Mi svegliai senza neanche troppi problemi. Attendevo da troppo tempo quel momento per farmi fregare dal mio amore per il letto. Avevo già preparato cosa mettermi: un bel completo nero e camicia bianca per essere elegante e dare segno di serietà e impegno, o almeno così speravo.
Mio padre era già andato a lavoro da un paio di ore e mia madre stava preparando la colazione come tutte le mattine.
Stavo scendendo le scale molto velocemente, ma quando la vidi così felice e tutta indaffarata ai fornelli, mi bloccai e iniziai a pentirmi. Lei sentì il rumore dei miei passi e si girò allegra come sempre.
<< Buongiorno. Siamo mattiniere oggi? E come sei elegante!>>
Non potei evitare di ricambiarle il sorriso.
<< Sto andando ad un colloquio di lavoro, ho il tuo supporto morale?>>
<< Sempre e comunque tesoro mio, anche se non ti dovessero prendere o il lavoro non dovesse piacermi.>>
Sicuramente in quel momento il mio cuore batteva a una velocità tale da non poter essere neanche monitorato senza mandare tutto in cortocircuito. Sembrava che il mio caro fratello aveva fatto un piccolo, grande miracolo. Ma la mia coscienza continuava a riportarmi in mente che magari quel "anche se" non era esteso anche all'Accademia Spaziale. In effetti non sapevo neanche se le avessi buttato il mondo addosso. Ma ormai ero grande e se inseguire i miei sogni equivaleva i distruggere quelli dei miei genitori, era un rischio che dovevo compiere. Ogni attore prima o poi deve abbandonare la propria parte per iniziarne una nuova se vuole fare carriera. Io dovevo abbandonare quella che i miei mi avevano addossato per tanti anni.
Ero pronta ad affrontare il mio futuro. Presi la mia piccola borsa e, chiudendo la porta d'ingresso, venne come dal mio cuore di girarmi per quella che speravo essere l'ultima volta e rivolgermi a mia madre.
<< Mamma... vi voglio bene.>>
Chiusi la porta e mi diressi verso la macchina. Fu come chiudere un capitolo di una storia che era durata per troppe pagine e ammetto che non fu facile reprimere le lacrime. Per molti tutta la questione sarebbe apparsa come una grande esagerazione di tutto, ma per quella famiglia quella situazione era l'ennesimo sconvolgimento dell'ordine e dell'equilibrio. Ma lo spettacolo deve comunque andare avanti.
Non appena arrivata a quell'enorme stabile si aprì un nuovo mondo davanti a me. Era un posto conosciuto per me, fino a quasi un decennio prima era paragonabile a una seconda casa. Ora invece era quasi del tutto un qualcosa di sconosciuto. Come mi ricordavo, a dare il benvenuto oltre le grandi porte e le varie hostess, c'era una scritta che recitava "Vai e scopri il tuo posto nell'universo". Da piccola questa frase mi faceva molto ridere, perché faceva arrabbiare mio nonno. Quest'ultimo era abituato a "...il tuo posto nel mondo" e quasi non riusciva ad accettare quella piccola modifica. Subito fui indirizzata in una sala, dove nella mia infanzia assistevo a dei noiosi e infiniti discorsi di ammiragli e capitani, ma che in quell'occasione avrebbe solo fatto ponte tra due corridoi. Molte volte la usavano anche solo per mostrare quei meravigliosi affreschi che riportavano tutte le grandi scoperte dell'uomo. Anche qui un'altra immancabile frase da biscotto della fortuna: "Il buio non sempre è paura, molte volte è luce". Anche quella molte volte era criticata dai miei familiari ma era la mia preferita del complesso. Chissà, per i miei genitori questo buio sarebbe potuto diventare luce.
Dopo questo lungo tour immenso arrivai a una sorta di hall in cui chiesero di compilare un modulo con tutti i dati anagrafici.
Chiesero a tutti noi presenti di avviarci verso una sorta di aula-auditorium e di accomodarci, lì ci avrebbero spiegato le varie modalità d'esame.
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La vendetta delle origini
Science FictionSono una ragazza come tutte le altre. Ho perso mio fratello tanti anni fa, e ora volevo intraprendere la sua strada, anche se senza il consenso dei miei genitori. Ero pronta ad affrontare il mio destino, a fare un passo importante. Poi proprio il de...