Capitolo 1 - Monotonia spezzata

106 17 5
                                    

Spense la sveglia con un gesto secco.
"Che cazzo di ore sono?" pensò Sophia, stropicciandosi gli occhi e portando a sé l'orologio. Le 6:30. Era sempre stata una tipa mattiniera e non le capitava quasi mai di arrivare in ritardo a scuola, anche se si alzava di malavoglia.
<<E anche oggi ci tocca.>> disse, si alzò e cominciò a prepararsi per la scuola. Afferrò al volo i vestiti, arricciò in tutta calma i suoi lunghi capelli castano chiaro e si truccò leggermente. Non appena guardò l'orologio, si accorse che era in perfetto orario come sempre: le 7:40. Un'auto suonò rumorosamente il clacson, e la ragazza scese immediatamente, caricandosi lo zaino su una spalla.
Entrò nel veicolo e salutò la sua migliore amica, Ryley, che pazientemente le dava un passaggio a scuola ogni mattina.
<<Fanculo, mi sono fatta male per suonare il clacson.>>
<<Ma buongiorno anche a te. Se suoni come un camionista impazzito non è colpa mia.>>
Ryley era una tipa forte come Sophia, ma era anche molto...espansiva nei confronti dei ragazzi. Un vero animale da festa, mirava sempre a conquistare qualche nuovo fighetto che aveva puntato. Era ossessionata dallo stile e amava fare shopping, era un po' la barbie buona della situazione. Sophia invece era molto lontana dal prototipo di barbie; non che odiasse lo stile o cose simili, anzi, si vestiva bene e curava il suo aspetto, molti ragazzi le andavano dietro ed era anche piuttosto popolare, ma lei non faceva nemmeno caso a tutto ciò. La sua popolarità era venuta da sé e derivava per lo più, oltre che dalla sua bellezza, dal suo carattere. Così come le ragazzine svengono davanti ai bad boys, così i ragazzi adorano le bad girls, e lei era considerata una di quelle. A seconda del tipo di ragazzo, lo stuzzicava e lo illudeva oppure gli diceva direttamente di non essere interessata, ma non mirava a portarselo a letto né tantomeno a conquistare nessuno. Preferiva di gran lunga non avere una relazione e passare il tempo con la sua sfilza di amici, persone che contavano davvero.
Ryley mise in moto la macchina e partì. <<Sai, devo assolutamente raccontarti di questo ragazzo di ieri sera. Era un figo assurdo, te lo giuro, ma non era granché a letto, e il suo coso non era nemmeno tanto grande. Da 0 a 10 darei un...>>
<<Ryley, sinceramente, non mi interessa granché delle tue performance sessuali.>>
<<Acida.>>
<<Troia.>>
<<Ti amo.>>
<<Anche io>> rispose infine la ragazza, e ridacchiarono entrambe. Non sapeva proprio come avrebbe fatto senza di lei negli ultimi anni: erano diventate amiche all'inizio della scuola superiore, e si ritrovavano a diciassette anni ancora più legate di prima.
Giunsero a scuola alle 8 in punto. Il cortile era pieno zeppo come sempre, e già molti studenti entravano a sistemare le ultime cose negli armadietti nonostante le lezioni cominciassero un quarto d'ora dopo. Le due decisero di fare lo stesso, e quando passarono molti sguardi si posarono su di loro. Ormai ci erano abituate, ma rimaneva comunque un po' strano sentirsi così osservate. A volte le sarebbe piaciuto sapere come fosse passare inosservati, essere una ragazza comune insomma.
<<Che corso hai la prima ora?>>
<<Matematica.>> rispose Sophia.
Differentemente da quanto si possa pensare, Sophia andava abbastanza bene a scuola. Certo non aveva tutte A, ma se la cavava, e anche se Matematica non era la sua materia preferita non le dispiaceva poi così tanto seguire la lezione.
<<Che palle, povera te. Io ho Inglese con il professor Wood. Lui sì che è un sogno...>>
<<Ryley, anche con il professore?>>
<<Non posso farci niente se è figo!>>
<<E comunque anche la mia professoressa di Matematica è molto simpatica. Probabilmente una delle poche che non mi sta sul cazzo.>>
<<Sì, effettivamente è simpatica anche a me. Ma non supererà mai il professor Wood.>>
<<A te neanche piace come spiega il professor Wood. Ti piace solo perché è un bell'uomo.>>
<<Non è nemmeno tanto più grande di noi! E poi non è che non mi piace come spiega, è che proprio non seguo la lezione. Sono troppo occupata a farmi film mentali dove...>>
<<Okay, può bastare>> disse l'altra sollevando un angolo delle labbra.
<<Pudica.>> la sfidò l'amica, e Sophia la ignorò sospirando e alzando gli occhi al cielo.
Parlarono per altri cinque minuti, fino a che Ryley non si bloccò a bocca aperta, sbiancando.
<<Ehi? Ryley? Hai visto un fantasma o solo un altro figo?>>
<<Probabilmente entrambi. Non ti girare.>>
<<Perché non dovrei gira...>>
<<Non lo fare e basta. Sembrerebbe fatto apposta. Non ci crederai mai.>>
<<Credere a cosa? Dio Ryley, è inutile che mi tieni sulle spine!>>
<<Hai presente il biondino che ti piaceva l'anno scorso? Michael Parker?>>
Ebbene sì, anche Sophia aveva le sue simpatie. Non lo dimostrava molto, anzi, tendeva a tenerlo per sé, tranne per Ryley ovviamente. Non aveva mai provato amore vero e proprio e non voleva che le sue cottarelle venissero ingigantite.
<<Non mi piaceva. Mi interessava e basta. Sai che non mi innamoro.>>
<<Certo, come vuoi.>>
<<È lui? Ha una ragazza? Perché in caso, non mi interessa affatto.>>
<<Non è lui, e se ti può interessare è ancora single da quel che so. Ma non è qualcuno che vuoi vedere.>>
<<L'unica persona che non vorrei vedere è quell'idiota del suo migliore amico che è stato espulso da scuola alla fine dell'anno scorso, quindi non ho problemi con nessun altro.>>
Ancora non si capacitava di come quei due potessero essere migliori amici: così diversi caratterialmente, due poli opposti. Michael era veramente un ragazzo d'oro: era popolare ma ciò non gli escludeva di essere premuroso e gentile con tutti, sapeva far ridere e anche se i suoi voti non erano il massimo anche i professori lo adoravano per via del suo carattere educato e amabile. L'altro...oh, l'altro soggetto, invece, era il diavolo. Non c'era bisogno di aggiungere altro.
Ryley la guardò mordendosi un labbro e avvicinando le sopracciglia in un'espressione preoccupata.
<<No. No no no. Mi stai prendendo in giro, vero? Sì, è così. Ora io mi girerò e non troverò chi penso di trovare.>>
<<Sophia, io non...>>
Ma la ragazza non le diede ascolto, e la sorpresa la travolse in faccia come fosse un treno. Davanti a lei si stagliava, nel suo metro e ottanta di altezza, nient'altro che il suo "nemico" da sempre, il ragazzo per il quale provava solo odio reciproco, l'essere più odioso e insopportabile al mondo. Davanti a lei c'era nient'altro che il maledettissimo.
Christopher.
Reed.

Back to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora