mi odiai per un brevissimo istante,non potevo stare li ferma e lasciarlo fare,lo scostai abbastanza in fretta e lui rise.
mi fermai a guardarlo cercando di capire,poteva uccidermi in due secondi se voleva.
"che c'è?" sputai.
mi guardava ancora cercando di smettere di ridere. era molto irritante.
lo ignorai andando verso l'entrata della casa.quando arrivai davanti alla porta e stavo per entrare,le sue mani mi presero per i fianchi facendomi scontrare da una parte col muro e dall altra con i suoi fianchi.
"piccola,pensavo avessi imparato,vuoi la lezione 1.2?"
scossi la testa.
"molto bene,ora ascoltami,sai esattamente che in quella macchina ho una pistola,percio ci metterei meno di mezzo secondo a ucciderti se volessi"
mi ero sbagliata sui secondi.
"fallo allora." stupida stupida stupida.
"ho detto,se volessi."
"non vuoi?lasciami andare allora"
"con calma" lo odiavo.
posò le labbra sulla mia guancia baciandomela per poi staccarsi e posare la fronte sulla mia.
a quel punto la porta di casa mia si spalanco e vidi mia madre. porca troia.
"jas,che succede?"
"n-nulla" mentii
justin si stacco dal mio corpo sussurrandomi qualcosa all'orecchio. si allontanò e salutò mia madre.
lei ricambio il saluto io rimasi immobile,dopo che la ferrari gialla fu sparita entrai con mia madre.
"se dovete scoparvi,non fatelo sul portico di casa dei tuoi."
"tutto qui?"perchè non era arrabbiata?
"che dovrei dirti? sei grande ormai" oh certo,ero grande quando lo diceva lei.
alzai le spalle salutando mio padre con un cenno del capo e iniziai a salire in fretta le scale ripensando alle ultime parole di justin. "ci vediamo" aveva detto.
voleva dire che avrei dovuto rivederlo? no perche sembrava tanto un incubo.
poteva uccidermi,l'aveva detto lui.
avevo paura. avevo solo bisogno della mia migliore amica.dov'era? oh certo l'avevo lasciata in quella maledetta casa.stupida stupida stupida.
presi il telefono e digitai il suo numero e lo portai all'orecchio. rispose dopo due squilli e mi fece sussultare.
"tu,piccola idiota! dove diamine sei finita ieri sera?" stava praticamente urlando spaccandomi un timpano.
"calmati mad" la tranquillizzai.
"sono solo andata a casa"mentii
"ma davvero? e quale cazzo di migliore amica lascerebbe la sua là dentro?ti ho aspettata fino alle cinque cazzo.i miei volevano uccidermi"
"mi dispiace mad,soni dovuta andare..possiamo vederci?ti spiegherò meglio.." pregai mentalmente che accettasse,ma se avesse detto di si cosa le avrei spiegato? eh sai mad,un assassino mi ha rapita. certo come no.
dopo qualche secondo mad si riprese.
"va bene ti aspetto,ma non farmi aspettare fino a domani per avere tue notizie."
"due minuti e sono li,arrivo" presi il giubbotto e scesi le scale.
"dove pensi di andare signorina?" solo un problema,mia madre.
"sono grande no?" scrollai le spalle.
"vado da mad,devo parlarle"
"certo dopo che ti sarai data una ripulita,sistemata e cambiata i vestiti,non sono tuoi quelli"
i vestiti di justin. merda.
"non sono affari tuoi come mi vesto."
"sei mia figlia o una zingara?"
"scusami?"che urto.
"non oso immaginare cosa ci hai fatto con quei vestiti,e dimmi hai guadagnato tanto in strada stanotte?" notai l'ironia nella sua voce. mi stava dando della puttana. guardai mio padre in cerca di aiuto che naturalmente non ricevetti. erano sempre d'accordo quei due.
"andate al diavolo" corsi fuori casa sbattendo la porta sentendo mia madre bestemmiare. li odiavo,odiavo la mia famiglia,ero un mostro o una puttana come dicevano loro. fanculo.
fanculo ancora di piu ai miei sedici anni e alla patente che non avevo.
iniziai a correre per una stradina stretta che portava sul retro della casa di mad.
presi le chiavi di scorta che mad mi aveva dato in caso di bisogno,le infilai nella serratura e aprii la porta,trovai mad con le braccia aperte. in qualche modo lei sapeva.
mi tuffai tra le sue braccia che mi strinsero. io scoppiai a piangere e mad mi accarezzò i capelli delicatamente mentre mi faceva salire le scale portandomi in camera sua. mi fece salire sul letto e mi teneva in braccio a lei stringendomi.
"piccola,dimmi cos'è successo stanotte,qualcuno ti ha fatto del male?"
scossi la testa non sapendo cosa dire. restai li tutto il pomeriggio accoccolata tra le sue braccia. ogni tanto mad parlava,ma lasciò che io mi sfogassi. era la migliore migliore amica in assoluto.
"puoi stare qui a dormire se non ti va di rivedere i tuoi"
annuii,ma dovevo tornare a casa,era meglio cosi.
"grazie ma ci vediamo domani,non preoccuparti." salutai mad con un lungo abbraccio e uscii da casa sua. mi era servito parlarne con lei ma ero ancora un po' frastornata.
rientrai a casa e salii le scale entrando in camera mia. nessuno mi vedeva.
i miei già dormivano,mi sentivo inutile come una formica,anzi,probabilmente in quel momento le formiche erano più utili di me.
loro portano a casa il cibo,io che facevo?nulla,e molto probabilmente respiravo troppa aria che sarebbe potuta servire a una persona asmatica,che spreco di vita la mia.
entrai in bagno e mi guardai allo specchio,che orrore.
avevo il mascara sbavato per il pianto e le occhiaie che sembravano una depressione caspica. mi facevo pena da sola.
mi sfilai i vestiti di justin ed entrai nella doccia socchiudendo gli occhi e respirando profondamente.
cercai di ricordare dei bei momenti,le cose belle della mia vita,ma trovai soltanto mad e way,il mio migliore amico.
mi insaponai e mi sciacquai. mi sentivo meglio. non bene ma meglio.
uscii dalla doccia senza asciugarmi i capelli e mi avvolsi in una grande asciugamano verde poi poi andare in camera.
mi buttai sul letto senza pensare infilandomi un paio di slip presi dal primo cassetto e un reggiseno.
presi il mio ipod e le cuffiette infilandomele nelle orecchie per poi far partire "21 guns" dei green day e iniziai lentamente a chiudere gli occhi sentendo ancora le sue labbra premere sul mio collo e il suo fiato soffiare sulla mia pelle e ad un tratto realizzai come stavano le cose.
ero nella merda.