Capitolo 5

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Ordinammo qualcosa da bere, giusto perchè facesse compagnia al vino della cena, poverino sennò, tutto solo.

«Cos'hai preso? Posso?»

Emma apparve davanti a me e ci misi un millesimo di secondo a sorriderle porgendole il bicchiere.

«Buono, vuoi assaggiare il mio?»

La musica era veramente troppo alta per i miei standard e dovetti fissarle le labbra per capire, ma non era la mossa più giusta da fare.

Aveva delle labbra veramente perfette, carnose al punto giusto, e mi immaginai come potesse essere baciar- okei, basta.

Annuii e assaggiai, niente male.

«Mmh» constatai facendola sorridere.

Tempo un secondo mi trascinò in pista facendomi ballare, priva di dignità e notai Giulia e Chiara avvicinarsi a noi pochi secondi dopo.

Giulia le tentava tutte per strusciarsi e io le tentavo tutte per spostarmi, non mi piaceva proprio, e non che avessi avuto uno scopo della serata, ma se volevo qualcuno, quella sera, non era di certo lei.

In un momento di distrazione generale, Emma mi tirò per il braccio facendomi rovesciare mezzo bicchiere, ma poco importava. Mi ritrovai davanti a lei a ballare.

Disse qualcosa ma non capii.

«Come scusa?»

Si sporse al mio orecchio.

«Ti stavano schiacciando»

Le sue dita mi spostarono una ciocca di capelli dietro l'orecchio, prima di parlare, le sue labbra sfiorarono il mio orecchio e il suo respiro mi increspò la pelle, tanto da farmi sentire lo stomaco vuoto per un attimo, esplodendo in mille brividi.

Le sorrisi con il viso arrossato e le labbra incastrate tra i denti, prima di essere interrotte, di nuovo, dalle nostre due amiche.

Ci ritrovammo a ballare con sconosciuti per metà serata, mentre ogni tanto io e Emma ci lanciavamo occhiate furtive.

A qualche passo da me, vidi un tipo che si strusciava senza ritengo a Emma, ma la vista mi fu offuscata da un ragazzo neanche tanto carino che mi ballò davanti, mi spostai per riprendere la scena che avevo interrotto ma questo mi si riparò davanti, capii che era un tentativo di approccio.

Le sorrisi fredda, cercando di scansarlo ma non sembrava voler cedere.

Andiamo, lasciami stare.

Mi scansai il tempo di trovarmi Emma davanti, che per la seconda volta mi prese per un braccio, ridendo e trascinandomi via.

La seguii senza opporre resistenza, contagiata dalla sua risata per non sapevo ancora quale motivo e mi lasciò quando arrivammo fuori dal pub, nel retro, all'aperto.

«Vuoi dirmi perchè ridi?»

Tentai di dire mentre ridevo anche io.

«Perchè quel tipo era veramente brutto e non si capiva cosa volesse fare»

Capisco che non fu una cosa divertente, ma in quel momento, la sua risata mi catturò e non potei non andarle dietro, specie dopo quei 2/3 drink che mi stavano girando in corpo.

«Sei decisamente ubriaca»

Le feci notare.

«Sono perfettamente lucida, forse un po' allegra»

Risi.

«Sembra che la mia amica non ce la faccia proprio a starti lontana eh»

Mi sorprese con quella domanda, facendomi intimidire.

«Tranquilla, è una rompipalle, lo so e non me la prendo, puoi dirlo»

«Eh forse un po' si, non mi ha lasciata un secondo»

Risi e misi una mano a tapparmi la bocca.

«In vino veritas»

Ridemmo di nuovo.

«Devo dire che questo vestito non ti sta niente male»

Arrossii per l'imbarazzo e tentai di coprirmi ma subito mi fermò, accarezzandomi il braccio.

Puntai gli occhi nei suoi così scuri.

Mi avvicinai, le misi una mano sul collo, e la baciai.

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