Capitolo I: Un ritorno imprevedibile

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Dora Morgan salì i tre gradini che portavano al patio e alla porta d'ingresso, il fiato che si condensava in nuvolette candide davanti alla bocca; erano i primi di dicembre, ma quell'anno l'inverno aveva già stretto la sua morsa su Norvale e tutta la parte montana dello Stato di New York con temperature polari e abbondanti nevicate, tanto che gli impianti della famosa stazione sciistica di Lake Placid, distante poche decine di chilometri, avevano aperto già due settimane prima.

Sbuffando, Dora pescò faticosamente le chiavi di casa dalla borsetta che le pendeva dalla spalla e aprì la porta, attenta a non rovesciare il sacchetto di carta pieno di provviste che reggeva con l'altro braccio; entrò rapidamente e piazzò il dito indice sul sensore del pannello del sistema d'allarme che, identificandola, fece partire la registrazione di saluto:

"Buonasera, Dora; l'allarme è stato disattivato, grazie."

"Ciao Mike", rispose Dora, che aveva soprannominato così il computer che governava l'articolato sistema di domotica che aveva fatto installare l'anno precedente, spendendo parte dei soldi ereditati alla morte di sua madre; poi chiuse la porta con una spinta del fianco.

La luce si era accesa automaticamente; Dora si diresse in cucina, dove depose il sacchetto con la spesa e la borsetta sul tavolo, poi tornò in atrio e si tolse i guanti, il parka e la sciarpa, appendendo il tutto sull'attaccapanni a parete accanto all'ingresso; infine si liberò degli scarponcini, infilando i piedi nelle calde pantofole di pile. Con un sospiro di sollievo, ritornò in cucina e ripose le vettovaglie tra il frigo e la dispensa; era venerdì sera e non aveva proprio voglia di cucinare, così prese il cellulare e chiamò la sua pizzeria da asporto preferita, l'unica che, nella loro cittadina di provincia dispersa nella High Peaks Wilderness, la riserva forestale più grande dello Stato, avesse il forno a legna. Ordinò la sua preferita, con funghi e carciofini, e le dissero che sarebbe arrivata entro trenta minuti; soddisfatta, andò in soggiorno, dove il fuoco nella stufa a pellet ardeva allegramente, acceso per tempo via app sul cellulare mezz'ora prima di rientrare, in maniera da scaldare per bene la stanza e con essa buona metà della casa.

"Mike, accendi il televisore", disse, dirigendosi verso la credenza. Il computer obbedì mentre lei prendeva il necessario per apparecchiare. Fece per posare la tovaglietta sul tavolo, ma cambiò idea e decise che avrebbe mangiato seduta sul divano, usando il tavolino del salotto, come soleva fare spesso con suo padre dopo che era mancata la madre. Pensare a lui la rattristò: era morto quattro mesi prima, a tre anni dalla moglie che non aveva mai smesso di mancargli terribilmente; e così Dora era rimasta sola. Non aveva né fratelli né sorelle, e neanche un fidanzato. Aveva convissuto per dieci anni con un compagno di università, a New York, ma lui l'aveva lasciata perché aveva perso la testa per un'altra, e da allora Dora aveva avuto solo qualche storia fugace, perché nessuno aveva mai avuto la capacità o la voglia di conquistare la sua fiducia, minata dalla delusione patita. Eppure, lei aveva un immenso desiderio di trovare una persona con cui condividere la propria vita...

In tv stavano dando il telegiornale, che stava parlando dell'ondata di freddo che aveva investito tutto il nordest degli Stati Uniti, dal Maine fino al Michigan, arrivando a gelare parte del lago Ontario. Annoiata, Dora andò in cucina a prendere una birra dal frigo e tornò in salotto, dove si sedette in attesa della pizza.

"Mike, sintonizzati sulla CBS", ordinò; prontamente, il televisore cambiò canale, dove a minuti sarebbe iniziato l'episodio settimanale di uno dei suoi serial polizieschi preferiti, NCIS. Adorava il burbero Gibbs e la simpaticissima scienziata pazza Abby, che erano i suoi personaggi preferiti, e non mancava mai di seguirne le indagini per risolvere omicidi nell'ambito della Marina statunitense.

La pizza arrivò puntuale; Dora pagò il fattorino, lasciandogli anche una mancia – andare in giro con quel freddo, anche se col furgone riscaldato, non era uno scherzo – e tornò a sedersi sul divano a mangiare.

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