Capitolo I

51 5 9
                                    


Quando finalmente la mente di Ciel riemerse dal blackout in cui era caduta per alcuni secondi, a conseguenza alla scena alla quale aveva appena assistito, il ragazzo si precipitò a passo veloce nella stanza strappando dalle mani del biondo i propri boxer. Si sentiva umiliato come poche volte in vita sua, la sua pelle, solitamente molto chiara, in quel momento era arrossata nella zona delle guance per via dell'ira e dell'imbarazzo.

-Tu chi sei e come ti sei permesso di entrare in camera mia?- esclamò arrabbiato Phantomhive guardandolo furioso dall'alto verso il basso. Non che Ciel fosse alto, anzi, era un metro e cinquantotto scarso, ma momentaneamente aveva sull'altro il vantaggio di essere in piedi. Il biondo dal canto suo lo guardava con una delle espressioni più innocenti che Ciel avesse mai visto in vita sua, ancora inginocchiato sul pavimento (e il corvino sperava che rimanesse lì ancora un po' per poterlo sovrastare e sembrare un pelo più intimidatorio), l'aria di chi non ha fatto nulla di male e non capisce perché lo stanno accusando.

-Non ti presenti neanche? Che maleducato- disse il ragazzo, alzandosi dal pavimento con un movimento sinuoso e infrangendo la segreta speranza di Ciel, che in poco si vide superare di almeno mezza testa senza tanti complimenti. Il biondino rivolse all'altro un sorrisetto portandosi una mano sul fianco, -comunque il mio nome è Alois Trancy e, tanto per chiarire, questa è la nostra camera- concluse facendo piovere la notizia improvvisa su Ciel come una doccia gelida tradizionale scozzese.

-Sono Ciel Phantomhive e...Come sarebbe a dire che questa è la nostra camera?! Io ne avevo richiesta una singola!- esclamò il povero malcapitato voltandosi a guardarlo, la mano ancora posta sulla maniglia della porta che aveva tutta l'intenzione di chiudere. Insomma, non voleva mica che tutto il corridoio sentisse la loro conversazione e finisse con il farsi gli affari loro! Alois alzò gli occhi al soffitto, con l'aria di qualcuno costretto a trattare per forza di cose con uno stupido, per poi posare lo sguardo sul ragazzo di fronte a sé.

-M va?!- ribattè in tono sarcastico, -secondo te perché sono andato a protestare in segreteria eh?- disse con un leggero sbuffo, dando le spalle al corvino e andando verso il proprio letto, sul quale aveva precedentemente lasciato il proprio bagaglio. Vedendo il tipo di valigia che aveva il biondo il lampeggiante con la scritta "Drama Queen" nella testa di Ciel prese a brillare; era viola metallizzata e brillantinata, coperta di stickers discutibili e qua e là presentava dei lustrini. A quella vista, e al ricordo della scenata pazzesca messa su dal biondo, Ciel fece una smorfia, bellamente ignorato dall'altro ragazzo, che dal canto suo era preso ad aprire il proprio bagaglio e a iniziare a mettere via la moltitudine di vestiti che esso conteneva.

-Quello io non lo chiamerei protestare, casomai possiamo dire che hai aggredito quella povera donna senza preavviso, trattandola peggio di uno straccio per i pavimenti- ribattè il ragazzo incrociando le braccia sul petto e guardando male quello che, oramai Ciel si era arreso alla realtà dei fatti, sarebbe stato il suo coinquilino per l'intero anno scolastico.

-Beh, vedila un po' come vuoi, se una è incompetente lo è e basta, io non sono mica così gentile da lasciar correre. Tanto a quanto pare oramai non si può più fare nulla per cambiare la situazione e mi sto arrendendo all'idea che dovrò condividere la stanza con un bimbo che veste biancheria da suora-commentò Alois con una velata nota di cattiveria lanciando un'occhiata ai vestiti del corvino mentre metteva via nel cassetto l'ultimo paio di parigine che si era portato dietro. A quelle parole Ciel si irrigidì visibilmente mentre sentiva una vena sulla tempia cominciare a pulsare leggermente per il nervoso. Era sempre più certo di una cosa; se Alois Trancy continuava così, c'erano buone probabilità che lo avrebbe ucciso a mani nude.

-Intanto devo ancora capire se hai la segatura al posto del cervello per aver anche solo pensato di mettere le mani nella mia valigia, tra le mie cose, senza chiedermi il permesso. Poi proprio tu parli? Almeno io non ho dei vestiti che mi fanno sembrare quasi una puttana- disse Ciel prendendo a sua volta a sistemare le proprie cose, non notando che a quelle parole il biondo aveva platealmente roteato gli occhi con aria quasi esasperata.

Carillon MelodyWhere stories live. Discover now