Ultimo anno

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< Toc! Toc! >
Lily Evans conosceva molto bene cosa si celava dietro a quel suono, Non riusciva però a mandare alle gambe il comando per alzarsi dal letto ed accogliere la sua civetta.
< Toc, Toc >
La giovane ragazza alzò la testa , spostò il suo sguardo sulla finestra e prendendo un bel respiro si alzo dal letto. La più piccola della famiglia Evans non era per niente una dormigliona, ma sapeva perfettamente che la sua adorata civetta Ester, non portava belle notizie. Apri la finestra e un leggero vento mattutino la fece rabbrividire, non presto molta attenzione a ciò che si celava fuori dalle mura di casa sua. Sapeva che dietro alla sua meravigliosa civetta bianca, dagli occhi neri, avrebbe visto il suo classico giardino Inglese, che la Signora Evans curava con molta attenzione, avrebbe visto in lontananza, sulla destra, alla fine della strada una collinetta, con un enorme Salice ed un piccolo laghetto. E invece se il suo sguardo si fosse posato alla sua sinistra avrebbe visto una piccola casetta, il cui bianco delle pareti era stato rovinato dal tempo. Lily conosceva bene a chi apparteneva quella villetta, al suo ex-migliore amico Severus Piton. Ogni volta che Lily pensava a lui un nodo le saliva dallo stomaco e gli arrivava alla gola, e il pensiero che le compariva nella mente tutte le volte era "Come ha potuto? Perchè è diventato cosi?". Per fortuna questa estate Severus Piton non era tornato dalla famiglia per le vacanze estive e quindi Lily non ebbe il pericolo di incotrarlo ogni volta che usciva di casa. < Grazie Piccolina > Lily sorrise alla sua adorata civetta e la accarezzò sulla minuta testolina, che chiuse gli occhi e si lasciò rilassare dalle carezze. < Non sono belle notizie, eh? > Chiese rivolta ad Ester, prendendo dal suo becco la Gazzetta del profeta. Come al solito il titolo era simile a quello di ieri, e della settimana scorsa: " Quartiere Babbano attaccato, morta più di una famiglia Babbana" Su per giù il titolo era sempre lo stesso: Babbano trovato morto, Un nato Babbano ucciso. Ormai la guerra Magica era alle porte, famiglie intere venivano sterminate soltanto perchè uno dei componenti era nato mago, altre famiglie invece venivano sterminate perchè un mago, aveva sposato un babbano. Ed a compiere queste stragi erano sempre i soliti, i mangiamorte, un gruppo di famiglie purosangue che si erano riunite sotto le direttive di Lord Voldemort, per distruggere tutto ciò che nel mondo dei maghi non era puro, quindi volevano uccidere tutti i natibabbani, come Lily e tutti i mezzosangue. Lascio cadere la gazzetta sopra la sua scivania e mise la sua civetta nella gabbia, non sia mai che sua sorella Petunia entrando nella camera la trovi libera. Pensò tra se e se. Decise di lasciare aperta la finestra per far cambiare aria alla sua stanza e iniziò a cambiare le lenzuala , poi mise il suo pigiama nel baule e lo chiuse. Diede uno sguardo al suo orologio, erano le otto, tra sole tre ore sarebbe tornata a casa, la vera, casa! Da quasi sette anni Lily non ritrovava in quella piccolla villetta di Spinner's End la sua casa, da quando era arrivata la lettera per hogwarts sua madre si era drasticamente allontanata da lei e sua sorella ormai non le rivolgeva più la parola se non per insultarla e trattarla male. L'unico che realmente capiva Lily era il suo adorato papà. Fin da piccolina il rapporto che viveva con il padre era inspiegabile. Una volta sistemata tutta la sua camera Lily prese i panni che la sera prima aveva lasciato nella sua sedia e andò in bagno. La prima cosa che fece fu quella di guardarsi allo specchio, aveva i capelli rossi fuoco, raccolti in una coda alta, gli occhi verdi smeraldo, segnati nei bordi da una leggera linea nera, causata dal mascara che la sera prima non aveva rimosso. Come al solito non aveva dormito un granchè, ogni volta che tornava a casa viveva una continua paura che da un momento all'altro un mangiamorte potesse entrare in casa sua e Sterminare la sua famiglia. Infondo, era facile individuare la sua Casa, Severus, che adesso si è schierato dalla parte dei mangiamorte, sa perfettamente come guidarli da lei. Si fece la doccia e si mise un leggero vesitino, di colore verde. Si pettinò i capelli e si passo come al solito un leggero velo di fard e il solito mascara sulle ciglia. Lily non era una ragazza che si trascurava anzi, aveva sempre le unghie molto curate, le sopracciglia di una forma lineare perfetta, i capelli che le profumavano sempre di limone e mente e la pelle che emanava odore di borotalco. Si guardo allo specchio, e si rese conto che quella sarebbe stata l'ultima volta che sarebbe rientrata nel bagno di casa sua, l'ultima volta che vedeva quella strade e sentiva gli odori del suo quartire. Non sarebbe tornata l'anno prossimo, la Guerra era arrivata e lei si sarebbe unita agli Auror, per combattere contro colore stavano distruggento tutto il Mondo magico. Con un velo di malinconia si diresse verso la cucina e trovò suo padre con la testa nel frigorifero e di fronte girata di spalle la madre che invece preparava la macchinetta del caffe. Decise di sedersi sulle sedie intorno alla cucina.
< Buongiorno! > Disse ai suoi genitori, invollandosi in faccia il sorriso più falso che aveva. < Buongiorno Principessa! > Il padre chiuse il frigorifero e si volto per dare un bacio sulla fronte alla figia. Mentre la madre non rispose, la sera prima la madre e la figlia vevano avuto una brutta discussione e quindi Lily tento di rimediare. < Mamma.. >Non ebbe il tempo di concludere che la madre parlò al posto della figlia. < Sono sette anni che ci spero! Oggi esattamente come sette anni spero che tu non prenda quel treno, che decida che la vita che noi ti possiamo offrire sia meglio di quella del Mondo magico. Pensavo che questo fosse l'ultimo anno che dall'estate prissima saresti tornata a vivere con noi. Avevo fatto progetti, avevo cercato delle scuole private che ti avrebbero permesso di recuperare tutti gli anni di studio che andando ad Hogwarts, avevi perso. Pensavo saresti diventata un infermiera come me, fin da piccola ti piaceva il mio lavoro, è da quando hai otto anni che sai curare ogni tipo di ferita, e invece vengo a scoprire da tuo padre che vuoi diventare cosa? Un Auror, ma soprattutto che andrai a vivere lontano da noi! Pensi che basta chiedermi scusa per come mi hai risposto e tutto questo passa? Non ti ho visto crescere Lily, sono due anni che non torni per Natale, quest'estate sei stata più tempo da Alice che qui! Perchè ci eviti? Perchè ci hai cancellato dalla tua vita?! > Fu a quel punto che la rossa si rese conti da chi aveva preso quella splendida caratteristica di parlare senza lasciare agli altri il tempo di controbattere. Le parole della madre la colpirono come uno schiaffo sul volto, non sapeva se dispiacersi per lei, se dirle che il motivo per chi non passava più tanto tempo a casa era la guerra, cosa che Lily aveva nascosto alla famiglia, come poteva dirle che nel mondo magico tutti quelli come lei, come loro, venivano uccisi, e che lei voleva diventare Auror per non sentirsi completamente inutile. < Io mi trovo bene nel mondo dei maghi mamma, perchè è il mio mondo, io non sono come voi. Io ho ricevuto un istruzione diversa perchè sono diversa da voi. E poi cosa ti aspettavi mamma? Che sarei tornata a casa e a fare cosa? L'infermiera come te? Oppure avrei recuperato sette anni di studio per poi andare in qualche università pubblica? Io voglio crescere mamma, voglio crearmi la mia vita ed il mio posto non è qui! Vi vorrò sempre bene, ma non è di certo colpa mia se sono nata Strega! E se non passo tanto tempo qui, è perchè in questa casa mi sento di soffocare, tu reprimi tutto ciò che sono! Non posso usare la magia, non posso avere la bacchetta nella tasca, non posso parlare a tavola di ciò che ho fatto per un intero anno a scuola, sennò Petunia inizia a dare di matto e tu fai di tutto per non ascoltarmi! > La voce di Lily si era alzata molto, più sputava fuori tutto quello che per anni aveva pensato più uccideva una parte di se stessa. Non voleva ferire la madre, ma doveva, il distacco doveva essere definitivo, e ogni volta che diceva una cattiveria pensava tra se e se che era per il bene della sua famiglia, per far si che loro restino in vita. < Lily, Chloè adesso basta! > fù il signor Evans a parlare. < Questa discussione è totalmente inutile. > Si rivolse alla moglie con uno sguardo severo < Lo spevamo che sarebbe successo, ed ogni volta che sgridavi Lily perchè faceva qualcosa che era nella sua natura avresti dovuto pensare che era quella, che un giorno nostra figlia avrebbe seguito e non la tua malsana idea, di reprimere ogni sua indole. > E poi si rivolse alla figlia < So perfettamnete quale sia il tuo pensiero ma ti ricordo che questa donna è pur sempre tua madre e non mi sta bene che le urli in faccia. > Il Signor Evans guardo l'ora e si rese conto che dovevano sbrigarsi o Lily avrebbe perso il treno. < Vado a caricare la macchina ti aspetto li > Lily abbassò lo sguardo poche volte il padre si era rivolto a lei cosi freddo, sapeva che le parole che aveva rivolto alla madre avevano ferito anche lui. Mentre Lily pensava che forse era il caso di scusarsi le braccia della madre la strinsero in un tenero abbraccio. < Lo so di non essere stata la madre che ti meritavi, ma ti vorrò sempre bene Lily e la porta qui per te è sempre aperta .> La caposcuola ricambio l'abbraccio della madre ma non disse nulla, anche perchè sapeva che stava per mettersi a piangere. Petunia dormiva ancora, cosi prima di partire salì piano piano le scale, ed entrò in camera di sua sorella, la vide stesa sul letto e con molta calma si inchinò su di lei e le diede un dolce bacio sulla guancia e le sussurrò: < Ti voglio bene Tunia, anche se mi credi pazza, sarai sempre la mia sorellona. Prenditi cura di mamma e papà, e ti auguro una vita felice. > Lily si passò una mano sotto l'occhio per fermare le lacrime, e usci velocemente dalla camera della sorella. Quando Lily Evans entrò in macchina diretta verso la stazione non si rese conto che la sorella la stava spiando da dietro la finestra. < Ti voglio bene anche io Lils >sussurrò Petunia Evans vedendo che la macchina era già uscita dal vialetto di casa.

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