Capitolo 3:Rinascita

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Ero esattamente dove volevo: nel bel mezzo del nulla assoluto.

Camminai per tempo indefinito fino ad'un ipotetica meta. L'ambiente era bianco, che più bianco non Si può.
Ad'un certo punto, senza preavviso e dal nulla comparve, lui; quello che a prima occhiata sembrava un topo, bipede, con muso lungo e orecchie grandi. Aveva un largo e odioso sorriso stampato sulla faccia, che lasciava intravedere denti affilati, i suoi occhi sferici emanavano Live bianca opaca e davano impressione di non aver pupilla. Mi fermai a quelli che, a occhio, eran cinque cm da lui.
"Dove vai o viaggiatore?"
Chiese quello con voce rauca.

Io non risposi.
Ero nel nulla assoluto. Infinito spazio bianco che non lasciava bene intendere verso cosa dirigersi e poi, dal nulla lui. Un viandante fermo li,come me.
"Che n- n- noooo- no- ti-tizz-z-zie p-po-r-tiiii vi- a-g-g-ia-t-tt-to-re?" Mi chiese ancora ma balbettando
"Cosa intendi dire?" Risposi, ma lui non rispose alla mia risposta ma si limitò a fissarmi.
Poi lw sua bocca si spalancò lasciando intravedere lame affilate di un colore grigio che si contorcevano sulla superfice del suo palato. Un brivido mi corse lungo la schiena e mi preparai ad'attaccare.. ma invece tutto ciò che il "topo" fece fù vomitare una piccola sfera bianca luminosa, dalle dimensioni di una biglia. Era così bianca che a malapena la distinguevo dal resto dell'ambiente.
"P-pren-ndila valoroooos-s-so viagg-ggia-tor-re, p-portala s-s-sempre c-con t-te, ti-ti mostrerà l-la v-v-via.."
Con un pò di fatica riuscii a sollevare la presunta biglia.. ora riuscivo chiaramente a distinguerla dal resto dell'ambiente.. La guardai attentamente ma non vidi nulla.

Allora il topo mi spronò a riprovare, quindi con tutta l'energia che mi era rimasta guardai la biglia e allora, solo allora, la vidi: era quella che aveva tutta l'aria di essere una mappa.. ma la domanda era, per dove?

Il topo si chinò a fissarmi, poi con un ultimo sospiro, mi disse "La LightB, ti porterà da chi può aiutarti, viaggiatore". Non ero completamente sicuro su cosa fare, ma il mio instinto e le mie nuove capacità mi portarono a pensare che il topo fosse sincero. "Grazie" fú tutto quello che riuscii a dire nonchè l'unica cosa che mi venne in mente. Il topo, accennò a qualcosa di molto simile ad'un occhiolino, poi si fece mano mano più lontano, finchè non scomparve nel bianco immenso.
La cosa che mi aveva lasciato interdetto era che subito dopo avermi consegnato il manofatto, il topo aveva cessato la sua balbuzia.. ma dopotutto pensai che non era un dettaglio a cui valesse la pena dare peso.
Tornai quindi ad'osservare la sfera e la mappa che conteneva; sulla Mappa erano riportate delle cordinate e delle frecce blu, tutte puntavano verso un unico punto verde, che comprendeva gran parte del paesaggio.

Non ero prettamemte sicuro sul che cosa fare, ma almeno disponevo di una direzione, giacchè non sapevo dove altro amdare. Mi misi dunque in marcia.

Viaggiai al lungo, e per quanto mi sembrasse di andare lontano e di camminare per miglia, ai miei occhi non v'era mai alcun riscontro visivamente evidente che confermasse che mi fossi spostato, poichè ero completamente investito dal persistente bianco.
Stavo per perdere le speranze, quando ad'un certo punto, fissa difronte a me adocchiai una luce verde, proprio come quella della mappa, allorchè presi la biglia per confrontare gli eventi; La luce riportata nella mappa era forte, intensa e copriva grandi distanze, mentre quella che vedevo era fievola, lieve e copriva poco e niente.

Avrebbe Potuto essere una trappola?
Avrebbe, ma se così fosse stato, la "trappola" avrebbe dovuto essere esattamente come veniva riportata, anzichè risultare differente.

Decisi di farmi avanti, e avanzai verso la luce, che una volta avvicinatomi, rivelò la sua vera natura: Una porta, di un verdolino limpido. Non capii, esattamente cosa stesse succedendo, ma sapevo che se volevo risposte, le avrei trovate lì.
Aprii la porta e vi entrai, ritrovandomi dentro un discreto appartamento, tutto rispettivamente arredato alla stessa tinta della porta.
La mia confusione era dilagante.. quanto la mia delusione; "Tutto questo per un appartamento?" Pensai, tra me e me, "Se ne avessi voluto uno sarei rimasto A Role", ma proprio quando Ero sul punto di andarmene, una voce, proveniente dalla stanza accanto mi chiese "Come, te ne vai e non saluti?", alche Mi girai di scatto pronto ad'attaccare, ma la mia improvvisa rabbia si calmò di colpo; Dalla stanza uscì una figura snella, magra, priva di mani o piedi, con capelli ricci e busto quasi assente. Ciò che mi colpì di lei fù che i suoi occhi erano bianchi e il suo corpo era di un unica tinta; Verde, ma non queo verde ammuffito dell'arredo o della porta o della luce stessa, un verde forte, acceso e luminoso. Fù allora che capii che la mappa stava cercando portarmi da lei, non dalla sua casa.
Rimasi bloccato fra le mie farneticazioni e non riuscii a proferire parola.
"Ce l'hai un nome?"
"Uh- io.. " non ero sicuro.. ma poi dissi "Blue. Mi chiamo blue."
"È un piacere conoscerti, blue" Rispose gentilmente lei, "io Sono Vert".
La mia menta analizzò immediatamente il suo nome: "Vert.. è francese, giusto?"
Lei chinò la testa, e non rispose.
"Ho.. ho forse detto qualcosa di sbagliato?"
"No." Rispose in modo netto lei.
"Allora, come sei arrivato qui Blue?"
Mi chiese poi;
" è una storia lunga"
"Abbiamo tempo"
Così le raccontai la mia storia e di come il topo mi aveva donato la misteriosa mappa.

"Role è una falsa utopia, ti illude di poter vivere un esistenza libera, quando invece sei costretto a sottostare al volere della 'libertà' di altre persone, loro li chiamano i 'controller'. Io, così come molti altri prima di te, sono ciò che loro temono, un Boop, sostanzialmente un errore di programma, un glitch che elude il sistema di ragionamento indotto, del suo avatar e gli permette di pensare liberamente, tuttavia questo ha ripercussioni sull'aspetto fisico e sull'apparenza visiva e estetica portandoci ad'assumere un unico colore e ad'avere occhi bianchi, assieme a qualche altra anomalia. Io fui ufficialmente la prima Boop. Quando scappai, cercarono di catturarmi e ci riuscirono, così alla seconda evasione elaborai grazie alla mia mente e alla mia stessa energia, un meccanismo di difesa per potermi nascondere e proteggere. Questa "casa" è in realtà un Popup, cioè un file nascosto, che si rivela solo a chi giunge nelle sue vicinanze ed'è volutamente situato in una zona oscura a tutti."

Ero emozionato e stupito dal suo racconto, quindi la prima cosa che mi venne in mente di chiederle fù; "Cosa hai fatto dopo la tua seconda fuga?"
Lei scosse la testa e alzò gli occhi ap cielo: "Misi sù una resistenza aiutata da programmi scartati e 'sbagliati' come me. Il topo che ti ha venduto la mappa è un mio amico. Nei tempi passati, questa casa era un rifugio sicuro per tutti i boop nonchè un centro di addestramento. Li allenavo a combattere senza capire, che non sarebbero mai stati capaci di affrontare un male troppo grande per loro e quando me ne resi conto fù troppo tardi.. Chiusi baracca decidendo di lasciare stare, non volevo di nuovo perdere amici.. quindi arrivai alla conclusione che era meglio non averne.

Il topo, è ancora convinto che un giorno possa instaurarsi una resistenza capace di abbattere Role, e di realizzare una nuova utopia, ma io sò quale sia la verità. Lui continua ad'andare lì, ogni giorno a rilasciare le Light B a ignari e speranzosi.. ma poi, proprio come te, vengono da me e affeontano la dura verità. Potrai mai perdonarmi?"

"Per cosa?" Chiesi confuso.
"Per non esserti stata d'aiuto".
Mi misi a sedere sul soffice divano color muffa, e poi dissi:
"Credimi, lo sei stata più di quanto tu possa immaginare."

Poi mi alzai, "Non hai bisogno di addestrarmi, io sò già combattere, ti chiedo solo di tenermi un pò con te per.. lezioni teoriche."

Vert, mi guardò confusa, "E a cosa ti servirebbe?"
"A molto."

Lei chinò la testa, "il letto è dillà, puoi dormire qui stanotte e domani.. parleremo, ma non aspettartu discorsi emozionanti, la verità non è mai piacevole." Mi disse, poi si ritirò nella sua stanza.
Con tutto quello che avevo sentito non potevo negare di essere giù di corda, eppure sentivo che dentro di me, qualcosa era cambiato; una fiamma di speranza si era accesa e adesso, Sapevo cosa dovevo fare.

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