Prologo

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Le pozze di sangue si allargano come fiori che sbocciano sulla candida neve scivolata dal cielo durante la notte appena trascorsa. Osservo lo spettacolo affascinato, mentre le pozze si uniscono tra loro e formano un cerchio che mi separa dall'esterno, dalla gente che urla e scappa, vedendo un ragazzo con un coltello in mano con dei cadaveri intorno.

Mi metto a ridere, osservando i corpi esangui delle mie vittime. E' così facile, prendere la vita di qualcuno. La neve ricomincia a cadere, appoggiandosi lieve sul suolo ora scarlatto e sciogliendosi. Alzo il volto e allargo le braccia, per aprirmi a quello spettacolo magico. Non esiste altro, solo la neve, il sangue e la mia risata sempre più fragorosa.

Uno sparo rompe l'atmosfera creatasi: un dolore incommensurabile si propaga dal petto al resto del corpo, mentre il tempo rallenta per farmi capire che è finita.

Prima che il mio corpo ceda e la vista mi si oscuri del tutto, vedo il mio assassino: deve avere la mia età. E' alto, con i capelli così lunghi da arrivargli al bacino e da coprirgli gli occhi e così biondi da sembrare bianchi; la sua carnagione è pallida ed il suo volto è affilato. Le labbra sottili sono lievemente curve verso il basso.

Nel momento in cui cado a terra con un tonfo, muove appena le labbra, come a dire qualcosa. Poi non vedo più nulla, il battito cardiaco fermo come quello delle persone intorno a me.

Realtà o illusione: il gioco della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora