Prologo

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“Dove mi stai portando?” gli chiesi sorridendo.   

“Tra poco lo vedrai piccola” mi disse lui allo stesso modo, prendendomi per mano. “Fidati di me…” mi sussurrò, poi, vicino all’orecchio ed io non potetti impedire ai brividi di percorrermi l’intera spina dorsale.

Tutto ciò che riguardava lui, era così dannatamente meraviglioso, così dannatamente perfetto, e lo ero anche io, se al suo fianco. Aveva una voce roca così bella cavolo, ogni giorno che passava, me ne innamoravo sempre di più. Si, sarebbe stato quello il suono che mi avrebbe cullato per il resto della mia vita. Ne ero certa.  

Come avevo fatto ad innamorarmi così? In fondo quello era solo un viso, con un sorriso, un paio di occhi e delle labbra qualsiasi… eppure, mi avevano cambiato la vita. E adesso, davanti ai miei occhi, quelle non erano semplici lineamenti, erano il volto di chi custodiva gelosamente il mio amore, il volto di chi, in silenzio, amava incondizionatamente senza alcun motivo, dato che il “perché” più forte, lo costituivamo io e lui insieme. 

Mi lasciai condurre nel posto misterioso, nella nostra destinazione segreta, che lui non aveva voluto rivelarmi in nessun modo, nonostante le mie continue insistenze.

Stringeva forte la mia mano, e la teneva ben salda alla sua ogni qualvolta ci fosse qualche dislivello sull’asfalto, per impedirmi di inciampare. Lo sentivo ridacchiare di tanto in tanto, mentre mi sussurrava parole dolci durante tutto il percorso. Dovevo ammettere che era davvero difficile percorrere un tragitto senza poter vedere nulla, ma lui era vicino a me e sapevo che mi avrebbe condotto sulla strada giusta.

In qualsiasi parte del mondo sarei andata, se c’era lui al mio fianco, non mi importava più di nulla. 

Non esistevano più città, strade e destinazioni, esistevamo soltanto noi due. Noi due contro un mondo sbagliato, ma che gli abbiamo impedito di rendere sbagliato anche il nostro amore.

Parigi era il posto ideale per chi voleva vivere un amore perfetto, per chi voleva scappare, buttare tutto all’aria, ricominciare tutto da capo e vivere quello che desiderava, senza regole. Quella città tanto proibita quanto affascinante, sembrava essere fatta apposta per questo, ed io ero qui, in questa terra promessa, con la persona che amavo e non sarei voluta esserci con nessun'altro.               

"Ok, siamo quasi arrivati. Adesso stai bene attenta, dobbiamo salire alcuni scalini.” intervenne lui interrompendo i miei pensieri.    

“Ma io non vedo nulla!” dissi.   

“Stai tranquilla amore, ci sarò io a sorreggerti ” mi rassicurò apprensivo e con un tono così incredibilmente dolce.

Quelle parole avevano decisamente il suono di una promessa. 

"Non mi preoccupo affatto. Mi fido di te tesoro, mi lascerò sorreggere ogni volta che vorrai “gli risposi amorevolmente.

Quella invece, adesso, era la mia di promessa, e lui lo sapeva benissimo, lo intuì dal grande bacio sulla guancia che mi diede non appena conclusi la mia frase.

Potevo sentire le ginocchia mancare ed il mio viso andare letteralmente a fuoco, nonostante fossi abituata a gesti inaspettati come quello. Lui era la mia certezza, ma nonostante ciò, riusciva sempre a sorprendermi.

Percorremmo quel lungo ed interminabile sentiero, avvinghiati l’uno all’altra - come se fossimo gli unici al mondo -  per altri dieci minuti, dopodiché potevo già sentire l’aria fredda parigina soffiare sul mio naso. Era tutto così rilassante. 

 “Eccoci arrivati!” affermò lui levandomi la benda da gli occhi, e non appena li aprì, vidi un mondo nuovo davanti a me.

Un piccolo ammasso indistinto di luci, suoni, stradine e paesaggi, mi si proiettarono contro, lasciandomi a bocca aperta. Potevo notare benissimo Parigi in miniatura, che da quassù sembrava così piccola e minuscola. Mentre noi, in cima alla Tour Eiffel, eravamo così grandi ed imponenti, tanto da confermare come avevo sempre affermato: io e lui insieme, eravamo più grandi di tutto. 

Come l'ultima volta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora