Lettera 5°

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~NOTA AUTRICE: Non ricordo più nullaaaa lalalalaaaaa... La mia mente inveteraaaaaah~

Guardavo il cielo.
Era scuro e burrascoso.
I pezzi azzurri si mescolavano con le nuvole grige creando caos.
Come la mia mente.
Un caos completo, non capivo.
Quel treno...
*Flashback*
~Wonderland~
Arrivai in una landa secca, c'erano teiere e tazze rovesciate e rotte, come fossero case. Dei piccoli "goblin" verdi armati di forchette, cucchiai e a volte dei piccoli scudi formati da tappi di contenitori "portazucchero". Mi attaccavano. Fu difficile buttarli giù tutti, ma me la cavai. Arrivai ad un precipizio. Si vedrva da lontano il grande regno del Cappellaio, magari lui mi avrebbe aiutata... Mi guardai intorno e bingo! Il vecchio corno per richiamare la funivia era lí. Lo suonai ed essa arrivò, era più arruginita di come mi ricordavo... Dopo un po' di tempo dalla partenza, il fantastico Stregatto fece la sua comparsa. Parlammo per poco, veramente poco visto che un improvviso tremorio che man mano avanzava. Eravamo prossimi all'entrata del paese del cappellaio quando un treno che viaggiava senza rotaie apparve e tranciò il filo della funivia e noi fummo sbalzati all'interno di una parete che si frantumò e lí, svenni.
*Fine Flashback*
La testa mi duole ancora al ricordo... Mi sono svegliata sul porto e due uomini erano vicino a me, dicevano di avermi trovato in mare e stavano decidendo sul da farsi. Porchi. Mi alzai e notai di essere vicina all' "osteria" della mia Matrigna. Odiosa. Un uomo era affacciato dal retro e parlava con la mia cara madre in molto animato e violento. Sembrava volerla uccidere con lo sguardo. «Ora vedrai, vecchia rimbambita!» furono le sur ultime parole rivolte alla donna prima di avare verso l'entrata sul retro. «Oh Alice! Giusto in tempo! Sali che dobbiamo parlare!». Odiavo quando faceva cosí. La guardia sul retro era svenuta. Strano, di solito non beveva. Entrai e, dopo aver rifiutato molte richieste per nulla degne di una donna per bene, salii all'appartamento della mia cara Matrigna. Lí vidi l'umo di prima picchiarla fino a farla svenire. Lo spinsi via per difenderla ma ricavai solo un dolore alla testa e mentre crollavo al suolo con la vista offuscata, notai una luce rossa schiantarsi sul pavimento con un rumore orribile e sentii, per la seconda volta nella mia vita, odore di bruciato, odore di morte.

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