Oh merda.» dissi a voce alta.

«Vai bad girl, ci vediamo a casa.» urlò Jess allontanandosi, ridendo dopo aver visto tutto.

«No Jess, aspetta!»

«Oh guarda, è tardi ed ho una faccenda da sbrigare. A dopo!» continuò a ridere.

"Stronza." Bisbigliai, e non so perché anche a me scappò un sorrisetto.
Nel frattempo, Liam era sempre più vicino. La distanza tra noi diminuiva, fin quando ci trovammo divisi solo da pochi centimetri.

«Hey.»

«Ciao.» abbassai il capo.

«Possiamo parlare?»

«Cosa c'è?» dissi pestandomi i piedi.

«Scusa per oggi.»

«Non preoccuparti.»
Ci fu un attimo di silenzio, intorno a noi il vuoto. Eravamo in un quartiere abbastanza tranquillo, quindi non c'era nemmeno l'ombra di un insignificante rumore. Alzai lo sguardo, mentre reggevo il mio ciuffo ribelle con la mano sinistra. Notai i suoi occhi nuovamente fissi sul mio polso, e a quel punto abbassai il braccio, coprendolo per bene con la felpa. Indietreggiai, allontanandomi.

«Ciao Liam.»

«No, aspetta.»
Afferrò la mia mano, tirandomi a sé e cingendomi il bacino con le braccia. Andai in panico di fronte a quell'azione. Mi liberai immediatamente, il cuore mi traforava il petto, il sangue scorreva veloce lungo le vene, e il respiro molto affannato.

«Ma insomma, chi sei?»

«L'unico ragazzo che ha notato il dolore che porti dentro.»

«Che cosa vuoi da me?»

«Voglio salvarti la vita.»

«Nessuno conosce la mia vita, nessuno conosce me, nessuno può salvarla.»

«Io ti conosco.»

«Ci siamo incontrati solo due volte, entrambe per puro caso. Alla seconda ero al corso di scienze, e mi hai fatta anche richiamare dal signor Lincoln. E anche questa è stata un caso!»

«Hai dimenticato quella volta al Coffee's Bar? E poi...il caso non esiste.»

«Ah sì? E tu che ne sai?»

«Lo so da quando ti ho incontrata.»

Rimasi senza fiato all'ascolto di quelle parole. Non sapevo che dire, mi aveva spiazzata.

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