Capitolo 2

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Quando Chiara si metteva in testa qualcosa, non c'era versi, doveva farla.

«No certo che no»

«Oh grazie al cielo»

«Però.. potrei averle detto che potresti essere interessata»

Di nuovo espressione incazzata.

«Chiara!»

«Che c'è? Avevi bisogno di un po' di brio»

«Ma non voglio nessun brio»

«Si chiama Giulia ed è fantastica, ti piacerà»

Tutta sorridente che mi dispiaceva perfino contraddirla.

«No che non mi piacerà, quindi smettila e poi fammi capire.. siamo io te e lei? Te reggeresti il moccolo?»

Risi istericamente.

«Stupida, c'è anche una sua amica»

Menomale, almeno questo, arrivammo al tavolo ed eravamo ancora sole perciò dopo un bisticcio sul cercare di farmi mettere davanti a lei, in modo che questa Giulia mi stesse accanto, in cui, ovviamente perse, mi sedetti di fianco a Chiara.

Era un ristorantino molto carino, che non sapevo neanche se me lo potessi permettere, ma ormai ero li, i tavoli erano separati da separé di legno in ogni parete, e al posto delle sedie, eravamo sedute su panche, carino davvero.

Come 'il posto al finestrino' anche quello attaccato alla parete fu mio.

«Eccole»

Vidi Chiara sbracciare a due perfette sconosciute e mi misi una mano sulla fronte da 'non vedo l'ora di essere a casa'.

«Sforzati di essere carina, che ormai le ho detto che sei interessata»

Mi disse tra i denti.

«Ricordami di ucciderti quando torniamo a casa»

Dissi di rimando, sorridendo fintamente.

Questo 'periodo nero' è frutto di una situazione complicata in cui mi trovai, con la ragazza di cui mi ero innamorata, faceva tutte le cose da fidanzata con me, ma appena si parlava di un eventuale futuro mi rispondeva che lei non voleva uscire allo scoperto.

Nonostante questo, per non intaccare la sua incolumità aveva deciso di farsi dei ragazzi, davanti ai miei occhi, così, per hobby, per poi tornare da me e baciarmi, e fare tutte quelle cose che fanno i fidanzati, non avevo la forza di muovere un muscolo, avevo perso gran parte dei miei amici perchè quella pseudo fidanzata non voleva che uscissi con loro, e io stupida, cedevo pure, fatto sta che dopo più di un anno riuscii ad aprire gli occhi e cercare una soluzione che non fosse sentirmi in trappola con lei o farci del male a vicenda.

E da allora, ho perso il conto di quante volte Chiara ha tentato di buttarmi tra le braccia di qualche sconosciuta perchè 'mi fa bene'.

Si sedettero e prima di presentarsi, non conoscendole non avevo la più pallida idea di chi fosse Giulia, ma nell'arco della serata me ne accorsi, da tutte le vie che trovava per provarci, mettendomi anche in imbarazzo per giunta, ma il destino era dalla mia parte, mettendomi davanti Emma, la sua amica, perciò alle volte sfuggivo alle sue provocazioni.

«Allora Alice, che fai nella vita?»

Mi chiese Giulia.

«Lavoro in un'agenzia di Grafica.

Voi che fate?»

Usavo il plurale di proposito.

Erano entrambe carine, Giulia alta, capelli neri, occhi neri, Emma castana liscia, con gli occhi color nocciola e un bel sorriso.

«Io lavoro nella moda a Milano»

Ochettò Giulia, non che mi piacesse particolarmente il suo modo di fare.

«Io lavoro in un fast food aspettando l'occasione giusta, e mi sento abbastanza povera in questo momento accanto a voi»

Si aggiunse Emma.

Risi.

«Tranquilla, non so neanche se posso permettermi la cena» mi venne spontaneo rispondere.

«Male male laviamo i piatti»

«Io asciugo»

Ridemmo tutte e quattro, ma Giulia forzatamente.

«Vi farò venire a prendere dalla mia limousine, ragazze»

Sentenziò Chiara facendoci ridere di nuovo.

«Offro io nel caso»

Se ne uscì Giulia, fissandomi negli occhi, che puntualmente abbassai prendendo a giocare con un grissino.

A salvare la situazione tesa, venne il cameriere per prendere le ordinazioni.

Antipasto di mare e pesce, primi in quantità e se ce la facevamo un secondo, il tutto accompagnato da vino rosso che avevo già trangugiato un paio di bicchieri per sfuggire alle battute di quella cacciatrice spietata che non ne voleva sapere di mollare la presa.

«Riscaldiamo un po' l'aria dai.. ultima storia?»

Giulia, ma cosa voleva?

«Storia seria o vale anche avventura?»

Chiara ruppe il ghiaccio.

«Beh.. direi due settimane fa»

Rispose compiaciuta.

«L'altra settimana» continuò altezzosa Giulia.

Il silenzio calò mentre io ed Emma ci lanciavamo occhiate furtive, ridendo sotto i baffi perchè nessuna aveva intenzione di aprire bocca.

«Beh? Alice?»

Mi acchiappò Giulia.

«Oh, silenzio stampa»

Sorrisi cortesemente.

«Non dirmi che una così bella ragazza non fa almeno una strage a serata»

Ammiccò Giulia facendomi l'occhiolino che prontamente scostai mettendomi il bicchiere alle labbra.

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