Capitolo 7 - Dove si va di bello?

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«Cazzo, lasciami in pace. Mi sta scoppiando la testa.»
Sbatté l'armadietto più forte di quanto volesse, facendo girare numerose persone.
«Ma...ma io...sei così bella, sei l'amore della mia vita! Ti prego, so che sei la ragazza più giusta che io possa avere accanto!»
"Cosa cazzo sta blaterando questo?" pensò Sophia, massaggiandosi le tempie. Sapeva che non avrebbe dovuto esagerare, lo sapeva benissimo. Eppure, la sera prima, aveva alzato troppo il gomito. Perché? Non c'era un perché, era semplicemente Sophia Reynolds.
«Sì, sì, quello che vuoi, scricciolo. Fammi passare.»
«Non prima che tu mi dia un bacio.»
«Come scusa?»
"Questo vuole un pugno in faccia."
«Voglio un bacio da te, regina Sophia Reynolds! Ti prego!»
"Qualunque cosa ci sia lassù, dammi la forza."
«Ho detto levati.»
«No! Riuscirò a conquistarti!»
«Giuro sulla mia vita che se non ti sposti immediatamente ti apro il cranio in du...»
«Ehi ehi ehi, che succede qui?»
Quella voce le fece correre un brivido lungo la schiena. Non ebbe nemmeno il bisogno di girarsi.
«N-niente...»
«Oh, a me sembra di sì, piccolo pezzo di merda.»
Sentì il rumore di un tonfo contro l'armadietto e lamentele varie. Si voltò e vide Christopher Reed che teneva per il colletto della camicia un ragazzo basso e anche abbastanza brutto, a dir la verità. E sì, quel ragazzo aveva perso la testa per Sophia molto tempo prima. Non l'aveva mollata per un attimo: lei, pur facendogli intuire che non era interessata, aveva sempre cercato di mantenere la calma, ma quando i tentativi del ragazzo erano diventati più esasperati aveva capito che le buone maniere non sarebbero servite a niente.
«Solo io posso infastidire Reynolds, hai capito? E adesso smamma, prima che ti riduca in poltiglia.»
«Io n-non ho p-pa-paura di te...» rispose quello.
"Wow amico, sei proprio convincente, sul serio."
Christopher sorrise leggermente, continuando a tenerlo premuto contro l'armadietto.
"Non mi sorprenderei se alla fine rimanesse la forma del suo cranio sull'anta."
«Sei sicuro di quello che stai dicendo, Garcia? Ma intendo, proprio sicuro sicuro? Al cento per cento? Perché sinceramente, non ho affatto problemi ad abbassare la tua percentuale di convinzione.» fece per alzare un pugno, ma Sophia lo bloccò a mezz'aria.
«Christopher, lascialo andare. Penso che abbia capito.»
«No Sophia, non ha capito proprio un cazzo questo qui!»
Un attimo. L'aveva chiamata per nome? Non Baddy, non Reynolds. Semplicemente Sophia. E anche lei non aveva avuto problemi a chiamarlo per nome, cosa che non faceva spesso.
Avrebbe tanto voluto rinfacciargli quel piccolo particolare, ma non le sembrava il caso. Ora il suo obiettivo principale era distogliere Christopher Reed dal far saltare tutti i denti al malcapitato.
«Reed, ascoltami. Perché te la prendi così tanto? Non è nulla di grave, sul serio. Stai esagerando.»
Il moro girò lentamente la testa verso di lei, infastidito. «Mi ricompensi così? È questo il tuo ringraziamento alla mia buona azione? Sai che ti dico, Reynolds? Tienitelo, tienitelo pure. Ti stavo solo facendo un favore, ma se non è apprezzato, calpesta pure questa merda.» e così dicendo, tirò invece un pugno all'armadietto, per poi voltare le spalle ai due e andarsene.
"Che diavolo era quella reazione?" fu l'unica frase che venne in mente alla ragazza. Nuovamente non aveva parole per controbattere, e stava capitando troppo stesso in quei giorni.
«Sophia, Sophia! Lo sapevo che mi avresti salvato! Lo sapevo che in fondo ci tenevi anche tu a me! Tranquilla, se per il momento vuoi tenere segreta la relazione, io lo capisco. Con calma.»
«AVREI DOVUTO LASCIARLO FARE!»
«Oh no, è lo stress che parla per te. Vedere attaccato il proprio amato è sempre uno shock.»
Stava letteralmente per ucciderlo, e probabilmente lo avrebbe fatto, se Ryley non fosse intervenuta tempestivamente.
«Sophia tesoro, vieni qui, abbiamo lezione. Manuel, giusto? Non vuoi che la tua amata arrivi tardi a lezione, vero? Ne va del suo futuro.»
«Oh! Certo! Certo! Hai ragione. Sophia amore, va' pure, ti aspetterò qui.»
«Certo.» risposero le ragazze insieme, palesemente sarcastiche, e voltandogli le spalle si diressero mestamente verso la classe.
«Grazie per avermi parato il culo. Quel ragazzo è l'essere più appiccicoso dell'universo.»
«Uno stalker depravato, direi.»
«Beh, ci sta.»
«Ma Reed?»
«Eh. Cosa?»
«Ti ha difesa.»
«Ho notato. Ma nessuno ha richiesto il suo intervento.»
«Come sei bad, Sophia. Proprio senza cuore. Fredda come l'inverno, come l'Alaska, come...»
«Sì Ry, ho afferrato il concetto. Per me è un complimento.»
«Dico solo che ha fatto un gesto carino, poteva semplicemente ignorare la situazione o addirittura divertirsi a stuzzicarti anche lui, e non l'ha fatto.»
«Questo è vero, ma non mi fido e non mi fiderò mai di Christopher Reed. Sai bene che tipo è.»
«So che mi ucciderai» disse Ryley spostandosi una ciocca di capelli «ma non siete molto diversi. Avete in comune molto più di quanto potresti pensare.»
Ma perché tutti parlavano in modo così saggio e misterioso, senza farle capire il vero significato delle loro parole?
Il mal di testa si stava intensificando. Non aveva davvero voglia di sostenere quel discorso in quel preciso momento.
«Mi piacerebbe giocare con te a "trova le differenze: Reynolds VS Reed Edition!" ma devo veramente entrare.»
«D'accordo, ma a pranzo continuerò il mio discorso, e tu non potrai fuggire.»
«Non lo so, forse oggi torno a casa prima. Non mi sento granché bene.»
«Ma che hai fatto ieri sera?»
«Ehm...ho studiato fino a tardi e tutta quella Biologia mi sta dando alla testa.»
Ryley la scrutò attentamente. «Ti lascio in pace solo perché sei la mia migliore amica, ma non sei affatto credibile. Hai le occhiaie.»
«Appunto, te lo sto dicendo. Ho studiato fino a tardi. E comunque io ho sempre le occhiaie.»
«A dopo, Soph.» e senza neanche darle il tempo di replicare andò verso la sua classe.
La giornata scolastica passò senza troppi intoppi, a dire il vero, e Sophia riuscì anche a scroccare un antidolorifico da una ragazzina che la ammirava neanche fosse il Dalai Lama. Decise quindi di rimanere a scuola e raggiunse la sua amica alla mensa.
«Soph! Da questa parte!» la chiamò Ryley a gran voce, ondeggiando con la mano. «Ho già preso un vassoio anche per te. Come va il mal di testa?»
«Ti amo.» rispose l'altra sedendosi «Molto meglio, grazie.»
«Bene, perché ora ti spolperò come un osso.»
"Lo sapevo."
«Che hai fatto ieri sera? Non dire "ho studiato" perché fai ancora schifo in Biologia.»
«Wow Ry, grazie. E va bene, te lo dirò: sono uscita a fare due passi, sono entrata in un pub e ho preso una birra. Il cameriere era pure carino e ci provava con me. Contenta adesso?»
«Molto. Immaginavo avessi bevuto. La notizia del ritorno di Christopher Reed ti ha proprio scioccata, vero?»
«Non...non c'entra lui. O meglio, più o meno. Ho bevuto perché mi andava, ma anche per dimenticare che dovrò passare un anno d'inferno con quel soggetto lì.»
«Dimmi la verità. Perché ti ha difesa, oggi? È già nato qualcosa tra voi due?»
«Ma sei matta? Che cazzo ne so perché l'ha fatto...! Sarà un altro dei suoi giochetti, gli andava così e così ha fatto.»
«In effetti è molto imprevedibile. E perché ti sta guardando male?»
«Probabilmente perché gli sto sul ca...aspetta, che vuoi dire?»
Alzò lo sguardo e vide il bad boy fissarla con occhi socchiusi e pieni d'odio. Qual era il suo problema?
«E c'è anche Michael Parker che viene da questa parte. Sarà divertente.»
No, no, no, no. NO!
"Facciamo un'attenta analisi: Christopher Reed che mi sta guardando male per chissà quale oscuro motivo + Michael Parker che sta venendo a parlarmi proprio adesso + Ryley che si diverte alle mie spalle della situazione = DISASTRO."
«Hey, Sophia.»
«Michael» sorrise forzatamente lei alzando la testa. Sia chiaro, non aveva assolutamente nulla in contrario a lui, ma il tempismo non era forse dei migliori.
«Mi chiedevo, hai deciso quando uscire? Il mio naso è guarito.»
«Mi fa...molto piacere. E beh, da oggi in poi sono sempre libera. Quindi...puoi scegliere tu.»
E va bene, tutta quella storia del "non darla vinta ai maschi" era andata a farsi fottere. Ma conoscendosi si sarebbe dimenticata di quell'uscita e avrebbe rischiato di dare una cattiva impressione a Michael, quindi tanto valeva che scegliesse lui.
«"Da oggi in poi", quindi oggi sei libera.»
«È quello che ho detto.»
«Allora passo a prenderti alle 8.»
«Dove si va di bello?» disse una voce fuori campo, talmente irritante che per poco a Sophia non tornò il mal di testa.
"Non è possibile."
«Ehi amico. Non lo so ancora, sto uscendo con lei stasera.» disse Michael indicando la ragazza in questione.
«Wow, Reynolds. Neanche comincia l'anno e già stai frequentando il mio migliore amico?»
«Prima mi ha spaccato il naso.»
«Stai migliorando con gli approcci, Baddy.»
"Conta fino a 1320. 1, 2, 3..."
«Comunque vengo anch'io. Se devo tornare, devo farlo con stile. E poi mi annoio, ricordavo che le persone qua fossero un po' più interessanti. Giusto ragazzi? Giusto...Baddy?»
Incrociarono gli sguardi carichi di sfida.
«Ti annoi perché il tuo unico divertimento è inserirlo in tutti i buchi che trovi. Spero che il muro di camera tua sia ancora integro.»
«Dovrei offendermi Baddy, ma posso dimostrare che non è vero. Per esempio, non ho mai sognato di metterlo dentro a te.»
"Ignoralo perché fa pena."
«Alle 8 va benissimo, Michael. Conosci l'indirizzo, giusto?»
«In realtà no. Non ho neanche il tuo numero.»
«Dammi, te lo salvo in rubrica.»
E sotto gli occhi curiosi degli amici che si lanciavano sguardi divertiti i due si scambiarono i numeri.
Tranne Christopher Reed, lui non era affatto divertito.
"Beccati questa, Reed!"

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