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"Ehm, Louis? Si può sapere che morte tu abbia fatto?" chiese Harry al telefono con il ragazzo. Erano le cinque passate già da un quarto d'ora e di Louis non c'era ancora traccia.
"Harry, hai ragione. Perdonami. Sto arrivando, comunque. Non riuscivo a trovare i biglietti per me è Niall" rispose lui con il fiatone.
"Va bene... ma muoviti perché mi dispiace arrivare tardi."
"Ma non arriviamo tardi, è dalle cinque e mezza in poi" si lamentò il ragazzo.

Ci fu un momento di silenzio prima che Harry rispondesse: "Comunque. Hai detto che abbiamo appuntamento alle 5:30, quindi faremmo tardi se non arrivassimo per quell'ora! Ma perché ne stiamo anche parlando? Mi sembra ovvio che tu saresti dovuto essere già qua perché avevi appuntamento con me alle cinque!"

Il tono era infastidito; a Harry non fanno impazzire i ritardatari. Di solito, magari, glielo avrebbe anche fatto passare, ma non questa volta; se sono amici, Harry lo tratterà come tratta sempre gli amici: fai tardi? Ti meriti un tono freddo.

"Harry, ma tranquillo! Mi dispiace, non volevo fare tardi, ma sarebbe stato inutile venire senza biglietto! E poi lo sai che faccio sempre tardi! Ero pronto per scendere e sarei arrivato in orario ma quei cazzo di biglietti...!" rispose Louis.
"Va bene, okay. Stai arrivando?"
"Sì... - Louis sbuffò pesantemente nel microfono - Sono proprio dietro l'angolo... eccoti!" esclamò, prima di attaccare il telefono e raggiungere il ragazzo riccio.
"Era ora... fa un cazzo di freddo a dicembre!" si lamentò Harry.
"Scusa! Se vuoi ti do la mia giacca, ne ho due, così ti riscaldi" propose.
"No, altrimenti in moto ti freddi e diventi di nuovo Rudolph - Harry sorrise abbassando lo sguardo perché, sotto sotto, trovava che Louis fosse adorabile anche come renna - e due volte il raffreddore per colpa mia non me lo potrei perdonare."
"Quando la smetterai?" piagnucolò Louis arrossendo.
"Quando mi darai un altro motivo per prenderti in giro, Rudy!"
Louis gli diede un pugno giocoso sulla spalla e disse: "Tanto non la smetterai neanche allora..."
"Vedi? Anche tu mi conosci! Dai, andiamo!"

——

"Oh, siete venuti insieme! Ecco perché stavate facendo così tardi!" esclamò Liam vedendo arrivare Louis e Harry.

Il luogo della mostra era una piccola villa bianca, con una possente porta in legno di mogano. All'interno le luci erano soffuse e era presente il mormorio degli invitati, tutti a commentare le opere. Qualcuno commentava anche le canzoni di sottofondo. Shawn era al centro della stanza principale su un piedistallo azzurrino e stava suonando qualche dolce melodia di una qualche canzone che aveva scritto. Sulle pareti delle stanze erano appesi i disegni del ragazzo, tutti con un nome vicino (Liam era vicino a un dipinto monocromatico verde chiamato "Melma visiva" - la fantasia del ragazzo era sorprendente) e, vicino al nome, il prezzo (secondo Liam alcuni erano "sottovalutati", ma Liam era molto di parte. "Melma visiva" stava 56 euro e, forse, era anche molto). Infine, vicino ad alcuni, c'era un bollino rosso, segno che era già stato comprato da qualcuno. Era molto suggestiva la visione: sembrava una cosa molto più professionale di quello che era.
L'esposizione era stata indetta dall'istituto artistico dove Zayn studiava, il quale aveva deciso di premiarlo per gli ottimi voti che aveva raggiunto e per gli ottimi risultati in campo artistico.

"Ah-ah" rispose sprezzante Louis.
"Dai, Boobear, non te la prendere! Meglio tardi che mai!" lo canzonò Liam pizzicandogli amichevolmente la guancia.
"Aspetta- Boobear?" disse Harry ridendo.

Si sentì solo la sua risata per tutta la villa e, diamine, era fantastica.
"Quando ride" pensò Louis "Anche il sole smette di splendere perché solo una cosa, persona, essere, può splendere così tanto e anche il sole sa, sa, che Harry splende di più e cede, quindi, il posto."

Quando era diventato così sdolcinato, il ragazzo, se lo chiedeva anche lui. Forse era lo champagne che gli aveva offerto Liam e tutta l'atmosfera poetica della galleria. Sì, sarà questo.

Barista Boy 🥛 l.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora