02

40 8 3
                                    

Era una tiepida giornata di marzo. Ormai era arrivata la primavera: i raggi del sole andavano ad incontrarsi con il bel facciano di jungkook che, in modo disordinato, cercava di trovare le chiavi che proprio quella mattina non riusciva a trovare. Le cercava dappertutto fin quando alla fine le trovò e,senza indugio, iniziò a correre verso la scuola visto che come al solito era in ritardo.
Quella era una delle poche volte in cui lui aveva un'ora in comune con Tae, visto che frequentavano lo stesso corso di letteratura.
Ah la letteratura! Una delle materie preferite di Jungkook. Secondo il suo punto di vista, attraverso le parole lui riusciva ad esprimere tutto quello che a causa della sua timidezza non riusciva a raccontare.
E Tae lo aveva notato.
Notava come durante l'ora il sorriso del più piccolo diventava sempre più grande, di come i suoi occhi diventavano quasi luccicanti tanto dalla gioia che il piccolo provava a leggere poesie. Come fa a Tae a sapere tutte queste cose? Forse perché ogni volta che ne aveva l'occasione cercava di catturare l'attenzione dell'altro recitando davanti a tutta la classe le sue poesie anche se non erano un granché.
E questo Jungkook lo apprezzava. Apprezzava lo sforzo che Tae faceva a recitare le sue poesie pur sapendo di non essere un grande scrittore, apprezzava come il tono della voce del più grande diventava più profondo del solito e quanta enfasi Tae ci metteva mentre leggeva quelle poche righe frutto della sua fantasia.
Ma amava soprattutto come lui riuscisse a crearsi un mondo tutto suo, quasi come una bolla così fragile che, a mano a mano che pronunciava quelle dolci parole, cercava di rinforzarsi ma quando la poesia finiva quella bolla si spezzava e si ritornava alla realtà.
Ed é proprio questo che successe.
Quella mattina inizió a correre per i corridoi e,quando arrivò di fronte all'aula, bussò con insistenza e dopo essersi subíto la ramanzina della professoressa andò a sedersi al suo posto. Quando iniziò a riporre tutto quello che serviva sul suo banco, rifletté sul fatto che quella giornata non fosse iniziata nei migliore dei modi ma quando incrociò lo sguardo di Tae cominciò a sorridere inconsciamente pensavo a quanto fosse nello quella mattina. Poteva sembrare un controsenso visto che indossava la solita uniforme che ogni studente indossa però ogni volta che lo vedeva era come se fosse la prima volta che lo vedesse, pensando sempre a quanto fosse bello ogni giorno che passava.

La professoressa cominciò la lezione leggendo uno delle più importanti opere di Shakespeare " Romeo e Giulietta": Jungkook era sempre stato affascinato da questa storia d'amore, di come i due protagonisti affrontarono tutto per il loro amore, tanto che non si accorse in primo momento della campanella che iniziò a trillare, così dovette risvegliarsi dal suo stato di trans, ripose tutto nello zaino e cominció a correre fuori dalla classe tanto che Tae non ebbe modo né di salutarlo né di parlarci ma si ripromise che quella volta lo avrebbe seguito dopo la scuola per poi inventare una scusa qualsiasi solo per iniziare conversazione. O almeno era quello che credeva.

Passarono quelle interminabili ore di scuola e Jungkook inizió ad incamminarsi  verso l'uscita senza accorgersi però di una persona che da lontano lo stava fissando, cercando di passare tra la folla di studenti e di seguire il più piccolo. Quest'ultimo però colse di sorpresa l'altro perché, a differenza di come pensava Tae, jungkook si stava avvicinando a un posto un po' insolito per pranzare visto che l'unica cosa che vedeva era tanti alberi e giostre. Allora Tae si rese conto che stava appena entrando in un parco ma la cosa più strana era che il più piccolo stava appena oltrepassando una serie per poi dirigersi in un giardino di rose.
Un giardino di rose? Beh la cosa risultò un po' inusuale visto che non sembrava essere proprio il luogo adatto per avere un pranzo ma, spinto dalla curiosità, scavalcò anche lui la siepe e decise poi di nascondersi proprio dietro a un'altra un po' più vicino a Jungkook. Mentre mille domande senza risposta passavano nella mente del più grande, il più piccolo iniziò a cantare quella che sembrava essere una canzone d'amore:
"there's nothing like us, there's nothing like you and me together through the storm"
Tae rimase incantato da quella voce tanto che voleva sentirla ancora ed ancora ma tutto quello che ottenne fu il più piccolo che prendeva in mano dei piccoli petali di rosa sparsi sul terreno e soffiando poi in modo leggero su di essi per poi farli volare. Tutto questo sembrò strano agli occhi di Tae ma dietro a tutto ciò c'era un motivo. Jungkook credeva che prendendo quei piccoli petali per poi metterli sulla sua mano e soffiarvici sopra fosse un modo per farli rinascere. Mi spiego meglio. Nel momento in cui Jungkook soffia, è come se trasmettesse tutto il suo amore che aveva dentro ai quei petali che, grazie a questo amore, potevano poi rinascere in un momento futuro. Si, può sembrare un pensiero sciocco visto che era impossibile far rinascere un fiore dai suoi petali, ma a jungkook piaceva fare quel piccolo gesto che ogni volta lo rendeva un po' più felice di quanto lo già fosse. Ovviamente tutto questo Tae non lo sapeva ma cercò in tutti i modi di avvicinarsi per vedere meglio la scena tanto che fece smuovere di poco la siepe dietro alla quale ero nascosto. Jungkook così se ne accorse ma non fece in tempo a chiedere se ci fosse qualcuno che Tae iniziò a correre verso l'uscita cercando in tutti i modi di non farsi riconoscere dal suo amato.
——
hii people!
Questo é il secondo capitolo, spero vi piaccia! Se volete potete lasciare una stellina e un commento che a me fa sempre piacere💛
Un bacio💛
Altri social su cui seguirmi:
@ireeeejk su Twitter
@rnschvn su Instagram

my little flower🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora