CAPITOLO 5

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Okay, ho passato gli ultimi tre minuti sullo stipite della porta a fissarlo. E’ davvero bellissimo, poi i suoi occhi, non so, hanno qualcosa di magnetico che riesce a ipnotizzarmi tutte le volte che li incrocio. Una voce melodiosa mi distoglie dai miei pensieri: -Allora Fede, cos’hai intenzione di fare?- Oh no. Che figuraccia! Mi sono completamente dimenticata che lui non è un ologramma della mia mente, ma è proprio qui, di fronte a me, mi sta fissando con aria interrogativa. Così mi sveglio dal coma e gli rispondo: - Oh sì, scusami, che maleducata! Posso offrirti qualcosa da bere?- -No grazie, stai tranquilla!- -Allora possiamo andare!- Avviso mia madre, in modo che non si preoccupi. –Ciao mamma, io vado! Ci vediamo più tardi!- -Buon divertimento, tesoro! Ricorda di essere a casa per le sette!- -Okay, non ti preoccupare!-
Sotto il mio portone, Riccardo si volta e mi chiede: -Dove ti piacerebbe andare?- -Potremmo andare a prendere un gelato!- -Certamente! Vieni, conosco un posto buonissimo, è un po’ lontano però… Possiamo andarci con la mia moto.- E mi guida fino a una fantastica moto, alla quale sono appesi due caschi. Me ne porge uno, io lo guardo con aria un po’ spaventata; non mi piace molto l’idea. Lui mi prende la mano dolcemente: -Non ti preoccupare, ti tengo io!- Gli sorrido, saliamo sulla moto e lui mi fa segno di aggrapparmi forte alla sua schiena. Non avevo mai provato una sensazione simile: il vento tra i capelli, la velocità e l’impressione che, stretta a Riccardo, posso perfino arrivare in capo al mondo. Si ferma davanti a una graziosa gelateria, con i tavolini fuori pieni di ragazzi di tutte le età. Entriamo e subito il gelataio ci rivolge un affettuoso sorriso. –Ciao ragazzi! Riccardo, cosa desideri oggi?- -Ciao Gianni, per me metti i soliti pistacchio e nocciola. Per lei… Fede, cosa prendi?- -Per me yogurt e stracciatella, grazie.- Faccio per tirare fuori i soldi, ma Riccardo è più veloce di me e paga per entrambi. Poi andiamo a sederci fuori, su un tavolino lontano dalle urla dei bambini. –Grazie mille per il gelato, non dovevi!- -E’ stato un piacere offrirlo a una splendida ragazza come te!- Ecco arrivare Gianni con le nostre coppe di gelato. –Ecco a voi, divertitevi! Riccardo, passa presto a trovarmi, magari accompagnato da questa graziosa signorina!- Gli fa l’occhiolino e poi mi sorride. – Vengo qui fin da quando ero piccolo; Gianni ormai tratta tutti noi come se fossimo di famiglia, siamo quasi come i suoi figli, per questo a volte fa certe… battute!- -Non ti preoccupare, mi è sembrato una brava persona e soprattutto molto simpatico!- Cominciamo a mangiare il gelato, è davvero una delizia! A un certo punto, noto che Riccardo mi sta fissando. –C’è qualcosa che non va?- -Beh, ecco… Non so come dirtelo…- Comincia a ridere. -Sei sporca di cioccolato sul naso!- E siamo alle solite. –Oh, scusami!- dico tra le lacrime per il troppo ridere. –Vedi, fin da piccola, ho sempre avuto questo piccolo problema…-   -Non ti preoccupare, sei sempre dolcissima!- Ma quanto può essere adorabile? E allora, inevitabilmente, arrossisco. –Che dici? Ti posso portare a vedere un altro luogo della mia infanzia?- -Certo! Mi farebbe molto piacere!- Allora ci alziamo, mi prende la mano e mi porta in direzione di un parchetto. E’ davvero carino, si affaccia su un piccolo laghetto ed è pieno di alberi.
Mi conduce verso una panchina, proprio in riva al lago. Credo sia un posto davvero suggestivo! Ci sediamo e lui mi dice: -Allora Fede, raccontami un po’ di te.” Oh no… E adesso? –Okay… Sono Federica Carta, ho 17 anni e frequento il liceo classico. Ho una sorellona che si chiama Arianna, un gruppo di amiche fantastiche che già conosci e… Boh, questo è tutto. Non sono una persona molto interessante.- Lui non sembra fare molto caso al mio ultimo commento, perché mi chiede divertito: - Permettimi la domanda: ma perché il classico? Mi sembra troppo… Strano per te. Normalmente le studentesse del classico sono… Diverse, ecco.- - Sai, a volte me la faccio anch’io questa domanda, specialmente quando mi tocca imparare sei pagine di vocaboli in greco!- dico ridendo –No, seriamente, non sono portata per la matematica e al linguistico proprio non mi ci vedo. Ora, dopo tre anni, non credo ci sia al mondo un posto in cui mi sentirei a casa diverso dal mio liceo. Certo, ci sono problemi, come per tutte le persone normali, ma non potrei essere più felice. E invece tu?- -Ciao, sono Riccardo Marcuzzo, ho 17 anni e frequento il liceo artistico. Ho due fratelli, Luca e Francesca, e una delle mie passioni, oltre al disegno, è la musica. I miei vorrebbero sbattermi fuori di casa solo per non sentire più la mia chitarra suonare!- Oh, fantastico! Sto uscendo con un musicista dagli occhi blu! Forse finalmente la ruota ha cominciato a girare dalla parte giusta! – Ma che bello! Un giorno mi piacerebbe davvero sentirti suonare, o magari vedere una delle tue stupende opere d’arte!- - Senza alcun dubbio!!- Ad un certo punto, il mio telefono mi fa sobbalzare, o meglio, l’orario che segna. –Oddio, Riki, è tardissimo! Sono le 18,50!- - Allora non perdiamo tempo, andiamo!- Saliamo sulla moto e in meno di cinque minuti siamo sotto casa mia. –Grazie, se c’è una cosa che mia mamma odia è quando torno a casa in ritardo!- -Grazie mille a te, mi hai fatto passare un pomeriggio incantevole!- Si avvicina al mio orecchio e sussurra: -Mi fai fatto sentire di nuovo vivo, sei la medicina che cura tutte le mie ferite.- Poi mi dà un bacio sulla guancia e se ne va. Sorridente, rientro in casa, pronta a subire il terzo grado da mia madre. –Ciao mamma! Sono a casa!- -Fede, vieni subito! La cena è pronta!- Prima di andare in cucina, mando un messaggio al mio gruppo: Alle 20,30 riunione su Skype. Novità!

La cena non è stata un interrogatorio come credevo, mamma mi ha solo chiesto com’era andata e dove eravamo andati. Lei è sempre molto protettiva nei miei confronti, a volte mi dà fastidio, ma so che lo fa solo per il mio bene. Alle 20,20 lascio lei e Arianna a discutere per i programmi televisivi, salgo in camera mia e accendo il computer. La prima cosa che vedo sono quattro mini-schermi con le facce delle mie migliori amiche che discutono tra di loro: - Ma insomma, quando si muove?- -Shady, mancano dieci minuti, è normale che non si sia ancora collegata…- Siamo alle solite. –Oh, ma buonasera Fede! O devo cominciare a chiamarti signora Marcuzzo?- Giada è la solita frettolosa, le altre ridono. – No, tonta, è stato solo un gelato…- -Muoviti a raccontare, non ho tutta la serata!- -Okay, ai suoi ordini padrona… E’stato bellissimo, abbiamo preso un gelato e poi siamo stati ad un parco su un piccolo laghetto… Abbiamo parlato un po’ di noi. Ma la parte migliore arriva ora: prima di andare via, mi ha dato un bacio sulla guancia e mi ha sussurrato: -Mi hai fatto sentire di nuovo vivo, sei la medicina che cura tutte le mie ferite.- - Mamma mia che tenero!!!- -Fed, sposatelo finchè sei in tempo!!- Questa è Vitto, lei e le sue idee! Sento una voce chiamarmi da sotto: -Fede, sistema la tua stanza, è un disastro! Altrimenti ti stacco il wi-fi!!- Okay, è davvero arrabbiata. –Va bene, mamma, lo faccio subito! Ragazze, devo andare, altrimenti scatta la punizione!- -E ovviamente tu devi tenerti libera per tuo marito, no? Vai, sennò vengo a prenderti a calci!- -Va bene, Eli, pazze, ci sentiamo!- -Buonanotte, o Paper innamorata!- E staccano tutte contemporaneamente, senza darmi il tempo di ribattere. Devono essersi messe d’accordo, come sempre. Sorrido, ma loro sono la mia àncora, no?

Ho quasi finito di sistemare e sto pensando a Riccardo. Comincio a cantare una canzone che ho composto da poco, davanti allo specchio, immaginando quegli occhi blu: “I know, I’m finding hard to breathe, and I’ve been drowing in my own sleep. I feel a hate crashing over me, so rescue me…” Ad un certo punto vedo l’immagine di Riccardo riflessa nello specchio, appoggiata alla porta. –Ciao, Fede.-

Don't let me go || RedericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora