Capitolo 7

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-Perfetto, ora dove possiamo andare?-
-A casa!-
Eravamo appena usciti da Starbucks e io stavo appoggiata ad un palo della luce lungo il marciapiede.
Nonostante i giorni precedenti fossero stati piuttosto miti, quel 31 Dicembre era particolarmente freddo. Ed essendo io particolarmente freddolosa, stavo tremando come un cucciolo di pinguino che ha appena fatto il bagno nell'acqua dell'Antartide
Mi sentivo felice, probabilmente perché Clive aveva risposto al mio messaggio: Buon anno anche a te amore mio. Noi ci stiamo divertendo, e tu? Seguito da un Ti amo .
Che dolce il mio Clive. Non mi importava veramente quello che diceva Martin, che parlava delle persone senza conoscerle davvero. Sapevo di avere un vero tesoro al mio fianco, e questo era quello che contava per me.
-Forse allo skate park c'é qualcuno che conosco, potremmo andarlo a salutare.-
-No, no e no. Portami a casa Martin, sono tanto stanca-
Nonostante avessi gli occhi chiusi lo sentii sospirare.
-E va bene, torniamo a casa-
Gioii internamente
-Ma se fossi in te approfitterei di queste ore di libertà da i tuoi-
-Martin portami a casa, poi puoi andare e fare tutto quello che ti pare. Basta che mi lasci all'inizio della via, o anche due strade prima. Basta che ci muoviamo-
-E va bene, noiosa-

Durante io tragitto, Martin mi raccontò cosa aveva fatto in quell'ora e mezza da solo alla pseudo-discoteca. A quanto pare il suo tentativo di rimorchiare la brunetta non era andato a buon fine: la ragazza aveva un fidanzato, e questo gli aveva fatto capire, senza neanche dire una singola parola, che avrebbe fatto meglio a desistere se non voleva finire con il naso spaccato.
-Vedi che avevo ragione? Il ciondolo a forma di cuore vuol dire sempre qualcosa-
Di contro anche io gli raccontai come avevo passato quel tempo.
Intorno noi l'aria era fredda e umida, e io mi strinsi nel mio cappotto. Non c'era molta strada tra dove eravamo e casa mia, ma stavamo procedendo a rilento. O almeno, Martin era lento, e io seguivo il suo passo.
Mentre camminavamo, guardai di nuovo i messaggi che erano arrivati. Anche questa volta il mio ex mi aveva fatto gli auguri. Buon per lui. Inviai i miei e pensai a perché diamine li avesse fatti. Ma dopo un po' decisi che non era il caso di occupare troppo tempo pensando a lui, come lui non ebbe la cura di pensare veramente a me.
-Puoi fermarti, da qui posso andare avanti da sola, se vuoi andare da qualche altra parte-
Ora eravamo a 30 metri dalla mia dolce casa.
-No, ti lascio proprio li davanti-
-Grazie, ma non serve-
-Ti ricordi cosa ti ho detto prima? Sono un gentiluomo-
-Giusto- sorrisi ironica.
Davanti a casa mia lo ringraziai ancora.
-Grazie mille Martin. Dopotutto mi sono divertita stasera, e qualcosa mi dice che anche sia stato bene-
-Certo Karen, anche io-
-Ci si vede in giro- e feci per allontanarmi.
-Karen?- Mi richiamò Martin
Io lo guardai per un secondo, lui mi guardò per un secondo e mi diede un abbraccio. Un vero abbraccio. Martin Dallas mi diede un abbraccio. L'amico di un mio amico che fino a stasera non sapeva quasi nulla di me.
Ricambiai il suo abbraccio, sorpresa. Passato questo momento d'imbarazzo, Martin mi allontanò leggermente per guardarmi in viso.
-Karen, voglio essere sincero. Tu mi piaci abbastanza. John mi aveva detto che avevi un ragazzo, ma ho voluto far finta che questo non contasse, e invece, purtroppo per me, conta. Perché ti vedo molto innamorata di lui, e quando parli di lui mi dispiace che tu non stia parlando di me. Capirò se da domani non vorrai più vedermi o parlarmi, capisco se sei arrabbiata, ma prima di lasciarti volevo dirtelo-

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