La befana

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Scesi sul tetto della casa. Era cambiata dall'ultima volta in cui ero passata di lì, così cambiata che se non fossi stata certa di dove si trovasse avrei creduto che non esistesse neppure più. M'inginocchiai a terra e cercai la vecchia botola, quella che un tempo mi permetteva d'intrufolarmi là dentro. Alla fine la trovai, impolverata, certo, ma esisteva ancora. L'afferrai con entrambe le mani e la tirai su. Si aprì con un sinistro cigolio ed io vi entrai. Era buio là dentro, ma io conoscevo ogni anfratto. C'era stato un tempo, prima del mio apprendistato di stregoneria, in cui ero stata felice in quella casa, mi ero sentita davvero amata. Poi tutto era cambiato. Mark, ecco come si chiamava lui, era stato il mio primo amore.

Ci eravamo conosciuti durante una giornata nevosa. Io percorrevo la strada, attenta a non affondare nella neve che ricopriva la via e lui era come spuntato dal nulla e mi era venuto a sbattere contro. Avevo alzato la testa, furiosa, pronta a sgridarlo perché era distratto e aveva rischiato di farmi cadere, ma lui mi aveva preceduta.
-Scusa, non volevo- e mi aveva sorriso.
Tutto era nato in quel modo. Mark mi era piaciuto subito, divertente, spigliato, di bell'aspetto. Era stato veramente amore a prima vista, credo anche per lui. All'epoca pensavo che non esistesse sensazione più bella in tutta una vita. Ovviamente mi sbagliavo, ma la gioventù capisce poco.

Che ci fosse qualcosa che proprio non andava in Mark me ne accorsi solo dopo qualche tempo. Era un bel pomeriggio di primavera e stavamo camminando lungo la riva del mare quando vedemmo una giovane sdraiata sulla sabbia. Mark sbiancò e mi spinse via.
-Dove andiamo?- gli chiesi.
Lui ignorò la mia domanda.
-La conosci?-
Non rispose nuovamente e questo mi fece arrabbiare. Poi la donna cominciò a chiamarlo.
-Chi è?- chiesi.
Lui non rispose.
-Chi è?- ripetei, la voce della donna che c'inseguiva.
-Una vecchia fiamma- fu la breve risposta.
Deglutii, ingenua com'ero non avevo mai pensato che potesse aver avuto un'altra prima di me. –Quanto vecchia?-
-Abbastanza-
Non volle dirmi altro. Fuggimmo come due ladri da quella pazza che urlava il suo nome ed inveiva contro di me.

Molte donne a questo punto avrebbero deciso di chiudere la relazione, ma ahimè nessuna di queste è una donna veramente innamorata, altrimenti comprenderebbe che ciò è impossibile. Tanto che quando Mark mi chiese la mano io accettai senza riserve. Ci sposammo in un bel pomeriggio d'estate, quando tutto era così bello che mi pareva impossibile che qualcosa potesse andare male. Ovviamente mi sbagliavo. Il primo anno trascorse relativamente in pace, unica nota di tristezza fu il fatto che non nacquero bambini. Mark fu un marito premuroso ed affettuoso, anche se ogni tanto sembrava strano. C'era qualcosa che non andava. A volte lo trovavo a fissare fuori dalla finestra pensieroso. Altre ancora nascondeva rapidamente dietro alla schiena le lettere che gli erano arrivate. Una volta lo vidi discutere con una donna, nascosto in una piccola via del paese. Qualcosa non andava, certo, ma io non volevo né vedere né sapere. E poi iniziarono gli incidenti, una serie davvero curiosa d'incidenti, soprattutto perché ero sempre io la vittima. Una caduta dalle scale dalla quale fortunatamente uscii quasi indenne, un tentativo d'avvelenamento dal quale mi salvai non bevendo fino a fondo ed infine una carrozza per poco non m'investì mentre facevo una passeggiata per il villaggio. Mark si limitava a dirmi che ero folle ad agitarmi, che non stava succedendo nulla di strano. Anche mia sorella mi aveva detto che non avevo nulla da temere, gli incidenti capitano a tutti. Io però avevo paura ed immaginavo che ben presto sarebbe successo qualcosa di veramente spaventoso. Non sbagliavo. Successe tutto durante una gita con Mark. Stavamo percorrendo un sentiero di montagna. Ricordo bene la brezza che mi sfiorava i capelli, la gioia di poter passare una giornata insieme all'uomo che amavo, prima che mi accorgessi che quello che pensavo fosse un sogno si sarebbe tramutato in un incubo. Sì, perché Mark mi spinse giù da una rupe.
-Mi dispiace, ma amo un'altra, non posso più aspettare-
E mentre volavo giù mi chiedevo chi fosse l'altra e soprattutto se era la ragazza che quella volta sulla spiaggia lo chiamava a gran voce.

Gli oscuri racconti di Babbo NataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora