Capitolo 6

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Per fortuna nelle vicinanze c'era uno Starbucks aperto. Martin poté prendersi il suo espresso e io mi accontentai di un tè al lampone.
Quando ci fummo seduti, ne approfittai per vedere i messaggi che mi erano arrivati: tutti auguri di buon anno, da mia madre, dalle mie amiche, dai miei compagni di classe, persino dal mio orribile ex.
-Clive non mi ha ancora mandato gli auguri- sussurrai tra me e me, ma Martin era così vicino che mi sentì.
-Bene, il tuo tesorino ti da buca la sera di Capodanno e non si degna nemmeno di farsi sentire. Ti sei trovata proprio un bel tipo- prese un sorso di caffè e continuò -A proposito, buon anno Karen-
-Buon anno anche a te-
Sembrò quasi dispiaciuto quando mi disse quanto segue: -Ascolta Karen, mi dispiace se sono stato duro con lui. Io non dubito che lui ti voglia bene, né che ti ami da morire, ma penso che lui non abbia le idee chiare su come si faccia a mantenere una storia. Probabilmente sei la sua prima fidanzata-
-Sono la sua prima fidanzata-
Annuí -Ma devi dirglielo se fa qualcosa che non va, non puoi permettergli tutto quello che vuole se a te non sta bene. Nemmeno se si tratta di cose innocue-
-Ovviamente glielo direi se facesse qualcosa di sbagliato. Come quella volta che ha detto di considerare il femminismo una cosa inutile davanti alle mie amiche e io l'ho quasi rimproverato.- Mentre dissi questo risposi a tutti i messaggi arrivati e ne inviai altri per prima ad altri contatti. Tra cui Clive.
Buon anno amore mio 😘. Come sta andando?
Continuai a parlare, più a me stessa che a Martin.
-Non mi da fastidio che esca con i suoi amici. Fa bene. Anche io esco con le mie amiche. Semplicemente non volevo intromettermi in una festa tra ragazzi. Tutto qua.-
-Uhm uhm- Martin annuí di nuovo
-Sai cosa ci vorrebbe ora?- chiesi io.
-No, dimmi-
-Un po' di musica. É un peccato che non ci siano né radio né niente qui.-
Tremai improvvisamente quando vidi l'improvviso entusiasmo negli occhi del mio compagno di stasera.
-Possiamo farla noi la musica- e si mise a canticchiare prima a mezza voce, poi a voce sempre più alta.
-Midnight memories. Oh, oh, oh, oh, oh, baby you and me, stumbling in the street. Singing, singing, singing...ahi- la sua esibizione venne interrotta da un mio pugno sul suo braccio.
Nella caffetteria c'erano altre 10 persone, e ci stavano guardando tutti, barista compreso.
-Non essere ridicolo, stupido idiota!- sibilai.
Da un tavolo in fondo dall'altra parte della sala si alzò una voce femminile:
-Ottima idea, portiamo un po' di vita qua dentro!- E una ragazza alta, magrolina e dai lineamenti piuttosto spigolosi si alzò dalla sedia, fece partire la musica e si cimentò in una specie di ballo, probabilmente preso da qualche video musicale perché mi risultava famigliare. Incredibilmente in men che non si dica altre 5 persone la imitarono.
-O mio dio, ma siamo in un musical?- sbottai sorpresa.
Martin mi guardó divertito -Se non puoi batterli, unisciti a loro-
Sorrisi seraficamente, e senza ribattere niente, presi e camminai a testa alta verso il tavolo più vicino (non occupato, ovviamente) e ci salii sopra. Gli altri clienti del bar mi guardavano ansiosi di vedere cosa sarebbe successo. Anche il barista non sembrava tanto contrariato dal fatto che una ragazza fosse appena salita sopra su un tavolo, quanto piuttosto curioso.
Carica per tutta quegli occhi puntati su di me, chiusi gli occhi e incominciai a muovere il bacino. Ho una confessione da fare: anche se nessuno lo sapeva, adoravo il ballo. Non ballare, ma i balli come la salsa, la baciata e la rumba mi piacevano. Coltivavo questa mia passione segreta in camera mia, quando avevo casa libera, e mi esercitavo nei passi anche per ore. Ho sempre voluto tenere tutti, genitori e amici, all'oscuro perché avevo paura della reazione altrui. Soprattutto di quella della mia migliore amica. Lei era particolarmente timida, e sapevo di non poter condividere questa mia passione con lei. Inoltre sapevo di non essere troppo brava, e non volevo fami vedere mentre incespicavo un po' troppo nei movimenti.
Ma in quel momento ballai quello credevo che mi riuscisse meglio: la danza del ventre.
In quel momento mi lasciai andare e mi mossi al ritmo della musica che avevo ben chiara in mente. Non so per quanto tempo danzai, mi sembrarono essere passati appena 30 secondi, ma sicuramente erano diversi minuti.
Quando ebbi finito mi fermai, e mi sorprese vedere le persone intorno a me che mi applaudivano, e mi sentii obbligata a fare un piccolo inchino al mio pubblico improvvisato. Era stato veramente divertente, e, anche se non l'avrei raccontato mai a nessuno, fui contenta di aver fatto questa piccola pazzia.
-Bis, bis, bis- mi chiedevano.
Purtroppo, o per fortuna, il mio momento da ballerina era finito, quindi scesi dal tavolo e tornai da Martin.
Appena lo presi in mano vidi il mio cellulare illuminarsi, segno che mi era arrivato un messaggio. Era da parte di mia madre: Kar, noi arriviamo tardi, alle 3, scusaci ma abbiamo avuto dei contrattempi. Tu vai a dormire. Baci e buon anno nuovo.

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