-Ciel! Ma insomma, mi ascolti?! Sono cinque minuti che ti chiamo- esclamò il biondo scrollando appena il compagno di stanza per una spalla, seduto davanti a lui in mensa, intento a far colazione. Attorno a loro i vari tavoli erano occupati dagli altri studenti che, tra una fetta di toast e un sorso di thè o caffè, chiacchieravano animatamente, facendo sì che nella sala regnasse un gran brusio. La luce del sole di fine autunno filtrava tra i vetri delle grandi finestre, illuminando ampiamente l'enorme stanza.
Il corvino si riscosse, abbassando lo sguardo sull'orologio che portava al polso, abitudine che l'altro ragazzo aveva definito svariate volte "una cosa da nonno" visto che oramai si potevano usare i cellulari, notando che erano appena le nove e l'altro aveva già incominciato a invadere il proprio spazio vitale. Di nuovo. Senza alcun pudore. Sbuffò sonoramente, passandosi leggermente una mano tra i capelli, voltandosi verso il ragazzo con aria parecchio seccata.-Alois, che diavolo vuoi ora?- chiese con un tono di voce che preannunciava un'imminente incavolatura se la risposta si fosse rivelata insensata. Da quando erano diventati compagni di stanza, Phantomhive aveva sentito da parte di Alois così tante richieste, a volte anche al limite dell'assurdo, che oramai quando l'altro apriva bocca temeva sempre il peggio. Il biondo storse appena il viso in una smorfia a quel tono brusco, ma pochi istanti dopo gli stava nuovamente sorridendo, segno che il fastidio per il tono era minore del bisogno che aveva di lui, colmando di supplica gli occhi azzurri e unendo le mani appena sotto al viso, quasi in un gesto di preghiera.
-Mi presteresti il tuo quaderno di storia? Ieri non sono riuscito minimamente a copiare gli appunti durante la lezione e mi servono per studiare- rispose il ragazzo, senza smettere nemmeno per un secondo di guardarlo supplichevole. L'altro si ritrovò a sospirare e a chinarsi ad aprire la propria tracolla, tirando fuori il tanto richiesto quaderno, porgendolo al biondo. La preziosa pietra blu che decorava l'anello di famiglia che portava al pollice risplendette sotto la luce del sole a quel gesto.
-Grazie mille! Mi salvi la vita, davvero- lo ringraziò Alois con un sorriso soddisfatto mettendo via il quaderno nella propria tracolla viola che aveva lasciato a terra accanto alla panca, sulla quale oramai erano seduti da più di un'ora, le gambe fasciate da dei jeans grigi così stretti che Ciel si chiedeva come facesse a muoversi, o anche solo a respirare avendoli indosso. Il busto invece era coperto da una camicia bianca, nascosta quasi del tutto da una giacca nera più pesante. Anche se a volte erano abiti un po' discutibili, Ciel non poteva totalmente negare che l'altro non avesse gusto, non a caso seguiva il corso di moda dell'Istituto.
-Per la quinta volta in una settimana! Si può sapere perché non stai attento a lezione? Ti risparmieresti un sacco di fatica se prendessi appunti- esclamò Ciel guardandolo male dall'altra parte del tavolo mentre imburrava una fetta di pane, i dentini della lama del coltello che graffiavano leggermente la superficie ruvida del pane. Trancy alzò gli occhi al cielo facendogli il verso, salvandosi dal conseguente tentativo di omicidio a opera del proprio compagno di stanza solo grazie alla campanella che annunciava l'inizio delle lezioni.
Subito Alois svuotò in un sol sorso quel che rimaneva della propria tazza di thè, poggiandola poi sul vassoio prima di alzarsi e prendere la tracolla. Mentre ne tirava fuori il proprio inseparabile lipgloss rosa al profumo di zucchero filato e se lo passava sulle labbra fece segno all'amico di sbrigarsi: avrebbero fatto tardi a lezione se non si fossero dati una mossa. Ciel sospirò, finendo la propria fetta di pane e burro, seguendo il ragazzo per i corridoi interminabili dell'edificio, guardando da dietro la figura esile del proprio coinquilino.
Frequentavano l'Istituto Haterland oramai quasi da due mesi, sette settimane a essere precisi, e in quel lasso di tempo non era successo nulla di particolarmente significativo...Se si voleva escludere la volta che il corvino si era svegliato in piena notte con Alois che dormiva beato, appiccicato a lui però. Inutile dire che aveva buttato il biondo giù dal letto senza tanti problemi e lo aveva sbattuto fuori dalla camera fino al mattino, ignorando le sue suppliche di farlo entrare.
Camminarono per alcuni minuti, dirigendosi verso l'ala blu dell'edificio, calpestando i pavimenti in marmo assieme alla moltitudine di altri studenti che, come loro, si stavano avviando a lezione. Salirono le varie rampe di scale, giungendo finalmente al quinto piano, dove si trovava buona parte delle aule nelle quali si svolgevano le lezioni comuni per gli studenti del penultimo anno.
-Dio mio...Inizio seriamente a odiare queste scale...- disse Alois con un leggero sbuffo una volta salito l'ultimo gradino. Phantomhive fece una leggera smorfia a quelle parole, guardandolo e andando a posare i propri occhi blu sugli stivaletti neri con 8cm di tacco spesso che l'altro aveva ai piedi.
-Nessuno ti obbliga a mettere quelle scarpe eh. Poi non lamentarti se ti fanno male i piedi dopo solo quattro rampe di scale- disse il ragazzo, superandolo e avviandosi verso la porta dell'aula di letteratura. In pochi secondi il biondino gli fu di fianco grazie alle proprie gambe lunghe, una mano stretta attorno alla cinghia della tracolla.
-Come non mi obbliga nessuno? Il mio senso della moda mi obbliga eccome mio caro Ciel! Mi stanno dando qualche piccolo problema solo perché sono nuove, nel giro di questa giornata potrò addirittura correre con questi tacchi- disse Alois con un sorrisetto guardando il ragazzo di fianco a sé, -inoltre, dovresti farci anche tu un pensierino. Sull'usare un minimo di tacco intendo- disse notando l'espressione leggermente confusa che Ciel gli aveva lanciato, -per lo meno ti renderebbe un minimo più alto- asserì Trancy stringendosi nelle spalle magre.
Il corvino lo guardò malissimo, prendendo posto in uno dei primi banchi, stava per rispondergli malamente come suo solito ma, prima che potesse dirgli qualsiasi cosa, Alois filò a sedersi in fondo, prendendosi l'unico posto nell'angolo accanto alla finestra.
Ciel si voltò a guardarlo leggermente incuriosito; normalmente il ragazzo si sedeva accanto a lui, invece, da un paio di giorni a quella parte, se ne stava sempre per conto suo, disegnando distrattamente sul suo sketch book.
La voce del professor Michaelis, il quale salutò tutti ed entrò con passo spedito e sicuro nell'aula, andando a sedersi dietro alla cattedra, lo riscosse dai propri pensieri. L'uomo posò i libri che fino a poco prima teneva sottobraccio, sul ripiano liscio davanti a sé, portandosi nel mentre una ciocca di liscissimi capelli neri dietro un orecchio. La pelle chiarissima e priva di difetti faceva risaltare i suoi occhi di un castano rossastro.
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Carillon Melody
FanfictionHo visto la cosa più straordinaria che la terra possa mostrare all'anima stupefatta: mi sta sempre davanti alla memoria quella foresta pietrificata di case e, in mezzo, il fiume impetuoso di vive facce umane, con tutta la loro fretta disperata di am...