Capitolo 6

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La mia nuova vita mi sorprese sotto molti aspetti. Ad esempio pensavo che il mio lavoro non avrebbe toccato emozioni o sentimenti. Invece per mia sorpresa erano tante le storie che le persone condividevano con me. Alcune erano piene di disperazione, altre non sapevano neanche l'esistenza della dignità. Pensavo anche che solo nei film ci potessero essere così tanti criminali e mal viventi; ma ecco che si presentavano una media di due, a volte anche tre, criminali al giorno a contraddire la mia teoria.
Tra me e Metra era nata una nuova tradizione: cenavamo quasi ogni sera e ci scambiavamo le nostre giornate. Questo scambio non rappresentava, però, uno scambio equo;io potevo così immaginare la vita da capitano, ma mio fratello si preoccupava sempre di più. E ben presto anche questa preoccupazione divenne una tradizione, come le mie rassicurazioni; non potevo rimanere un fiore delicato sotto una campana di vetro.
Noxs era praticamente scomparso e mio fratello non osava neanche nominarlo.
Questa cosa stava prolungandosi troppo.
Stava succedendo qualcosa... a lui...ai suoi genitori?

La cosa che mi divertiva era cercare in tutti i modi di fare sempre qualcosa di diverso. Questo divenne la mia routine giornaliera.

Ad aiutarmi, oltre Metra, c'era anche una nuova conoscenza, un'amica. Si chiamava Alexidris e veniva dal pianeta Olidric III. Era proprio la sua provenienza a testimoniare la pace tra due popoli manifestata nel colore turchese, tendente quasi al verde, della sua pelle. Era quello a cui l'Accademia aspirava, due popoli di origini simili e per anni in astio fra loro, che decidono di deporre le armi.
A parte questa sua appartenenza, Alexidris era una ragazza davvero simpatica e bella, sia fisicamente che caratterialmente. Lei era una Delle infermiere più brave del reparto, cosa che sottolineava la sua disponibilità e bravura nell'aiutare gli altri.
Era triste da pensare, ma lei era diventata quasi un mio punto di sfogo, dato che da qualche tempo mio fratello si era rivelato essere più impegnato del solito. La cosa positiva era che da un'amicizia quasi di convenienza da entrambe le parti, si era trasformata in un'amicizia sincera.
Era diventata Alexidris la mia accompagnatrice agli eventi e la compagna con cui scherzare e parlare di tutto. Era Incredibile che nel giro di un mese avevamo instaurato un rapporto così bello da sembrare amiche da sempre.
Metra non mi faceva entrare neanche nella sua camera, neanche con un permesso ufficiale.
Era parte del patto stipulato con "i miei genitori? Oppure il grande affetto per me si era già spento come una fiammella sotto la pioggia?
Eppure io credevo davvero di aver ritrovato in un certo senso la mia vecchia vita.

Una sera tornavo da un uscita con Alexidris, una delle poche che facevamo fuori dalla nostra casa,dalla nostra nave. Eravamo innamorate di una nave commerciale piena di negozi alla moda, alla moda per tutti i gusti dello spazio. Aveva al suo interno un vero e proprio parco,pieno di vegetazione e di vita; poi aveva migliaia di negozi di culture provenienti da ogni angolo dell'universo.
Potevamo andarci solo una volta al mese,due se eravamo fortunate. La navetta spaziale passava in determinate ore, e la maggior parte delle volte i nostri turni non coincidevano.
E quella sera avevamo tutto il programma pronto per uscire ma anche Alexidris si è rivelata impegnata e non abbiamo fatto in tempo per la navetta. Metra sembrava felice quando dicevo che uscivo, non so se perché non gli stavo tra i piedi o perché mi divertivo, ma fu proprio quella volta che la sua felicità venne scoperta. Ero contenta al pensiero di potergli fare una sorpresa, d'altronde lui pensava che ero uscita...
Aprii la porta della sua stanzasilenziosamente e piena di gioia
<< Sorpres...>>
Non avrei mai pensato di poter assistere a una scena così raccapricciante.

La mia mente mi portò ad esplorare ricordi che avevo nascosto per molto. Il giorno in cui la mia vita cambiò non ero così tranquilla internamente quanto lo sembravo agli occhi di Metra e Noxs. Ogni parola era una coltellata al cuore e io mi sentivo sempre più vuota. Fu in quel momento che ripensai a ciò che avevo fatto, affidarmi a dei perfetti sconosciuti, e fu proprio quell'istante che mi fece dubitare sulla mia stessa vita dopo che ero stata proprio io a cercare di credere a tutta quella storia e di reprimere i miei veri sentimenti.
E se tutto era stato un grande errore? E se le prove, per quanto inespugnabili, erano tutta una grande trappola.
Quelle persone mi avevano strappato dalla mia famiglia, e più di tutte dalla mia vita. Nonostante tutto i miei genitori non mi avevano mai fatto del male, perlomeno quando io ero cosciente, mai mi avevano detto una parola urlando mi contro, mai.
mi avevano insegnato tutto quello che sapevo e che ero, mi avevano cresciuto secondo grandi valori. Potevo sembrare una pazza, una senza ombra di ragione o di sentimenti. Non era così. Quel giorno sentivo solo grandi tonfi, le mie lacrime. Dentro di me non potevo credere che la mia mente si era praticamente divisa in due parti in guerra tra loro, ma mi ci abituai fino a conviverci. Mi avevano detto di non cercare di ricontattarli più, di non avere alcun rapporto è di non tenere qualcosa che mi collegasse a loro. Non avevo del tutto rispettato questo divieto, avevo una foto, la mia prima volta all'osservatorio astronomico dell'Accademia. Mi ricordo ancora l'emozione è i brividi quando attraversai la porta d'ingresso. Ma ricordo anche come loro si divertirono, insieme a me. Tutte quelle verità mi facevano vedere quei sorrisi in modo diverso, adesso mi facevano male, eppure avevo amato quelle persone. Era stata proprio mia madre, nella sua durezza dettata da quella che credevo fosse protezione, ad avermi detto di trasformare ogni mia debolezza in forza e coraggio e di nasconderla quanto più possibile. In effetti era stato strano mettere in atto questo suo consiglio di vita proprio per difendermi da lei. Ma lo feci. Riposi i miei sorrisi e sfoderai il silenzio, pensavo di aver fatto la cosa giusta. Ora me ne pentivo,volevo tornare a casa, riabbracciarli. In un certo senso era per loro che continuavo a pensare positivo, a guardare solo i lati positivi di tutta quella situazione. Probabilmente mi sarebbero rimasti solo quelli...

La vendetta delle originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora