Capitolo 4

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Fui svegliata da un fastidioso rumore di pentole e stoviglie, che sembrava provenire dalla cucina. Aprii a rilento gli occhi, stropicciandoli poi con le mani. Una volta essersi regolata la vista, realizzai di aver dormito per tutto il resto del pomeriggio quando vidi il fitto buio che si celava oltre la finestra. Un odore delizioso mi spinse ad alzarmi dal divano, e con fare pigro raggiunsi la cucina. Trovai Jess ai fornelli, e dal profumo che vi era in aria, direi che se la stava cavando alla grande. La tavola era apparecchiata, sotto le posate vi era un tovagliolo, e il bicchiere in vetro di fronte. Acqua e succo come bevanda, e il portatovaglioli accanto le bottiglie.

«Ehi.» tossii, facendomi notare.

«Ma buongiorno. Forse dovrei dire buonasera. Ti sei riposata eh?»

«Sì, ero molto stanca.»

«Avevo notato. Sono tornata intorno alle sei, e già dormivi. Adesso sono le otto e mezza, vedi un po'.»

«Ero distrutta, oggi è stata una giornata pesante.»

«Già, chissà perché.»

«Ehi, guarda che il college stressa!»

«Sicura sia il college a stessarti?»

«Cos'altro dovrebbe farlo?»

«Non cos'altro tesoro, ma chi altro!»

«Smettila Jess, pensi ancora al ragazzo di cui ti ho parlato oggi?»

«Oh, io non ci penso proprio, non l'ho nemmeno nominato, quella che ci sta pensando sei tu cara.»

«Io non ci penso affatto, ma tu me l'hai fatto ricordare con quel 'chi altro'.» sbuffai, incrociando le braccia al petto.

«Pff, ma io intendevo Logan e il suo branco.» sise sotto i baffi.

«Dai Jess!» cominciai a ridere anch'io, portandomi le mani in viso.

«Hey, parlo sul serio io.» accentuò il tono di voce sull'ultima parola.

«Aah ti odio.»

«Oggi lo hai pensato, ammettilo.»

«No.»

«Parlagli.»

«Come? Non so come si chiama né ho modi per poterlo contattare.»

«Quando lo vedi, no?»

«No.»

«Su, dai.»

«Allora è di questo che stiamo parlando?»

«Sai benissimo che abbiamo parlato di questo sin dall'inizio.»

«Jess, io ti odio con tutta me stessa.» Spostai lo sguardo verso il lato opposto della stanza con un'espressione compiaciuta, mentre cercavo di trattenere le risate.

«Sei una scema.»
Prima che potessi risponderle sentii le sue calde braccia avvolgermi le spalle da dietro, mentre rideva a squarciagola.

«Tu lo sei di più.» ricambiai volentieri l'abbraccio.

«Vieni stupida, la cena è pronta. Adesso ne discutiamo meglio.»

«Non c'è niente di cui discutere.» affermai, cercando di mantenere saldo il mio orgoglio.
Una smorfia si formò sul suo viso mentre una linguaccia fu la sua risposta.
La cena era ottima, Jess aveva una certa arte culinaria. Aveva preparato del pollo a forno con patate fritte, e credo fosse meglio di quelli che si mangiano nei ristoranti. Finii tutto, non lasciandone nemmeno un piccolo pezzo, il piatto era vuoto. Mentre ancora masticavo, presi il mio bicchiere e vi versai dentro del succo d'ananas.

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