•CAPITOLO 37

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Capitolo 37

Alice's POV

Mi svegliai dal mio sonno turbolento, sudata e dolorante. Battei le palpebre, cercando di mettere a fuoco il luogo in cui mi trovavo. Pareti di un bianco spento sembravano volermi schiacciare, mi sentivo mancare l'aria. Avevo la bocca secca, e un urgente bisogno di qualcosa da mettere nello stomaco.
Provai a sollevarmi ma venni spinta di nuovo con le spalle sul materasso duro. Sentivo le molle di quest'ultimo penetrarmi quasi nella pelle della schiena. 
«Non affaticarti, ti sei appena risvegliata.» la voce mi arrivò ovattata, come provenisse da molto lontano. Mi guardai intorno, notai un piccolo tubicino bianco pendere dal letto e raggiungere il mio braccio.
Mi trovavo in un ospedale, ecco perché quella stanza asettica e con un pungente odore di disinfettante.
Cercai ancora una volta di tirarmi su a sedere. Ebbi un capogiro, ma non demorsi. Questa volta quando cercarono di farmi rimettere in posizione supina, scacciai quelle mani.
Alcuni flash nella mia testa fecero luce su ciò che era accaduto. Lexie. Il coltello. Le scale. La caduta.
Ero caduta per le scale. No, anzi, ero stata spinta per le scale. Ed era stata Lexie.
Una volta seduta esaminai il mio corpo in cerca di ferite o fratture che provassero che avevo ragione e che non stessi impazzendo completamente.
Mi accorsi di essere quasi tutta intera se non fosse per l'enorme gesso che portavo al braccio, e i numerosi lividi.
Tastai ogni centimetro di pelle, sussultando  ogniqualvolta le mie dita toccavano un punto dolente.
«Signorina… signorina, mi sente?» quello che doveva essere un dottore, posizionato con il suo camice bianco accanto a me, sembrava volere una risposta. La sua espressione variava tra l’accigliato e il preoccupato.
«Si, mi scusi…» risposi imbarazzata. Lui sembrò rilassarsi visibilmente.
«Come si sente?»
«Un po’ dolorante.» Mi posai una mano in grembo, senza pensarci, per poi sgranare gli occhi subito dopo.
Il bambino! E se… l'avessi perso? Mi si riempirono gli occhi di lacrime.
«Signorina, che succede? Si sente bene?» Ancora paralizzata da quel pensiero, non riuscii a muovermi.
«Dottore… io aspetto un bambino, lui sta bene, vero? Va tutto bene con la mia gravidanza?» trattenni il fiato in attesa del suo verdetto, tremando internamente.
«A quanto pare è rotolata per una rampa di scale, suo fratello l'ha trovata e l’ha accompagnata subito qui. Ha una frattura al braccio sinistro, una leggera commozione cerebrale, e numerosi lividi ma è stata molto, molto fortunata. Quando è caduta, deve essersi afferrata la pancia con le braccia, ed essendo di poche settimane, ha funzionato. L'ha in qualche modo protetta dal brutto atterraggio. Il suo bambino sta bene.» il medico mi sorrise e io venni innondata da un enorme senso di sollievo.
«Comunque riguardo il gesso, dovrá portarlo per almeno quattro settimane, dopodiché dovrá fare della riabilitazione. I lividi guariranno nel giro di qualche giorno e la commozione potrebbe causarle un leggero mal di testa.» spiegò mentre scriveva su una cartellina ai piedi del letto. Mi toccai la fasciatura sulla fronte, facendo una smorfia di dolore.
Se ne andò subito dopo aver controllato un ultima volta che stessi bene. La porta non fece in tempo a chiudersi che mio fratello e Giulia entrarono preoccupatissimi.
Mi tempestarono di domande, cosi per tagliare corto raccontai loro ciò che mi aveva riferito il medico.
«Non l'avete detto a nessuno, vero?» domandai, rivolgendo uno sguardo ad entrambi.
«Ecco…» cominciò mio fratello.
«A chi l'hai detto?!» lo fulminai con gli occhi. Speravo non avesse osato raccontarlo a Riki, o sarebbe stata la volta buona che avrei ucciso mio fratello.
«Be Luca era con me quando ti ho trovata, quindi probabilmente lo saprà anche Riccardo…» si allontanò dal lettino pieno di rammarico.
«Che diavolo ci faceva con te?» Sbottai arrabbiata. La testa mi pulsava forte.
«Era passato a riportarti la sciarpa che hai dimenticato al bar dopo essere andata via. Ha visto quanto ero preoccupato perché non eri ancora tornata e si è offerto di accompagnarmi a cercarti.» Alzai gli occhi al cielo.
«Non sa anche del bambino, vero?» chiesi sperando in una risposta negativa. Riki non avrebbe certo dovuto saperlo da suo fratello, cavolo!
«No, no non ho detto nulla. Puoi stare tranquilla.» sospirai e chiesi loro di portarmi una bottiglia d’acqua.
Non appena se ne andarono, riuscii a dormire un poco. Mi sentivo esausta, la testa non ne voleva sapere di smettere di girare. Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal silenzio di quel reparto.
Mi svegliai di soprassalto pochi minuti più tardi, quasi finendo sul pavimento. Un altro incubo. Sospirai.
L'orario di visita doveva essere quasi terminato, eppure una donna, a me sconosciuta, era seduta al mio fianco. Sulla poltrona accanto al letto, se ne stava appoggiata allo schienale con un gomito posato sul bracciolo e la testa adagiata mollemente sulla mano.
Doveva essere sulla quarantina. Aveva corti capelli biondi, portati mossi, e un viso piuttosto giovane. Sembrava poco truccata e con un abbigliamento alquanto elegante.
Non sembravo conoscerla, almeno esteriormente, anche se qualcosa mi diceva che c'era qualcosa in lei, qualcosa di familiare.
Mi girai sul fianco, cercando di fare il meno rumore possibile, per evitare che si ridestasse, ma il materasso sotto di me non sembrava essere della stessa opinione. Le molle cigolarono producendo un baccano assurdo.
La donna si mosse, scrollandosi di dosso la stanchezza residua e puntò i suoi occhi su di me.
Un lampo di consapevolezza sembrò balenargli nello sguardo, e lo stesso accadde in me.
Non avevamo gli stessi capelli, lo stesso colore degli occhi, lo stesso stile nel vestire, ma poco importava.
Lei sapeva cose di cui io ero all’ oscuro, questo era certo. Ma se c’era qualcos’altro di certo in quella stanza era che quella doveva essere mia madre. La mia vera madre. Finalmente davanti a me, in carne ed ossa.

#SpazioMe
Scusate se è tardissimo, ma ho avuto ospiti a casa fino a mezz'ora fa 😅
Comunque ecco il 37!
Spero apprezziate il mio sforzo e che il capitolo vi sia piaciuto ❤️
Prossimo capitolo saprete la storia della mamma di Ali e del perché ha deciso di abbandonarla!
A presto
Un bacio 😘


Forward. |Riccardo Marcuzzo|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora