Rimango nel letto per un tempo che sembra interminabile, è come se nella mia testa le lancette si muovessero più lentamente del normale. Mi appoggio alla testiera del letto, socchiudo la finestra che ho alle spalle e mi accendo noncurante una sigaretta adempiendo agli obblighi che questa brutta abitudine mi impone. Il fumo sale ed esce subito, come risucchiato. Lo fisso incantata, è blu e viola - o così sembra - io invece di che colore sono? Mi sento nera, a causa dell'anima che mi porto dentro, e rossa per tutto il sangue versato. E vorrei essere come il fumo di una sigaretta: blu, viola, leggero, sul punto di scomparire. Mi rendo conto solo in questi momenti di quanto in fretta si incupiscano i miei pensieri, e mi impressiona molto, perché sento di non essere come gli altri, mi sento un alieno: sola, lontana da casa, diversa. Man mano che lascio correre i pensieri il dolore sembra scavare sempre più in profondità, dolore su dolore, mi sembra di avere nel petto una pila di cadaveri, e urlano ancora, e ancora, e io li sento nella testa, e vorrei farli andare via ma non posso. Sono fermi, inerti, privi di vita, eppure urlano così tanto, straziati, sofferenti, in piena agonia. E quello che ho dentro riflette esattamente come mi sento: morta, straziata da un dolore immenso, sofferente, in agonia. E vorrei urlare anche io, vorrei poter urlare fuori dal mio corpo tutto questo male che mi sento dentro, e tornare a vivere. Ma qualcosa non me lo permette e non so cos'è, e non so come surclassare il potere che esercita su di me.
Le lancette si muovono ancora lentamente, fuori ormai è buio, io sono ancora sul letto e tu non ci sei. Perché? Perché non ci sei? Sapevo che non avresti mantenuto la promessa, sapevo che mi avresti spezzato il cuore e so che continuerai a farlo, perché io te lo permetterò. Perché vado sempre alla ricerca della sofferenza, del dolore. Perché penso che il soffrire, o l'arrivare in fondo al pozzo, siano l'unico modo per poter risalire e ricominciare a respirare aria pulita. Solo che finora non ho fatto altro che rimbalzare per terra, senza vedere mai la luce, e una parte di me sta cominciando a perdere le speranze. Forse è destino che io rimanga qua dentro, forse è destino che io non viva questa vita. Forse, forse...Non lo so, non so più niente ormai. Sono solo un ammasso di sofferenza, e lacrime, e cadaveri. E la voglia di non essere più qui sale, e sale, e sale. E poi la porta si apre. Il cuore ricomincia a battere all'impazzata, respirare è più difficile, è come se l'aria fosse diventata solida e mi fosse impossibile respirarla. Sento i tuoi passi avvicinarsi alla camera, e quando finalmente compari sulla porta il cuore lo sento enorme, come se occupasse tutto lo spazio della mia gabbia toracica. E scommetto che a due metri di distanza tu lo senti, come potresti non sentirlo. Batte così forte che potrebbe uscirmi dalla bocca e venire lì ad abbracciarti al posto mio, perché sa che io non riuscirei a farlo, troppo timida, troppo insicura.
- Ciao tesoro. - mi saluti sorridendo, e io che sono ancora nuda sotto le coperte non mi muovo, sento un timido sorriso apparire sul mio volto ma nulla di più.
- Ti va di mangiare qualcosa? - la tua voce è così dolce, come quando si parla ai bambini, o agli animali, o a quelle persone che si portano dentro un dolore tremendo, come me. In realtà non mi va molto di mangiare, l'idea di mettermi in bocca del cibo, masticarlo e poi sentirlo scivolare fino allo stomaco mi fa ribrezzo, ma è tanto tempo che nessuno si prende cura di me e allora cedo. Mi rimetto l'intimo, mi infilo nella tua felpa e poi ti seguo fino in cucina.
La notte è sempre il momento peggiore: sono abituata a cercare il tuo corpo caldo, e stasera che sei davvero qui mi sembra quasi strano, sbagliato. Però, come sempre, con te mi sento al sicuro, e appoggiata alla tua spalla mi addormento senza paura di fare incubi, perché tu sei qua, perché se mi agito nel sonno mi tieni stretta a te, perché se il respiro si fa irregolare cerchi di tranquillizzarmi, perché se mi sveglio terrorizzata sei pronto a stringermi e sussurrarmi parole dolci, perché mi ami, nonostante io non lo meriti, e perché io amo te.
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Frammenti
General FictionLa trama si infittisce, i pensieri nella mia testa sono sempre più cupi. Vivo dentro di me, non fuori. Vivo in un pozzo, profondo, buio, arido. Questa sono io, con la mia inconsistente paura delle conseguenze. E sei anche tu, con il tuo amore, con l...