Incontri.

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Devo ammettere che è un ragazzo molto affascinante, avrà piú meno la mia stessa età , quindi è abbastanza giovane visto che io ne ho appena compiuti 21.
Sento il suo sguardo posarsi su di me, ma non riesco a pronunciare nemmeno una parola. Ancora una volta la  timidezza ha avuto la meglio su di me, mi guarda confuso come se si aspettasse qualche reazione da me e devo dire che anche io, ma non ci riesco proprio.
《Ha bisogno di aiuto signorina?》mi chiede dopo qualche secondo d'imbarazzo.Ha una voce talmente profonda a tal punto da  farmi rabbrividire.
Annuisco velocemente, e chiedo gentilmente dove rilasciano le valigie.
Lui mi dà le indicazioni necessarie, è una volta che ho capito , lo ringrazio e mi incammino tra la folla.Giunta sul luogo, guardo gli schermi di fronte a me, fino ad individuare il nastro che trasporta le valigie relative al mio volo.
Qualche minuto dopo i nastri iniziano a muoversi e le valigie a passare, oltre a me ci sono altre persone , riconosco la signora di prima, quella seduta accanto a me.
Poco a poco tutti prendono la propria valigia  e se ne vanno, dove cazzo é la mia?Comincio a muovermi nervosamente avanti ed indietro, vedo le persone che arrivano e dopo nemmeno due secondi se ne vanno.
Poi ci sono io, che vabbe, sono un caso a parte.
Sono passati ormai 10 minuti ,e sono sicura che se andassi a bere un caffé , e poi tornassi , della valigia non ci sarebbe nemmeno l'ombra.
Sto seriamente per perdere le speranze; Potrei ricomprarmi i vestiti da zero, ma non é tanto quello, li ci sono cose piú importanti, cose che non si rimpiazzano con i soldi. Ad un tratto vedo spuntare una valigia verde, riesco a vedere intorno a lei una grande luce, é la luce divina.
Prendo subito il mio bagaglio e mi dirigo all'uscita.
Fuori fa veramente freddo, il vento mi sposta i capelli sul viso, io li rimetto di nuovo dietro, essi però ritornano al punto di prima, fottuto vento.
Ad un tratto sento la mia pelle bagnarsi sempre di piú, sta piovendo a dirotto, maledico mentalmente me stessa per aver messo l'ombrello dentro la valigia, sotto tutti i vestiti, ovviamente.
Guardo davanti a me, ci sono un sacco di taxi, posti uno dietro l'altro; Ho solo l'imbarazzo della scelta.
Vedo un ragazzo che esce dalla sua macchina nera e si incammina a passo svelto verso la mia direzione.
Mi prende gentilmente la valigia e la infila nel bagagliaio per poi richiuderlo, io intanto mi siedo sul sedile, nell'attesa che il taxista risalga.
Non posso perdere più tempo.
Ad un tratto apre la porta e si siede al suo posto, poi si gira verso di me, e con un sorriso a 32 denti, mi chiede dove mi deve portare.Cerco di ricambiare anche io il suo sorriso, per non sembrava maleducata , ma la verità è che ho terribilmente paura di arrivare in ritardo.
Insomma, è il mio primo giorno di lavoro e quindi non ci tengo a dare fin da subito una brutta impressione. Appena gli rispondo noto una strana sorpresa sul suo volto, vorrei chiedergli il perché di questa sua reazione, ma mi trattengo. Il mio sguardo si sposta sul finestrino e sulle piccole gocce di pioggia che cadono una dopo l'altra, ho sempre amato la pioggia, é tra le cose più rilassanti nella vita.
Adoro stare sotto le coperte e dormire mentre sento quel beato rumore, la pioggia mi culla.
Resto incantata anche dalla bellezza di Londra, tutti quei palazzi , i negozi,  ma anche semplimente le persone. Sono attratta ed incuriosita da ogni cosa che vedo,  allo stesso tempo però, sento un immenso dispiacere, perché potevo godermi questo molto tempo fa.
L'ultima volta che sono stata qui avevo soltanto 5 anni e dopo la morte di mia nonna i miei non sono voluti più tornare. Troppo dolore.
Anche per me è stato difficile e lo è tutt'ora. Mia mamma spesso mi racconta che mia nonna era solita leggermi le fiabe ed a me piacevano cosi tanto, che pur di ascoltarne un'altra, cercavo di restare sveglia anche se dentro morivo di sonno.
Dopo la sua morte però non c'era più lei e la notte non riuscivo a prendere sonno, spesso piangevo sulle pagine di quei piccoli libri per bambini, ero cresciuta con i suoi racconti ed era tutto sparito, all'improvviso.
Nonostante questo però sono andata avanti e questo lo dimostra, nonostante il dolore sono ancora qui , sono tornata al punto di partenza,sono tornata dove vorrei essere sempre stata.
E anche se i  ricordi sono vaghi , una cosa me la ricordo perfettamente, cioè quella frase che mi pronunciava sempre.
"Devi lottare per i tuoi sogni piccola Miranda, non dare ascolto a chi ti dice di no, tu sei più forte di loro."
Ed è quello  che sto facendo, sto per realizzare il mio sogno, sto arrivando nel posto in cui ho sempre desiderato lavorare.
Guardo il cielo fuori dal finestrino della macchina, è nuvoloso a causa della pioggia, ma resta sempre bellissimo.
《Grazie nonna.》 Sussurro a bassa voce.
《Come scusa?mi hai detto qualcosa?》 Mi chiede il ragazzo alla guida.
I suoi occhi che sono stati sempre puntati sulla strada mi fissano. Solo ora mi rendo conto di quanto sono belli; Sono di un azzurro limpido ed intenso.
Mi ricordano il colore del mare, mi viene quasi voglia di tuffarmici dentro. Per qualche secondo cado in un totale stato di trance, dal quale difficilmente riesco ad uscire.
《No niente, stavo parlando da sola.》
Rispondo, rendondomi conto subito dopo di ciò che ho appena detto, perché sono sempre cosi impulsiva?questo mio difetto mi ha sempre costato caro, e credo proprio che grazie a questo, nel corso degli anni , ho fatto le peggiori figure di merda.
Questo qua penserà che sono pazza, poi con la spontaneità con cui l'ho detto.
"Stavo parlando da sola." Ripeto nella mia testa.
All'inizio mi guarda stranito , ma subito dopo lo sento ridere di gusto, è una risata contagiosa, che fa ridere anche me.
Era da un bel po' che non ridevo cosi, il viaggio mi aveva stancata e le ultime ore le avevo passate nell'ansia.
《E sentiamo, di cosa parlavi?》
Mi chiede con aria scherzosa.
Il mio sorriso sparisce subito rendendomi conto della realtà dei fatti, di quanto sia triste tutto ciò.
Non ne parlo mai con nessuno di mia nonna ed anche se mi sembra un ragazzo per bene, non lo conosco, adesso che ci penso non so nemmeno il suo nome.
Per evitare questo argomento decido di rispondere alla sua domanda con un'altra domanda.
《Come ti chiami?》
Se non fosse  per la situazione che si è  creata , non glielo avrei nemmeno chiesto. Non sono una gran chiacchierona, inoltre sono sempre cresciuta con la solita frasetta dei genitori:"Non parlare con gli sconosciuti."
E lui è uno sconosciuto, no?
Mi rendo conto però ,che sono grande e vaccinata, credo di poter fare le mie scelte da sola , e di poter decidere tranquillamente con chi devo parlare, o mi butto o non saprò mai chi ho davanti.
Chi lo sa, magari questo taxista sarà il mio futuro marito ed io non lo so, oppure uno stupratore, ma nemmeno questo lo so.
Spero che non si accorga di ciò che sto cercando di fare, anche se mi sembra una cosa molto evidente.
Ma chissà, magari non ci fa caso.
Mi guarda un po' confuso ed io automanticamente sposto lo sguardo fuori.
《Louis e tu?》 Risponde dopo un paio di secondi, che sembrano essere durati un'eternità.  Riesco finalmente a tirare un respiro di sollievo e  lo ringrazio mentalmente per non aver insistito.
Sono una ragazza molto sincera e se devo rispondere per forza a qualcosa preferisco non mentire o cercare delle banali scuse.
Ma questo era diverso, completamente diverso.
《Miranda.》 Rispondo, rivolgendogli un piccolo sorriso.
Lui ricambia , ma capisco che è un sorriso sforzato, le sue mani stringono la  presa sul volante, successivamente lo sento sbuffare.
《Fottuto traffico.》
Adesso che ci penso è vero, siamo fermi qui da un pezzo, ma non ci avevo fatto caso, visto che ero presa a parlare con lui.
Ci sono un botto di macchine, situate in modo sparso sulla strada , cerco di trovare il punto d'inizio e di fine di questo enorme traffico, ma sembra infinito.
《Precisamente da quanto tempo siamo fermi su questo punto?》 Chiedo a Louis, cercando di capire quanto sono nella merda.
Guardo l'ora sul cellulare e maledico mentalmente sto traffico, ma proprio oggi ?
Dovrei essere li alle 15:30 e sono già le 15.
《Più o meno da 10 minuti o forse un po' di più.》 Mi risponde mentre guarda il suo orologio.
《Anzi, molto di più.》
Aggiunge subito dopo.
Ah, bene.

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