Capitolo 1

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Sola.

Anche in mezzo alle persone, comunque sola, sola dentro.

Ma che dico, vuota, che è peggio.

Una mano mi passa ripetutamente davanti al viso e piano piano riacquisto i sensi, l'udito sta tornando e la vista pure.

«Oh ma ci sei?»

Una Chiara piuttosto stizzita mi risvegliava da quello stato di trance.

«Si si, ci sono, ci sono»

«Eh lo vedo, hai almeno capito che ho detto?»

Traffico un po' nell'armadio per farmi vedere disinvolta ma la verità è che non ho sentito una parola di quello che ha detto.

«Si che ho capito! Ma ora, dimmi, cosa mi devo mettere?»

Cercavo di scamparla e sembrò funzionare perchè assunse quell'espressione da 'ecco arrivata la stilista, da adesso ci penso io' che mette quando le si chiede qualcosa.

«Questo dovrebbe andare benissimo, certo però che un giorno andiamo a fare shopping che dobbiamo rinnovare questo tuo stile eh»

«Il mio stile va benissimo così com'è, non mi lamen-NON ci pensare neanche, quello non me lo metto, è cortissimo!»

«Ma cosa corto, forza andiamo, devi osare nella vita»

«Cosa stai dicendo, se avessi voluto andare nuda mi sarei attrezzata.

No no, non se ne parla, mettilo via»

E come in ogni film, alla scena dopo, c'ero io, davanti allo specchio del bagno con esattamente quel vestito addosso e con un'espressione corrucciata, confusa e..nuda! Soprattutto nuda.

«Dai esci»

«Non ci penso neanche»

Rifiuto totale.
«Non fare la bambina»

«Non mi interessa. Non esco.»

«Alice! Esci subito da li, non costringermi a portarti fuori con la forza»

Silenzio.

«Oh andiamo, siamo solo noi due»

Sbuffo ed esco.

Chiara ha una faccia stralunata con gli occhi aperti al massimo e un sorriso misto a stupore sulle labbra.

«Sei una strafiga»

Sorrido e mi imbarazzo.

«Smetti dai»

«No sul serio, stai una favola»

«Si m-»

«Non dire un'altra parola, ti sei già lamentata abbastanza»

Rido e la contagio addolcendola, anche se non era davvero arrabbiata.

Mi guardo allo specchio di nuovo, e, in effetti, non sto male, ma non potrei abituarmi ad un simile outfit che comprenda questo mini vestito blu elettrico, che arriva a malapena a metà coscia, uno scollo da paura che anche se stavo a tette all'aria facevo lo stesso, senza spalline che a fine giugno con 67 gradi all'ombra si può fare, tacchi bassi, capelli sciolti da una parte, trucco leggero matita-mascara e via, e un braccialetto d'argento, dietro scollato quasi fino al fondo-schiena, tutto Made in Chiara ovviamente. Ma capite ovviamente, che, ripeto, non posso abituarmi, perchè state leggendo di una che uscirebbe in pigiama anche la sera da quanto è pigra, e in fatto di accozzi sarebbe meglio stare zitti. Ogni tanto però si può anche fare di vestirsi eleganti, che sarà mai.

Tenterò di allungarmi il vestito tutta la serata, ma posso farcela.

Mentre andiamo alla macchina, Chiara mi rimbecilliva di nozioni su come comportarmi, capito? Neanche avessi cinque anni e piangessi a intermittenza.


«Quindi non potrai stare a gambe aperte mentre sei sedut-»

«Ma accavallare le gambe, ho capito, ho portato vestiti altre volte sai?!»

«Dici?»

Rispose divertita.

«Che poi io neanche ci volevo venire»

«Fosse per te non ti muoveresti di casa, ma è ora di uscire dal guscio»

«Ma io stavo tanto bene nel mio guscio»

Non era vero, o meglio, lo era in parte, era un periodo un po' strano in cui non stavo decisamente molto bene, uscivo pochissimo e quando lo facevo mi divertivo pure a seconda delle amicizie, ma era proprio il gesto di vestirmi per uscire di casa che mi costava fatica.

Tante volte ho ceduto al mio amico maligno che diceva 'che esci a fare, tanto non hai voglia, resta a casa, comoda a non fare niente tutto il giorno' e io mi ripetevo che non aveva torto, che cosa uscivo a fare? Tanto poi dovevo rientrare e non c'era niente da fare di così urgente e quindi non era poi così male annegare nel mio brodo.

Ma spesso, Chiara riusciva a stanarmi dal nido e trascinarmi letteralmente ad una delle sue serate pazze, e farmi pensare ad altro per un po', in questo era brava.

Scendemmo dalla macchina e notai il ristorante molto chic in cui ero stata portata, da lontano, rimanendo per un attimo interdetta sul se commentare o meno.

«Ma chi me l'ha fatto fare..»

Dissi di proposito ad alta voce.

«Perchè non sai dirmi di no, e poi stasera si va a caccia»

«Ma non se ne parla, non ho bisogno di storie adesso»

«Ma quali storie, io sto parlando di avventure»

«Sai benissimo che non sono capace»

Se c'era una cosa che non ero, era proprio quel tipo di persona impulsiva che agisce d'istinto, ma chi? Io? Che per vedermi con qualcuno dovevo saperlo minimo tre giorni prima per programmare tutto, ero un'ossessiva compulsiva nata.

«Lo so, è per questo che ho invitato questa ragazza»

Spalancai la bocca e la fulminai per trasmetterle tutto il mio odio.

«No ti prego, le odio queste cose! Non le avrai detto che è un appuntamento al buio vero?»

Rise e io cedetti scuotendo la testa.

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