La farfalla

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Come ogni anno mi ritrovavo a dover cercare l'ultimo disperato regalo, quello a mia sorella. E come ogni anno mi chiedevo: cosa mai potevo fargli? Era ormai la vigilia di Natale e il freddo intenso mi faceva desiderare di tornare a casa il prima possibile, ma non potevo. Ero stata al centro commerciale ma non avevo trovato nulla d'interessante, solo le solite cose, già regalate. Camminando in una via vicino a casa mia, le mani in tasca, pensavo disperatamente a dove potevo andare. E fu allora che lo vidi: un negozietto piccolo e quasi invisibile, le luci che si vedevano appena. Mi avvicinai ad esso e notai che non c'era nessuna insegna. Feci per passare oltre, ma qualcosa in vetrina mi colpì. Una collana con una bella farfalla turchese, proprio il colore che si sarebbe adattato bene agli orecchini che mamma aveva regalato a mia sorella. Ecco il regalo, un salvataggio in extremis. Entrai. La porta cigolò in modo sinistro. Nel negozio c'era solo un lungo bancone e strani oggetti si trovavano sulle mensole. A quanto pareva non trattava solo bigiotteria, sembrava uno di quei negozi per dark.
-C'è nessuno?- chiesi, indecisa se uscire e lasciar perdere la collana.
-Desidera?- chiese un ometto pallido e basso, uscendo da una porta dietro il bancone.
-La collana che c'è in vetrina-
L'uomo annuì e andò a prenderla.
-Non ne ha altre?- chiesi, cercando di scacciare la sensazione d'ansia che mi opprimeva da quando ero entrata lì dentro.
-Qui abbiamo solo esemplari unici- rispose l'uomo, andando al bancone.
La farfalla sembrava quasi reale, come se fosse stata imprigionata in uno strano liquido. E fosse pronta a riprendere da un momento all'altro il volo.
-Quanto costa?-
Il prezzo che mi propose l'uomo era irrisorio per una simile collana e pagai immediatamente, quindi uscii dal negozio con l'articolo, sollevata e felice di poter finalmente tornare a casa.

-Finalmente sei arrivata- disse mia madre quando entrai. Stava sistemando l'albero di Natale, un esemplare enorme con mille palline colorate.
-Mi serviva un ultimo regalo- dissi, nascondendo il mio pacchetto tra gli altri.
-Per Elenoire?-
Mi ritrovai ad annuire. –Sono certa che questo le piacerà- dissi e andai di sopra.

Il regalo non deluse le aspettative di Elenoire che si ritrovò a fissare il ciondolo con la bocca spalancata.
-Bellissimo!- esclamò.
Sorrisi soddisfatta, per una volta mia sorella apprezzava un mio regalo, mi sembrava impossibile.
-Sembra vera- disse Elenoire fissando la farfalla che teneva sulla punte delle dita come se da un momento all'altro potesse spiccare il volo.
-Vuoi una mano a mettertela?- domandai.
-Oh sì, grazie-
L'aiutai, armeggiando un po' con i gancetti. –Fatto- dissi alla fine.
Elenoire corse davanti allo specchio. –Meravigliosa- disse.
-Ti sta ... - le parole mi morirono in bocca quando mi parve di vedere un battito d'ala della farfalla.
Se avessi saputo le conseguenze le avrei strappato di dosso quella collana senza indugio.

La prima anomalia la riscontrai durante il pranzo. Elenoire non toccò quasi cibo, nonostante ci fossero un gran numero di pietanze, sembrava persa nei suoi pensieri.
-Non ti senti bene?- le chiese nostra madre, preoccupata.
-Nulla, non ho fame-
Andò a letto presto.

Il giorno successivo partimmo per la solita gita che facevamo ogni anno, qualche mercatino natalizio e molti acquisti. Elenoire mi parve più pallida del solito.
-Non ho dormito bene- si giustificò.
Ammetto che fui felice di vedere il mio regalo al suo collo, mia sorella dimostrava così che le piaceva per davvero.
Verso metà mattinata, quando ci fermammo in un bar, Elenoire mi chiese di accompagnarla in bagno. Non appena entrammo si appoggiò al lavandino e aprì l'acqua, immergendo le mani tremanti sotto di essa per poi portarsele al volto.
-Tutto a posto?- le chiesi.
-Sì, deve solo essere un po' di stanchezza-
-Forse è meglio se torniamo a casa-
-Oh no! Questa è una tradizione di famiglia e io non voglio rovinarla-
Mi lasciai così convincere a non intervenire.

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