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Uscimmo dal bagno, ero ormai quasi del tutto vestito e non erano ancora suonate le dieci.
Fuori il cielo era sereno, gli uccelli cinguettavano allegramente sugli alberi di cipresso che decoravano l'enorme giardino sul retro della reggia.
Stavo finendo di sistemarmi davanti al grande specchio in stile barocco che occupava quasi mezza parete. Cedric era dietro di me che sistemava il letto in un religioso silenzio.
In tutta la reggia regnava il silenzio, la cosa mi sorprese parecchio.
Normalmente avrei udito le domestiche bisticciare tra di loro su chi fosse la preferita del signor Envel, o ancora i servi lamentarsi di tutti i compiti ancora da svolgere.
Invece quel giorno era tutto parecchio silenzioso.
"Oggi è il gran giorno signorino"- disse con un tono quasi gioioso il ragazzo voltandosi leggermente con il viso verso di me.
"Già... meraviglioso..."-dissi con tono ironico. Quello sarebbe stato il giorno in cui io, Ronald Amadeus Pot, avrei incontrato la donna con la quale sarei stato costretto a passare il resto dei miei giorni. I miei genitori avevano organizzato tutto tempo fa, ancor prima che nascessi...
Scarlett, questa fu l'unica cosa che mi dissero della ragazza.
Non me la descrissero mai, ma ogni volta che mio padre ne parlava gli brillavano gli occhi. 
Doveva essere proprio una bella ragazza...
"Suvvia dovete essere contento, finalmente potrete anche voi avere le vostre esperienze"-sorrise leggermente finendo di sistemare i cuscini.
"Con esperienze intendi il sesso?"- dissi ridendo leggermente divertito dall'affermazione del giovane.
"Sai ho letto tantissimi libri che trattavano quell'argomento e non mi è mai interessato più di tanto. Dubito che con una donna sia diverso."
"Non può dirlo fin quando non lo avrà provato anche lei, mio signorino"- sorrise leggermente avvicinandosi a me.
Mi girò delicatamente verso di lui sistemandomi la camicia attentamente.-" Non sapete nemmeno sistemarvi la camicia come si deve. Una donna farà al caso vostro"- ridacchiò divertito.
"E voi che esperienze avete con il sesso, Cedric?"- lo guardai attentamente in viso accennando un lieve sorriso vendendolo sobbalzare. Il giovane si fermò leggermente rosso sulle gote e visibilmente a disagio.
"Beh... Io ecco..."- il ragazzo teneva il viso chino verso il pavimento, i riccioli gli ricaddero sul volto coprendolo completamente.
Le sue piccole mani, simili a quelle di una giovane ragazza tremavano leggermente stringendo il tessuto della mia camicia.
Gli presi le mani osservandolo con fare interrogativo alzando leggermente un sopracciglio. Non lo avevo mai visto così... Indifeso? Non so definirlo... Sembrava spaventato e allo stesso tempo in imbarazzo.
Alzò lentamente il capo con il viso completamente ricoperto dal rossore.
Lo guardai negli occhi in silenzio, il ragazzo ricambiò lo sguardo leggermente rosso, deglutì e fece per parlare, ma fu interrotto dall'intromissione di una serva che bussò alla porta della mia camera.
Lasciai le mani del giovane andando ad aprire alla giovane donna che, curiosa, guardò all'interno della stanza notando il giovane servo rosso in viso.
Esitò prima di aprir bocca.
Non appena mi schiarii la voce prese un gran respiro:- "Vostro padre vi aspetta al piano inferiore nella sala del the. Dice che ha bisogno di parlarvi."
Annuii alla donna che subito dopo aver lanciato un'altra veloce occhiata al ragazzo dietro di me corse via dalle altre iniziando a confabulare.
Sospirai guardando il gruppetto di donne pettegole allontanarsi, accompagnato da chiacchiericci e risatine isteriche.
"Cedric, vado da mio padre... Aspettami nel giardino. Ho voglia di passeggiare un po' più tardi"- dichiarai uscendo dalla stanza.
Il giovane non risposte uscendo poco dopo di me e avviandosi dalla parte opposta alla mia.
Arrivai a passo svelto nella stanza dove mio padre mi attendeva seduto su una grande poltrona rossa, posizionata accanto al camino.
"Padre avete richiesto la mia presenza?"
L'uomo dai capelli grigi tirati indietro si alzò sorridendomi amorevolmente.
Mi guardò attentamente avvicinandosi lentamente, barcollando per colpa della vecchiaia.
"Sei la copia esatta di tua madre... Se solo fosse qui a vederti..."- disse l'uomo osservandomi con i suoi grandi occhi verdi, mentre le sue labbra si piegarono in un lieve sorriso.
Rimasi in silenzio. Non mi è mai piaciuto parlare di mia madre dopo la sua morte, quello fu un evento che segnò profondamente la mia infanzia. Ricordo perfettamente tutto...
Era una piovosa notte di fine estate e lei era da qualche mese al letto. I dottori non sapevano come aiutarla o che fare... Era tutto inutile, anche papà ormai stava perdendo le speranze.
Quella notte andai a darle la buonanotte come tutte le sere. Entrai nella grande camera dai toni scuri, mi intimoriva molto entrare lì. Alle pareti erano appesi antichi quadri raffiguranti parenti lontani e sulle mensole impolverate giacevano libri ormai dimenticati da tutti.
Mi sedetti sul letto accanto a lei, avevo poco più di tredici anni e la mia innocenza era ancora sorprendente. Ero convinto che la sua malattia fosse una cosa destinata a guarire. Non conoscevo ancora bene la morte, ma quella sera mi si presentò in modo così rude e inaspettato. Presi la mano di mia madre guardandola poi dolcemente negli occhi.
Iniziai a cantarle la ninna nanna che mi cantava sempre quando ero più piccolo. Inizialmente mi accompagnò cantando anche lei, ma improvvisamente, poco prima di ritornello di quella canzoncina così gioiosa, si bloccò. Ricordo ancora la sua espressione... Gli occhi sgranati che mi fissavano senza trasmetter emozioni e le sue labbra, che prima erano piegate in un dolce sorriso, adesso erano socchiude con i lati fella bocca rivolti verso il basso. Spaventato cominciai a chiamarla a gran voce sperando una risposta, ma non accadde nulla di tutto ciò che speravo.
"Capisco non ti piace parlarne..."- l'uomo sospirò portando poi lo sguardo sul paesaggio che circondava la regga avvicinandosi ad una finestra. -"Oggi conoscerai la piccola Scarlett... Finalmente potrai anche tu essere un vero uomo, stai diventando grande figliolo. Sono fiero di te"- Mi sorrise dolcemente.
Ricambiai leggermente il sorriso annuendo-"Lieto di sentire queste parole padre"
"Ci saranno anche altre donne all'evento di questa sera tu, mi raccomando, tieni gli occhi solo su Scarlett. Non degnare nessun'altra di un tuo sguardo intesi?"-mi guardò seriamente aspettandosi una risposta.
"Certo padre, solo Scarlett- sorrisi ubbidiente.
L'uomo fece per dirmi altro, ma dovette andare da dei servi che lo stavano chiamando con insistenza. Mi congedò con un leggero sorriso, allontanandosi poi a fatica.
Mi avviai così verso il giardino dove Cedric mi stava aspettando da un po' e nella testa i pensieri non facevano altro che tormentarmi.
Ero abbastanza nervoso, conoscere per la prima volta la mia futura moglie mi metteva tantissima agitazione in corpo, poi la reazione di Cedric di questa mattina mi incuriosì molto. Non si era mai comportato così e mi aveva sempre detto tutto senza vergogna.
Chissà cosa gli passava per la mente...
Le sue piccole mani... erano così calde quando le avvolsi con le mie.
Quando lo guardai negli occhi rimasi piuttosto sorpreso dal loro colore. Li descrissi sempre con un semplice aggettivo, castani, quando invece la loro iride era molto più colorata e piena di particolari meravigliosi.
Scossi leggermente il capo. Ma che mi prende? Perché adesso sto pensando a Cedric?
Ah... sarà solo stanchezza, forse.
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SPAZIO AUTORE
Okay questo capitolo è piuttosto noioso, ma era necessario scriverlo ;-;
Quello dopo sono sicura che vi piacerà di più anche perché iniziano a succedere le prime cosucce interessanti che metteranno Ronald in difficoltà eheheh
Lasciate una stellina e un commento se volete il continuo zaooo :D

Ronald Amedeus Pot Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora